Imprevisti

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Marco

Dopo aver fatto colazione insieme a Perla, mi alzai per sparecchiare e sistemare la cucina.
Nel frattempo suonò il campanello. Non sapevo chi fosse, non aspettavo nessuno. Forse era Matteo...no aspetta Matteo dovrebbe essere sull'aereo per ritornare a New York. Chi poteva essere?
Andai ad aprire e mi ritrovai lei...

Non dovevano tornare domani sera? Che ci facevano qui? Cavolo e ora che faccio?

Mi voltai velocemente verso Perla, che sembrava impaurita dal mio sguardo.
Non potevo farla agitare, ma non sapevo che fare.
Sicuramente quella situazione non le avrebbe fatto bene...

"Mamma che ci fai qui? Non dovevi tornare domani sera?"

Mi girai di scatto verso Perla e a quella parola "mamma" la sentì pietrificata e impaurita.
Non potevo permettermi di perderla nuovamente, perché sarebbe sicuramente scappata visto che non avrebbe retto la situazione.
Dovevo fare qualcosa. Dovevo portare Perla nella mia stanza da letto e poi farla uscire senza che nessuno ci vedesse.
Dovevo proteggerla. In fondo si era creata una barriera attorno a noi facendo finta di essere un'altra persona e non potevo permettermi di perderla di nuovo...non ora che l'avevo ritrovata...

"Mamma potevi anche avvisare".

"Marco è sempre casa mia e poi ti ho chiamato due volte stamattina al cellulare, ma non hai mai risposto".

Il cellulare? Non l'ho nemmeno sentito. Forse era scattato il non disturbare.
Se fosse successo qualcosa a Serena? Non l'ho nemmeno sentito. Dovevo andare a guardare le chiamate e i messaggi, ma prima dovevo aiutare Perla a non farsi vedere dai miei.

"Mamma aspetta un attimo. Prima di entrare in casa devo sistemare alcune cose".

Cercai di intrattenerla e nel frattempo feci capire a Perla di andare in camera mia.
Era rimasta immobile e tremava tutta, ma all'improvviso andò velocemente verso la mia stanza.
Mi rigirai verso la porta dove ancora c'era mia madre che mi guardava in modo strano...

"Chi c'è con te? Ho disturbato qualcosa?"

"Nessuno. Sono solo. Comunque io vado in camera mia a sbrigare delle cose di lavoro, quindi non mi disturbare oggi".

Le diedi un bacio e andai nella mia camera...
Dopo aver chiuso la porta a chiave, guardai intorno ma non c'era traccia di Perla.
Dove era finita?

Sentii un rumore sotto il letto. Mi abbassai e la vidi.

"Perla che ci fai lì sotto? Dai vieni che ti aiuto ad alzarti".

"Ti ho detto che mi chiamo Ariel. Voglio andare via. Ti prego lasciami andare".

Era completamente terrorizzata dopo l'arrivo di nostra madre.
Non faceva altro che tremare tutta.
Mi avvicinai a lei con la speranza di calmarla, ma fu inutile. Continuava a tremare...

"Stai tranquilla Ariel". La chiamai così per farla tranquillizzare. È chiaro che se l'avessi chiamata Perla davanti i nostri genitori, sicuramente si sarebbero insospettiti anche se per loro Perla era già...no non voglio dirlo. Perla è sempre stata qui. L'ho sempre saputo. Non ho mai pensato che lei potesse essere...insomma avete capito. Non riesco a dire quella parola. Ho sempre pensato che fosse viva e ora è qui con me. Spaventata e turbata ma è qui...

"Ariel stai tranquilla". Cominciava a respirare a fatica. Stava avendo un attacco di panico come una volta..."Ariel guardami. Respira con me. Inspira ed espira. Così brava. Inspira ed espira. Di nuovo. Inspira ed espira. Brava. Fai un bel respiro...va meglio?"

La vidi annuire e la abbracciai delicatamente. Non volevo farle male, visto che era più magra di prima.

"Ti aiuterò ad uscire da qui senza farti vedere ok? Stai tranquilla. Non avere paura. Ora penso a qualcosa e fra qualche ora andremo via ok? Però adesso vorrei visitarti. Hai avuto la febbre alta e prima di farti andare via voglio assicurarmi che stai bene. Dopo andremo via e faremo una passeggiata insieme ok?"

Cercai di rassicurarla in tutti i modi.
Non volevo che andasse via. Volevo stare con lei. Non volevo perderla di nuovo.
Mia mamma doveva tornare per forza ora? Non poteva tornare domani sera? Avrei avuto più tempo per stare con Perla.
Ora come facevo a stare con lei?

La vidi irrigidirsi e lamentarsi per il dolore.

"Ehi che succede? Ti senti male?"

Si toccò la pancia e continuò a lamentarsi.

"Ehi Perla, scusa Ariel guardami. Che succede?"

"Mi fa male la pancia. Ahiiii".

La presi in braccio e la appoggiai sul letto.

"Stai tranquilla". Le dissi dolcemente. "Problemi femminili?" Annuii. "Vuoi una camomilla?".

"No non mi lasciare sola ti prego".

"Stai tranquilla. Non ti lascio sola. Vieni...ti faccio un massaggino al pancino".

Cominciai a farle un massaggino al suo pancino dolcemente con movimenti circolari fin quando non si calmò. Le dissi di mettersi di fianco in modo che avvertisse meno dolore e le feci lo scaldino per riscaldarla.
Poi presi una coperta e gliela misi addosso e le accarezzai i capelli finché non si addormentò.

Dovevo ancora visitarla e ne avrei approfittato mentre dormiva.
La posizione in cui era messa non mi aiutava di certo, ma non volevo svegliarla e non volevo agitarla nuovamente.

Presi il termometro dalla valigetta e glielo misi. Nel frattempo le sentii il polso che batteva regolarmente e le misurai la pressione. La pressione arteriosa era un po' bassa, ma lei ha sempre avuto la pressione bassa.
Poi presi lo stetofonendoscopio e lo infila nelle orecchie. Le appoggiai delicatamente la campana dello stetofonendoscopio nel torace e le scostai leggermente la maglietta per auscultarla meglio.
Le sentii il cuore attentamente che batteva normalmente, ma sono sono sicuro che se l'avessi auscultata prima avrebbe avuto il cuore a mille.
Continuai ad auscultarle il cuore, ma non notavo niente di strano.
Poi dovevo sentire i polmoni, ma non riuscivo a visitarla in quella posizione. Cercai di spostarla leggermente in modo da poterle visitare i polmoni da dietro e provai a visitarla, nonostante la posizione non fosse una delle migliori.
Non mi sembrava di sentire rumori, ma appena si sarebbe svegliata l'avrei visitata meglio.
Tolsi lo stetofonendoscopio dalle orecchie e lo misi attorno al collo, come facevo sempre.
Nel frattempo le sentii le ghiandole e le misi il saturimetro per controllare l'ossigenazione.
Mi sfilai lo stetofonendoscopio dal collo e posai tutti gli strumenti nella valigetta.

Nel frattempo presi il telefono per controllare se c'erano messaggi o chiamate di Tiziana, ma non avevo ricevuto nulla.

Perché Tiziana non mi aveva ancora chiamato? Cosa era successo? Possibile che non aveva notizie di Serena?

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora