Cosa ti prende?

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Si allontanò da me e scappò via.
Non potevo lasciarla così. Dovevo andare da lei.
Non so cosa fosse successo, ma dovevo scoprirlo.
La rincorsi e la raggiunsi alla velocità della luce. Ero abituato a correre ed ero molto allenato.
Appena la vidi, la chiamai e la bloccai da dietro.

"Serena, dove credi di andare? Non abbiamo finito di parlare. Mi spieghi cosa cavolo è successo? A volte ti comporti come una bambina. Maledizione, ti ho sempre detto di parlare con me se hai qualche problema. Sono qui, io ci sarò sempre per te, ma tu a volte non lo vuoi capire. Perché fai così? Non puoi scappare sempre dai problemi. Devi affrontare ogni cosa e poi d'ora in poi...non sarai più sola. Ci sono io..."

Non si girò nemmeno per un attimo. Rimase lì immobile. Sentivo che singhiozzava, sentivo il suo corpo tremare...

"Serena guardami". Le dissi con tono serio...

Aveva il viso sconvolto e pieno di lacrime. Non disse nulla, ma si buttò contro il mio torace e mi strinse forte a sé piangendo.
La lasciai piangere e sfogarsi. Chissà cosa le era successo.
Cercai di calmarla. Le presi il viso tra le mani e le accarezzai la guancia...

"Serena che è successo? Perché piangi? Non mi tenere lontano dai tuoi problemi. Lo sai che puoi contare su di me per qualsiasi cosa e non mi dire che sei triste solo perché abbiamo discusso prima sul mio ritorno a New York perché non ci credo. Sono sicuro che è successo qualcosa".

Rimase immobile, ma non parlò. Era completamente assente.

"Serena per favore. Perché fai così? Perché non vuoi farti aiutare? Che ti prende? Dov'è finita la ragazza dolce e allegra che ho conosciuto sull'aereo?"

Continuai a scuoterla, ma niente. Era completamente assente. Ad un tratto sentii urlare qualcuno da lontano...

"Aiutoooo. Chiamate qualcuno. Questa signora è caduta a terra. Presto, un medico, un medico, un medico..."

Cercai di capire da dove venissero le grida e mi precipitai verso la vecchia signora stesa a terra.

"Che è successo?" Chiesi all'uomo che gridava.

"Non lo so. È caduta a terra all'improvviso e ho chiesto aiuto".

"Ok. Signora mi sente? Signora?"

Le presi il polso ed era molto debole. Provai ad avvicinarmi verso il suo torace, ma non respirava. Data la sua età, pensai solo a una cosa...
Le misi le mani sul torace per farle delle compressioni. Cominciai a farle il massaggio cardiaco per farla riprendere. Nel frattempo dissi a quell'uomo di chiamare l'ambulanza, avevo bisogno di aiuto. Non potevo fare molto senza strumenti medici adeguati.
Continuai le compressioni al torace in attesa che arrivasse l'ambulanza.
La svecchia signora riaprì gli occhi leggermente e cominciai a parlarle per tenerla sveglia e per capire cosa fosse successo.

"Signora come si sente? Cos'è successo?"

"Bene, grazie. Ora sto meglio. Mi fa male forte il torace giovane uomo. Sai, io ormai sono vecchia e dimentico le cose. Avrei dovuto prendere le medicine per il cuore, ma mi sono dimenticata. Le lo sapesse mia nipote, mi rimprovererebbe. Ti prego caro, se dovessi vedere mia nipote, stalle accanto. È una ragazza dolce e fragile. Non lasciarla sola. Non potrebbe affrontare la mia perdita da sola".

"Ma cosa dice signora. Lei si riprenderà. Mi ha capito?"

Nel frattempo arrivò l'ambulanza e dopo aver detto loro cosa fosse successo...la portarono in ospedale dove lavoravo ai tempi dell'Università.
Promisi alla signora che mi fossi occupato personalmente della sua salute e le promisi che sarei stato accanto a sua nipote, anche se non sapevo chi fosse.

Preso troppo dal malore della signora, avevo lasciato da parte Serena. Chissà se era ancora lì o era scappata via...

Mi girai per vederla e rimasi sconvolto dal suo viso...
Era lì immobile...vicino me.
Aveva visto tutta la scena. Forse era sconvolta da quello che aveva visto.

"No...nonna? No...nonnaaaa".

Cade a terra sconvolta. Nonna? Era sua nonna? Quindi lei era la nonna di Serena. Serena era sua nipote?
Non ci voleva...già Serena era triste e affranta per altre cose. Non ci voleva questo. Era troppo debole sia fisicamente che psicologicamente e non poteva affrontare un'altra sofferenza atroce...

Mi avvicinai a lei con l'intento di calmarla, ma non ci riuscii.
Era rimasta immobile alla scena precedente.
Ad un tratto cadde a terra e perse i sensi.
Andai da lei e la presi in braccio.
L'avrei portata a casa mia per visitarla.
Aveva avuto troppe emozioni e dispiaceri quel giorno. Non so in quale condizioni l'avrei trovata e in quali condizioni avrei trovato il suo cuore...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora