Amicizia

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Dopo aver sorriso a quel ricordo, chiusi gli occhi per un istante, ma forse mi addormentai, perché sognai una bella ragazza bionda che stava venendo verso di me.
Non riuscivo a vedere il suo volto, perché era coperto dai lunghi capelli biondi, ma assomigliava tanto a lei...
Si avvicinò e mi sorrise. Poi mi prese il viso tra le mani e mi accarezzò.
Alzai lo sguardo e la riconobbi. Era lei...
Appena la chiamai scomparse e mi svegliai...

Cavolo, non ci posso credere era lei? Non l'avevo mai sognata così. Non mi aveva mai sorriso...che vuol dire? Cosa vuol dire questo sogno?
Dove sei piccola principessa? Sei più vicina di quello che immagino?

Non mi accorsi neanche che aveva smesso di piovere. È come se dopo il suo sorriso, la pioggia abbia cessato di esserci per dare spazio al sole.
Il sole mi abbagliava gli occhi. Splendeva come non mai e aveva una luce particolare...la stessa luce che emanavano i suoi occhi nel sogno...

Guardai l'ora e si erano fatte le 14.00 del pomeriggio. Era tardi e avevo ancora tante cose da fare prima di partire per New York.

Presi il cellulare e chiamai Matteo, visto che mi aveva chiamato più di dieci volte, senza ricevere neanche un messaggio da parte mia, ma non rispose.

Matteo

Ero preoccupato per Marco. Era sparito all'improvviso e non mi aveva risposto alle chiamate. Decisi di andare a casa per parlare con sua madre, ma quando la vidi negli occhi, capì che era successo qualcosa.
Non era poi così difficile capirlo. Mi ricordai che fra due giorni ci sarebbe stato quel maledetto giorno...quel giorno in cui Marco e la sua famiglia persero lei.
Sua madre mi disse che avevano discusso e lui se ne era andato via, ma non sapeva dove fosse.
Decisi di cercarlo ovunque, ma non lo trovai da nessuna parte.
Poi mi venne in mente di cercarlo nel parco.
Ricordo che da bambini, quando eravamo tristi, andavamo sempre al parco e dondolavamo sull'altalena per dimenticare i pensieri e le cose tristi. Crescendo, quel parco era diventato il nostro rifugio dove poter liberare completamente la mente e i pensieri...quel posto dove potevamo dimenticare tutto il nostro dolore e dove potevamo sfogarci per stare bene.

Andai verso il parco e fu lì che lo vidi. Era completamente abbattuto. Era seduto a terra con le mani sulla testa e non faceva altro che piangere e disperarsi.
Dopo un po' lo vidi alzarsi e chiamare qualcuno. Stava chiamando me, ma non risposi. Andai verso di lui...

Appena mi vide, mi guardò, ma non disse nulla. Non servivano parole. Il suo dolore immenso lo avrebbero capito anche i muri di una casa.
Ci guardammo senza dire nulla. Poi lui scoppiò a piangere e lo abbracciai.

Siamo sempre stati migliori amici fin da piccoli e bastava uno sguardo per far capire all'altro che avevamo bisogno di un semplice abbraccio per sfogarci...

Marco

Matteo era lì davanti a me. Sapeva quello che stavo passando. Lo vedeva dai miei occhi...
Ci abbracciamo e non dissimo nulla.
Mi era sembrato di ritornare ai vecchi tempi, quando eravamo tristi per una ragazza o quando eravamo stati sgridati dai nostri genitori per un brutto voto in classe o per un'uscita di nascosto.
In fondo chi non ha mai preso un brutto voto a scuola o non è mai uscito di nascosto dai propri genitori per andare a una festa.
Questi erano semplici problemi, ma nella vita adulta erano ben altri i problemi...

"Matteo sono contento che tu sia qui. Sai, ho avuto un crollo emotivo. Fra due giorni c'è quel maledetto giorno e io sono crollato come un bambino".

"Marco non sei un bambino. Sei solo un fratello preoccupato che vuole bene a sua sorella. Piangi quanto vuoi, sfogati quanto vuoi. Io sono qui, lo sai e sarò sempre qui a sostenerti e a darti una spalla su cui piangere. So che sarà un giorno difficile, ma ci sarò io con te e poi adesso hai Serena. Piuttosto l'hai chiamata? Era molto preoccupata per te".

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora