Innamorarsi all'improvviso

Allucinazioni o realtà?

La mattina mi svegliai accanto a lei. Come era bella quando dormiva. Aveva i capelli tutti disordinati ed era senza trucco.
Cominciai ad accarezzarle i capelli e mi avvicinai a lei, per sentire il suo dolce profumo.
Aveva una pelle morbida e dormiva profondamente.

Mi alzai piano per non svegliarla e andai in bagno a farmi una doccia.
Mi vestii e ordinai la colazione in camera.

Nel frattempo si svegliò...

"Buongiorno bella addormentata. Come stai? Hai dormito bene?"

"Si grazie. Sei già vestito?"

"Si fra un po' dobbiamo tornare a casa. Ho ordinato la colazione. Nel frattempo perché non vai a lavarti pure tu?"

"Si ok. Ora mi alzo..." Disse tutta assonnata...

La colazione arrivò dopo dieci minuti circa e nel frattempo Serena si fece la doccia.

"La colazione è pronta. Ho preso un caffè e un cornetto alla crema per me e un cappuccino e un torciglione alla crema per te ok? Vuoi qualcos'altro?"

"No grazie. Hai per caso qualche bustina di oki? Ho ancora mal di pancia".

"No mi dispiace. Lo sai che fanno male queste cose vero?"

"Si ma io le prendo quando mi sento male".

"Ok. Mangiamo e poi andiamo in farmacia a comprare l'oki".

"Ok grazie dottore".

"Mi devi chiamare sempre così? Non mi puoi chiamare amore o quello che vuoi?"

"Perché non ti piace questo nome dottore? Ahah".

"Si ma tu mi prendi in giro".

"No...non è vero. Lo sai che mi piace chiamarti così".

Dopo aver fatto colazione, Serena finì per prepararsi e poi andammo in farmacia a comprare l'oki.

"Oki bustine?"

"Si".

"Ok. Salve, un pacco di oki bustine. Grazie".

Stava per pagare, ma la fermai.

"Non puoi pagare sempre tutto tu".

Dopo essere saliti in macchina, partimmo. Il viaggio fu tranquillo. Non c'era molta confusione per strada.

Arrivammo verso le 11.00. La accompagnai all' Università, visto che alle 12.00 aveva una lezione e io andai un attimo a casa e poi andai in ospedale.

Durante il tragitto verso casa, chiamai Matteo e gli dissi di venire in ospedale con me per risolvere il problema della signora Alberti.

"Sono a casa mamma".

"Amore come stai? Ti sei divertito ieri sera?"

"Si è stata una bella serata".

"Senti ma quando la porti qui a casa? Intendo dire qui a cena e ce la presenti? Mi farebbe piacere conoscerla meglio. Perché non la inviti qui stasera?"

"Non credo sia una buona idea. È ancora presto per portarla a casa".

"Perché? Fra pochi giorni parti e non abbiamo molto tempo. Mi sembra una brava ragazza. Portala qui ti prego".

"Mamma non insistere ti prego. Non è un buon momento per lei e poi ti sei dimenticata cosa c'è domani?"

"Si ma la vita va avanti. Marco sono passati quattro anni. Voglio cercare di stare bene. Lei sarà sempre nei nostri cuori, ma non possiamo pensare sempre al passato. Ora hai conosciuto questa ragazza che sembra fatta per te. Ti prego fammela conoscere. Lo so che l'ho vista, ma vorrei conoscerla meglio".

"Mamma che dici. Lei non è morta. Come puoi dire queste cose? Non ti capisco. Non ti riconosco più".

"Marco tua madre ha ragione. Dobbiamo andare avanti. Non possiamo continuare a soffrire".

"Ma senti quello che dici? Ma cosa state dicendo? Non vi riconosco più. Me ne vado".

"No Marco ti prego. Non andare via. Non litighiamo ti prego".

"No mamma. Non ti capisco. Proprio tu che sei sua mamma..."

Andai in macchina. Non potevo credere a quello che mi avevano detto. Volevano dimenticarsi di lei. Non è possibile. Credono che sia morta, ma non è vero. Lei è ancora viva. Non so dove possa essere, ma sono sicuro che sia più vicino di quello che penso.

Sono immerso nei miei pensieri, che non mi accorgo nemmeno di una ragazza che sta per attraversare la strada.
Fortunatamente ho i riflessi pronti e freno prima di poterle fare del male, ma lei scivola e cade a terra.

Scendo dalla macchina e mi avvicino a lei per soccorrerla.

"Stai bene? Ti sei fatta male?"

Mi sembra di averla già vista. Mi ricorda qualcuno. Il suo profumo...il suo profumo sembra il suo...
Si volta verso di me e mi guarda...

No...non è possibile...è lei?