La portai a casa. La misi nel mio letto e pian piano le cominciai a togliere la giacca.
Era completamente ghiacciata. Dovevo riscaldarla.
Le misi una coperta addosso e le accarezzai i capelli.
Non faceva altro che tremare e muoversi per tutto il tempo.
Mi faceva male vederla in quel modo.
Doveva riposare assolutamente, ma prima dovevo accertarmi che stesse bene.
Le presi il polso per sentire il battito cardiaco e le misurai la pressione.
Continuava a tremare, quindi decisi di accendere i riscaldamenti per riscaldare la casa.
Non c'era molto freddo, ma non volevo che si prendesse un'influenza.
Mi misi accanto a lei, continuando ad accarezzarle i capelli e la abbracciai a me.
Alla fine mi distesi a letto con lei, con la speranza che si calmasse un po', visto che continuava a tremare non tanto per il freddo ma per tutto quello che era successo. Aveva avuto troppe emozioni forti quel giorno e non sarebbe stato un bene per lei...
La mia teoria sulla sua salute era sempre più evidente. L'avevo capito fin da subito cosa potesse avere e tutte queste emozioni non l'avrebbero aiutata...Era quasi ora di cena, così decisi di andare in cucina a prepararle qualcosa da mangiare. Io non avevo molta fame, visto che avevo mangiato a pranzo con mia madre e avevamo mangiato in abbondanza. Beh in realtà io presi solo un piatto di pasta con il salmone, ma non avevo comunque fame.
Lei no, doveva mangiare. Non sapevo cosa cucinare, ma alla fine le prepari un brodo caldo per riscaldarla ulteriormente e poi preparai le patate al forno,sperando che avrebbe mangiato qualcosa.
Ultimamente era più magra e nonostante le dicessi di mangiare...lei non mi ascoltava.
Mi aveva raccontato del periodo di stress che stava vivendo a causa dell'Università, delle ultime materie, dei Professori, del tirocinio, ecc.
Si era anche aperta con me. Mi aveva parlato dei suoi problemi, del suo passato, del rapporto con i suoi genitori, ecc anche se sapevo che non mi aveva raccontato tutto.
In quel momento di fragilità si è aperta con me e mi ha confidato i suoi sentimenti. La mia dolce Serena finalmente mi aveva detto che mi amava. Non ci credevo. Ricambiava i miei stessi sentimenti, quelli che io non ammettevo all'inizio, ma che in realtà provavo dal primo giorno che l'ho vista...La cena era quasi pronta. Andai da Serena per svegliarla.
"Amore svegliati. Sono le 20.00. Ho preparato la cena. Te la senti di alzarti?"
"Marco non ho fame. Non voglio niente".
"Serena per favore. Non cominciamo. Lo vuoi capire che devi mangiare. Sei troppo debole".
"Non ce la faccio. Dov'è la nonna?"
Ecco, i suoi pensieri ricadevano la. Deve essere stato un brutto colpo per lei vedere sua nonna a terra mentre cercavo di rianimarla.
Se avessi saputo che fosse sua nonna avrei cercato in tutti i modi di allontanarla e di non farla assistere a quella scena.
Non volevo turbarla ulteriormente. Era così dolce e fragile allo stesso tempo."Serena non ti preoccupare. Tua nonna è in ospedale. Sta facendo delle cure e si rimetterà presto. Ora mangia qualcosa ti prego. Non puoi non mangiare. Ti devi riprendere".
"Non voglio niente. Per favore non insistere".
"Serena ti prego. Mangia qualcosa. Tua nonna non vorrebbe questo. Se mangi qualcosa ti prometto che domani ti porto a trovarla".
"Davvero? Grazie Marco".
Mi sorrise e mi abbraccio. Le presi il viso con le mani e la baciai. Di nuovo...quel bacio...quel bacio dolce e avvolgente che ci univa. Un bacio passionale e caldo...
"Marco scusa per oggi. Non volevo trattarti così. Mi dispiace".
"Non ti preoccupare Serena. Adesso andiamo a mangiare. Te la senti o ti porto qui la cena?"
"No vengo".
Si alzò di scatto e come temevo le girò la testa e cadde tra le mie braccia.
"Quante volte ti ho detto di non alzarti velocemente?"
"Lo so. Scusa".
La portai in braccio in cucina e mangiammo. In realtà non mangiò molto. Ma la capivo, era distrutta per tutto quello che era successo e decisi di non forzarla.
"Vuoi un dolce? Se vuoi lo possiamo fare insieme".
"Si...mi piacciono tanto i dolci".
"Lo so".
Potevo offrirle un dolce qualsiasi, visto che in casa ne avevamo di tutti i tipi, ma decisi di darne uno insieme a lei, così almeno si sarebbe distratta e non avrebbe pensato a nulla.
Cominciammo a preparare un dolce al cioccolato, il mio preferito e a quanto pare anche il suo.
Giocammo con la farina e lo zucchero. Le sporcai il nasino e lei non faceva altro che ridere. Com'era bella quando rideva. Sembrava una ragazzina dolce e spensierata.
Intento dai miei pensieri non mi accorsi che nel frattempo mi sporcò la faccia di farina..."Piccola monella. Vieni qua".
La rincorsi in cucina. Lei scappava e rideva, ma io la presi quasi subito e la attirai a me. I nostri occhi si guardarono intensamente, i nostri corpi si avvicinarono e le nostre labbra si sfiorarono fin quando non ci baciammo.
Continuammo a baciarci all'infinito, fin quando decidemmo di finire la torta.
Una volta infornata, dovevamo aspettare un'ora, così decisi di portarla in terrazza a vedere le stelle.
Le misi un mio maglione addosso e una giacca e la portai fuori.
C'erano tante stelle e ad un tratto vidimo una stella cadente."Esprimi un desiderio" dissimo insieme.
Ridemmo...ridemmo per la frase detta insieme. Eravamo sincronizzati. Eravamo fatti per stare insieme e non ci sarebbe stato nessuno in grado di separarci...
Quando la torta fu pronta, ne mangiammo una fetta ciascuno e poi andammo a letto insieme.
Non ci avrebbe disturbato nessuno, perché i miei erano fuori e sarebbero tornati tardi.Avevo una gran voglia di baciarla e di fare l'amore con lei...
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Innamorarsi all'improvviso
ChickLitHo sempre creduto nell'amore...nel colpo di fulmine, nello sguardo che si lega tra due persone apparentemente sconosciute, ma che si conoscono da una vita...a quell'amore che ti fa battere il cuore quando vedi quella persona che ti piace e che fares...