Pensieri e paure

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Serena

Tornai a casa distrutta. Non avevo voglia di mangiare.
Dopo aver salutato mia nonna che non vedeva l'ora di abbracciarmi, le dissi che ero stanca e che volevo dormire.
So che voleva stare un po' con me, infondo non ci vedevamo da due settimane, ma non mi sentivo bene. Volevo solo dormire e non pensare a niente. Ma non ci riuscii. Appena chiusi gli occhi pensai al viaggio, a quel ragazzo seduto accanto a me. Cavolo, come era bello. Da dove era uscito? Dalle fiabe della Disney? Era bellissimo, alto, magro, capelli castani e occhi castani. Quegli occhi sanno farti innamorare appena li guardi...
Non pensavo di essere stata così fortunata. Avevo avuto la possibilità di conoscerlo, di sedermi accanto a lui e di viaggiare con lui per tutto il giorno.
Chissà quante donne avrebbero voluto essere al mio posto.
Ricordo che all'inizio avevo paura, perché non avevo mai preso l'aereo da sola, ma quando vidi lui, tutte le mie paure cominciarono a diminuire.
Cominciammo a parlare. Era davvero un bell'uomo. Oltre l'aspetto fisico, sembrava una persona molto intelligente e seria. Mi disse che stava tornando a casa dai suoi genitori che non vedeva da tanto tempo e che lavorava a New York, ma non so cosa facesse, perché mentre parlava l'aereo cominciò a barcollare e le hostess ci dissero che c'erano piccole turbolenze, così non ci vidi più dalla paura e cominciai a tremare.
Ricordo che tremavo tutta e non vedevo più niente, ma ricordo anche che lui, Marco, così si chiamava, mi diceva di stare tranquilla e di respirare con lui per farmi calmare da quello che chiamano attacco di panico. Eh sì perché io lo conoscevo bene. Ne avevo sofferto tanti anni fa, ma non mi era più ricapitato, fino a quando mi ritrovai su quell'aereo e dovetti fare i conti di nuovo con quel mostro di panico.
Però questa volta non ero sola. C'era lui con me. Lui cercò di farmi rilassare e di farmi riprendere. Si mise davanti a me e mi disse di inspirare e espirare, fin quando il panico cominciò ad allontanarsi da me e cercai di tranquillizzarmi, perché sapevo che c'era lui con me.
Mi chiese se era la prima volta che mi succedeva e io mentii anche se non era vero.
Continuammo il viaggio in tranquillità fin quando arrivammo finalmente in Sicilia. Scendemmo all'aeroporto di Palermo alla ricerca delle nostre valigie.
Volevo ringraziarlo per quello che aveva fatto per me, ma non me la sentii di disturbarlo ulteriormente, così decisi di andarmene sperando di incontrarlo prima o poi visto che mi aveva detto che sarebbe stato a Messina per un po' di tempo.
Certo Messina non era piccola, ma di certo non era grande come New York.
Quando salì sul treno mi pentii di non averlo salutato. In fondo era stato gentile con me e io me ne ero andata come una vigliacca.
Ero stanca e mi addormentai sul treno, fin quando non sentii urlare. C'era una ragazza a terra e vidi che l'uomo che la stava soccorrendo era lui, Marco, l'uomo del viaggio in aereo.
Per un attimo invidiai la ragazza a terra, perché si stava prendendo cura di lei così come aveva fatto con me in aereo.
Cavolo, pensai...ma chi era un eroe che salva tutte le belle ragazze?
Sembrava saperci fare. Poi chiamarono l'ambulanza e il treno cominciò a ripartire.
Arrivammo a Messina e io ero distrutta. Non facevo altro che pensare a Marco. Chissà cosa avrà pensato di me, dissi nella mia mente.
All'improvviso lo vidi. Era con una donna più grande. Forse era sua mamma. Era felice di vederlo.
Da un lato volevo avvicinarmi per salutarlo e per ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per me, ma ancora una volta non me la sentii e così decisi di guardarlo da lontano.
Era ormai sera e decisi di andare a casa.
A un tratto sentì una fitta fortissima vicino al cuore e mi spaventai perché oltre ad essere sola avevo anche paura di stare male come prima in aereo, solo che qui non c'era più Marco ma ero sola.
Tornai a casa con fatica e quando arrivai a casa, mia nonna mi abbracciò talmente tanto che per un attimo dimenticai tutti i problemi, ma ero stanca così le dissi che volevo dormire.
Ed eccomi qua, sul letto a pensare a tutto quello che mi è successo.
Una lacrima mi scende dal viso e penso ancora a lui, a Marco...chissà se mi pensa anche lui in questo momento o mi ha già dimenticata...in fondo non sono stata così educata e gentile con lui...
Un'altra fitta ancora più forte mi fa portare la mano sul cuore e ho paura...paura di morire, paura di non farcela, paura di rivivere l'inferno che ho passato in questi anni...voglio dormire e dimenticare tutto, ma non voglio dimenticarmi di lui...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora