Illusioni?

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È passato quasi un mese da quando sono qui a Messina.
In questi giorni non ho fatto altro che pensare a Serena. Non l'ho più vista da quel giorno. Sono passate due settimane da quando ci siamo incontrati, da quando i nostri occhi si sono incrociati, da quando le nostre labbra si sono sfiorate, da quando i nostri respiri si sono intrecciati, da quando i nostri cuori battevano all'unisono.
Quanto è bella questa ragazza. A volte mi sembra una bambina che fa i capricci, perché non vuole essere visitata, altre volte invece mi perdo nei suoi occhi...è veramente una bella donna. Non so cosa provo, ma ogni volta che mi trovo con lei il mio cuore comincia a battere sempre di più. È una sensazione strana, piacevole, che ti fa sentire bene...so benissimo che tipo di sentimento è, ma non so se sia la cosa giusta, visto che lei più piccola di me. Non che per me l'età sia stato un problema, ma forse lei ha bisogno di un ragazzo della sua età. Anche se sono sempre più convinto che lei abbia bisogno di un uomo al suo fianco, che la faccia sentire al sicuro...potrei essere io...no?

"Marco...sveglia...a cosa pensi? Ahah sei tutto rosso in faccia"

"Scusami Matteo. Dicevi?"

"Ahah sei proprio innamorato. Scommetto che pensi a Serena. Scusa, se ti piace, perché non la inviti a cena. Da quant'è che non vi vedete? Non dirmi che non vi vedete da quando mi hai raccontato che è stata male e l'hai visitata".

"Si. Sono due settimane che non la vedo e non ho notizie di lei. Non mi ha nemmeno chiamato. Probabilmente non le importa nulla di me".

Ora che ci penso è vero. Le avevo dato il mio numero, ma non mi ha mai chiamato, nemmeno per dirmi come stava. A proposito chissà se mi aveva ascoltato e aveva preso le medicine che le avevo detto di prendere. Ora che ci penso le avevo detto che doveva fare un controllo a breve, ma ancora non si è fatta sentire. Ho la sensazione che non mi abbia ascoltato e non si sia presa cura di sé".

"Pianeta terra chiama pianeta Marco. Aiuto. Lo stiamo perdendo. Dott. Marco è qui con noi?"

"Smettila di fare il cretino"

"Se vuole posso farla rianimare io" disse la cameriera che ci portò il pranzo.

"No grazie. Sto benissimo e non mi sembra il caso che si abbassi a queste sciocchezze per far colpo sugli uomini" dossi con tono secco.

"Mi scuso per il mio amico. Sa non è una buona giornata. Comunque grazie per i piatti. Saranno sicuramente buonissimi".

"Grazie a voi. Buon pranzo".

"Perché sei stato così aggressivo? Che ti ha detto di male?"

"Non mi sembra un buon approccio per rimorchiare e poi queste cose non mi interessano".

"Ok Dott. Marco. Agli ordini. Ahah. Mangiamo che ho fame".

Serena
Sto morendo di fame e ovviamente è tardi e non so se riuscirò a prendere il treno anche oggi. Ho finito due ore di lezione e ho fatto un giro in centro con la mia collega per svagarmi un po', visto che è tanto che non esco.
Ci dirigiamo in un piccolo ristorante sulla riva del mare, poco distante dall'Università e decidiamo di entrare. Chiediamo al cameriere se ci può portare due panini e due lattine di coca cola.
Decido poi di andare in bagno a lavarmi le mani e appena mi giro per guardare il locale lo vedo. È lui...Marco...quanto è bello. È più bello dell'altra volta. Questo uomo mi fa impazzire ogni volta che lo vedo e il mio cuore comincia a battere sempre di più.
Vedo che è in compagnia di un altro uomo, forse è un suo amico o un suo collega e sto notando che mi guarda e nel frattempo vedo che gli sta dicendo qualcosa e poi vedo lui che si gira verso di me e il mio cuore si ferma per un istante...

Marco

"È davvero buono il cibo qui".

"Si. Dovremmo tornare più spesso. C'è una ragazza che ti guarda. Ahah certo che tu fai conquiste subito eh? Io non ho mai tutta questa fortuna e tu sei sempre al centro dell'attenzione Dottore".

"Ti ricordo che sei fidanzato. Comunque non mi interessa. Finiamo di mangiare".

"Ti guarda in continuazione. Magari vi conoscete. Dai girati che è proprio una bella ragazza".

Non mi andava di girarmi, ma il mio istinto mi fece girare e poi la vidi. Serena...era lei. La chiamai da lontano e mi alzai per salutarla...

"Serena, ciao. Che piacere vederti. Finalmente ci vediamo. Come stai?"

"Ciao Marco. Bene, tu?"

"Bene, grazie. Sei da sola?"

"No sono con una mia collega. Stiamo mangiando qualcosa e poi dobbiamo andare, che devo prendere il treno per andare all'asilo nido dai miei bimbi".

"Ok. Se vuoi ti accompagno io. Ho il pomeriggio libero e poi se vuoi possiamo mangiare qualcosa al ritorno".

"No grazie. Vado con la mia collega. Ora scusa ma devo andare. Ciao".

Mi lasciò li come uno stupido. Era chiaro che non le interessassi. Non voleva stare con me, anche se ho sempre pensato il contrario. Pensavo che anche lei si era innamorata di me quando ci siamo visti la prima volta sull'aereo. Ma non era così. Che stupido che sono. Ancora una volta mi sono innamorato della persona sbagliata. Si...innamorato, perché è questo che sono. L'ho sempre saputo, ma non lo volevo ammettere a me stesso. Ma tanto non importava, perché a Serena non gliene fregava niente di me. Si è inventata la prima scusa che le è venuta in mente pur di non stare con me.
Eppure pensavo di piacerle un po'...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora