Famiglia

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Marco

Mi svegliai tardi, ero ancora stanco dal viaggio precedente.
Mi alzai, mi feci una doccia e mi misi una tuta con l'intento di andare a correre subito dopo, ma quando scesi in cucina a salutare i miei, mia madre mi disse di fare colazione con lei.
Mio padre invece non faceva quasi mai colazione. Lui prendeva sempre un caffè al volo per svegliarsi, mentre mia madre mangiava di tutto, perché diceva sempre che era importante fare colazione e questo lo so bene, anche perché lo dico sempre ai miei pazienti.
Mi siedo con lei e mangiamo un po' di tutto. Di solito mangio il latte con il caffè e due-tre biscotti o per la fretta bevo solo una spremuta di arancia e poi un caffè al volo vicino il bar dell'ospedale, perché altrimenti non riuscirei ad affrontare la giornata a lavoro.
Oggi mi tocca mangiare di più. Mia madre ha fatto una torta al cioccolato, una crostata di fragole e dei biscotti al miele. Opto per la torta al cioccolato, che è la mia preferita e ne mangio due fette e poi prendo un caffè zuccherato.
Dico ai miei che vado a fare una passeggiata e che poi mi vedrò con Matteo, il mio migliore amico e che tornerò dopo pranzo, dato che eravamo rimasti che ci saremmo visti per pranzo a ricordare i vecchi tempi di quando eravamo ragazzini.
Mia madre stava per obiettare, perché sperava che mangiassi con loro, ma io le diedi un bacio al volo e scappai, salutando mio padre da lontano.

Cominciai a camminare per le vie di Messina, era davvero una gran bella città, tranquilla e meno caotica di New York, anche se New York a Natale era fantastica.
Mi diressi al bar vicino la Piazza e incontrai Matteo.
In realtà ci eravamo visti a New York circa una settimana prima che io partissi, perché come ho detto prima, io e lui siamo colleghi e lavoriamo lì. Poi lui la scorsa settimana è andato a Parigi con la sua fidanzata e ora siamo qui a bere il nostro amato caffè.

"Allora come è andato il viaggio?"

"Bene...è stato molto movimentato" feci una breve risata.

"Che è successo? Racconta..."

"Beh niente di particolare. Mi ero seduto sull'aereo con l'intento di riposarmi, ma poi ho conosciuto una ragazza"

"La cosa si fa interessante. Racconta... com'è? Che avete fatto?"

"Nulla di cui ti immagini. Vedi che non esiste solo il sesso. E poi pensi che io potrei mai farlo in un mezzo pubblico davanti a tanta gente? Beh tu sicuramente lo avresti fatto in bagno...Comunque non è successo niente. Abbiamo parlato un po'. Mi ha detto che è di Cagliari e che studia a Messina per non lasciare la nonna sola che è malata, ma non so cosa abbia e che sta facendo tirocinio in un asilo nido a Santo Stefano di Camastra. È una ragazza bella, semplice, dolce e timida"

"Cavolo da come ne parli sembri innamorato. Ahah"

"No dai...è una ragazza giovane, non potrei mai mettermi con lei. Potrei essere suo fratello maggiore e comunque non ho intenzione di fidanzarmi per ora. Lo sai che penso solo al lavoro"

"Sarà pure giovane, ma quando parli di lei ti brillano gli occhi e comunque se ti piace davvero dovresti uscire almeno con lei una volta. Magari potrebbe nascere qualcosa. E poi scusa non sei tu quello romantico? Quello che cerca l'amore vero? Non cerchi la donna che ti fa battere il cuore quando la vedi? Se questa ragazza ti ha fatto brillare gli occhi vuol dire che forse c'è qualche speranza..."

Infondo aveva ragione. Ogni volta che pensavo a lei mi brillavano gli occhi e sentivo qualcosa dentro di me che mi faceva sussultare il cuore. Serena, chissà che fine hai fatto. Chissà se stai bene. Sono preoccupato per lei. Non ho neanche il suo numero né tanto meno lei ha il mio. Maledizione. Come ho fatto a farmela sfuggire?

"Ehi amico a che pensi? Poi che è successo?"

"Niente. Poi l'aereo ha avuto delle turbolenze e Serena ha cominciato ad agitarsi e io ho cercato di farla riprendere dal suo attacco di panico, ma non è stato facile. Poi si è calmata e abbiamo finito il viaggio abbracciati. E se stai pensando qualcosa di strano ti dico subito che è stata lei a buttarsi tra le mie braccia, perché aveva paura. Poi quando siamo scesi dall'aereo per prendere le valigie lei non c'era più. Non so dove sia finita e perché sia scappata in quel modo. Sinceramente non so che pensare.
Poi sul treno una ragazza si è sentita male. Pensavo fosse lei, ma mi sbagliavo. Era una ragazza svenuta, non riusciva a respirare e aveva il battito lento. Così decisi di chiamare l'ambulanza anche perché non potevo fare nulla per rianimarla a parte la respirazione bocca a bocca. Ecco vedi... è stata una giornata particolare. Poi sono arrivato e sono tornato a casa con mia madre che era contenta di vedermi".

"Ahah ti sei divertito eh? Praticamente hai fatto il medico tutto il tempo. Hai il numero di questa ragazza vero?"

"No. Non ho il suo numero e non le ho dato nemmeno il mio"

"Bravo. Si vede che non hai preso da me. Beh hai detto che studia a Messina e lavora in un asilo nido a Santo Stefano di Camastra. Beh cercala li. Guarda tra i vari asili se c'è una ragazza di nome Serena. Potresti provare da qui. Poi non so...magari la incontri qui appena ti giri"

Già...era come trovare un ago nel pagliaio.
Non mi accorsi che era tardi e quando presi il telefono in mano vidi una chiamata di mia madre. Avevo il silenziatore, quindi non sentii il telefono squillare. La richiamami e mi disse se volevo mangiare con lei insieme a Matteo. Le dissi di no, volevo ancora stare un po' qui fuori con Matteo, dicendole comunque che sarei tornato a casa per cena e che saremmo stati insieme tutta la serata.
Ci alzammo poi dal tavolo del bar e ci incamminammo verso un ristorante. Non ci ero mai stato, ma la gente diceva che si mangiava bene qui.
Ci sedemmo in un tavolo e ordinammo qualcosa da mangiare.
Io presi una porzione di pasta con panna e salmone e Matteo una porzione di pasta al forno. Per secondo non presi nulla, ma Matteo si fece portare una fetta di carne con l'insalata e una bottiglia di vino rosso. Io presi solo una bottiglia di acqua.
Il locale non era male. Si intravedeva il mare dal balcone e c'era un'atmosfera carina e semplice. Il locale era decorato con tanti fiori fuxia e bianchi e i camerieri erano molto gentili.
A un certo punto arrivò la caposala e ci chiese se era tutto apposto e se volevamo qualcosa da bere che ci avrebbe offerto lei. Accettammo di bere qualcosa, ma ci limitammo a un semplice limoncello fatto in casa, che dicevano che era molto buono e poi ci regalò una bottiglia di liquore al cioccolato fatto in casa.
Devo dire che era molto gentile. Forse lo era con tutti i nuovi clienti. Prima di andare pagammo e la caposala mi fece un occhiolino e mi lasciò un suo biglietto con scritto il suo numero di telefono.

"Hai fatto conquiste dottore"

"Smettila. Non è il mio tipo"

"Se...comunque non è giusto che ogni volta che usciamo guardano tutte te"

"Se vuoi ti do il numero. Anche se ti ricordo che sei fidanzato"

Tornammo a casa. Mamma già aveva preparato la cena, così decisi di apparecchiare e nel frattempo cominciammo a parlare un po'.
Dopo aver cenato e chiaccherato per tutta la serata, decisi di andare a letto. Ero ancora stanco dal viaggio, così mi addormentai, pensando sempre a lei...a Serena...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora