Quant'è bello?

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Serena

Sono tornata a casa dopo aver trascorso le ultime ore con Marco.
Quant'è bello? È bellissimo. Ogni volta che lo vedo mi fa battere il cuore.
Ogni volta mi perdo nei suoi occhi... chissà se anche a lui piaccio un po'.
È veramente un bel ragazzo e poi...è anche una persona fantastica. È molto protettivo, empatico, serio, divertente a modo suo...oddio...quel sorriso...quando sorride mi sembra di impazzire.

Mi metto a letto e cerco di dormire. Penso ancora a lui...
Oggi, in ospedale, quando mi ero rinchiusa in bagno perché non volevo essere visitata, ci siamo ritrovati a un passo dal bacio. Era vicinissimo alle mie labbra. Potevo sentirne il sapore con la mia immaginazione. Era davvero bello e il suo profumo lo sento ancora ora.
Mi sarebbe piaciuto baciarlo veramente, ma non ne ebbi il coraggio. Magari non gli piaccio abbastanza, eppure sento che forse anche lui prova lo stesso per me...

Mi addormento subito dopo e mi sveglio il mattino seguente.
Oggi mi sento bene. Ho dormito benissimo e non vedo l'ora di cominciare la giornata. Devo prima andare a lezione e poi prenderò il treno per andare all'asilo nido a Santo Stefano di Camastra. Oggi ho il turno di pomeriggio. In realtà ho chiesto io se potessi fare due pomeriggi a settimana, visto che ho lezione e vorrei fare entrambe le cose.
Dopo due ore di lezione, vado al bar a prendere un panino e una bottiglietta d'acqua e poi vado alla stazione, perché ho il treno fra un'ora e non voglio perderlo.
Non ho il tempo di tornare a casa, quindi chiamo mia nonna e le dico di non preoccuparsi e di non stancarsi troppo e di prendere le medicine.
A proposito di medicine...Marco mi aveva detto di prendere alcuni integratori, ma io ancora non ho avuto il tempo nemmeno di comprarli. Li comprerò domani se mi ricorderò. Per ora devo scappare, sennò perdo il treno.

Sul treno non c'è molta confusione, quindi trovo posto facilmente.
Nel frattempo sale un ragazzo molto carino, alto e magro, forse più magro di Marco. Mi chiede se può sedersi vicino a me e gli dico di sì.

"Ciao, piacere. Io sono Armando. Tu sei?"

"Ciao. Io sono Serena. Piacere".

"Dove vai di bello?"

"Sto andando a fare tirocinio all'asilo nido di Santo Stefano di Camastra. Tu?"

"Io vado a Palermo. Studio Economia e Commercio e sono al secondo anno".

"Capito. Io invece studio a Messina Scienze dell'Educazione, ma sono di Cagliari. Tu di dove sei?"

"Io sono di Milazzo. Oggi ero a Messina perché sono andato a trovare mia sorella, che studia qui come te. Solo che lei studia Psicologia".

"Ok".

Sembrava simpatico, ma non mi andava di parlare molto. Volevo dormire un po', visto che dovevo passare quattro ore all'asilo nido e sarei tornata tardi a casa. Comunque sicuramente vi starete chiedendo come mai faccio tirocinio qui e non a Messina. Beh...non c'erano posti disponibili a Messina per fare il tirocinio e così decisi di scegliere un paese della provincia per cambiare un po' aria. Si perché...ecco...mi piace conoscere posti nuovi e poi in realtà ho scelto questo posto, perché qui abita un mio caro amico di vecchia data, che ai tempi mi piaceva tanto ed ero così emozionata di venire qui solo per vedere lui. Ma è una cosa passata e comunque adesso mi sono affezionata ai miei bimbi. Forse era destino che sarei dovuta venire qui.

Due settimane dopo

Sono distrutta. Sono due settimane che faccio avanti e indietro. Non ho neanche il tempo di uscire a fare una passeggiata per rilassarmi un po'. I professori ci lasciano un sacco di progetti da fare a casa per farci esercitare sul nostro campo prima di diventare educatori. Poi ci sono le ultime materie da studiare e poi devo pensare anche alla tesi oltre al tirocinio.
Mi sono accorta che non mangio più come prima. Dopo che mi ero vista con Marco, gli avevo promesso che avrei mangiato di più e che avrei preso le medicine ed era quello che avevo fatto all'inizio. Avevo ricominciato a mangiare un po' di più e avevo iniziato a prendere gli integratori, ma poi mi sono concentrata troppo sull'Università e sul tirocinio che ho abbandonato i miei progressi.
La nonna non fa che dirmi che mangio troppo poco e che non mi riposo abbastanza e non fa altro che dirmi di andare da un medico a farmi visitare. Ah se sapesse che in realtà due settimane fa ci sono andata, ma non per mia volontà, ma perché mi sono sentita male, sarebbe in grado di farmi mangiare con la forza e rinchiudermi in casa a farmi mille prediche che la salute è importante ecc e poi sono sicura che avrebbe chiamato i miei genitori e li avrebbe convinti a venire qui per farmi mangiare.

Non ce la facevo più. Lo so che quel ritmo non lo avrei sostenuto più di tanto, ma dovevo farcela. Non potevo mollare. Dovevo finire gli ultimi esami e pensare alla tesi, oltre a finire il tirocinio, anche se mi dispiaceva...perché significava non vedere più i miei bimbi.

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora