Incubi

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Mi svegliai di soprassalto. Avevo la fronte sudata e tremavo tutto.
Di nuovo quel sogno, di nuovo lei.
Perché quel sogno mi tormentava sempre? Perché facevo sempre lo stesso sogno? Perché sognavo sempre lei in quel modo?

Guardai la sveglia e mi accorsi che erano ancora le 4.00 di notte.
Mi alzai e andai in cucina a bere un po' d'acqua, ma forse era meglio fare una tisana, visto che ancora ero molto scosso dal sonno e probabilmente non avrei dormito.
Dopo aver bevuto l'acqua, mi appoggiai al frigorifero e caddi a terra.
Ero sconvolto da quel sogno. Mi mancava, mi mancava tremendamente. Era un'ossessione e sapevo che lei era ancora viva. Non poteva essere altrimenti. Era sparita all'improvviso, non aveva lasciato nessuna traccia, ma ero sicuro che fosse ancora viva.
Una fitta forte mi venne al cuore, ma la placai subito.
Cominciai a piangere sempre di più e non riuscivo a smettere di pensare a lei. Dove eri finita amore mio? La mia principessa...

"Marco che succede? Stai male?"

Si avvicinò mia mamma e appena mi vide a terra in lacrime, corse da me.

"Mamma mi manca tanto".

Non dissi altro. Lei sapeva a chi mi riferivo e cominciò a piangere pure lei. Non volevo farla stare male, in fondo lei aveva sofferto più degli altri.

"Mamma non piangere ti prego".

"Marco amore. Manca tanto anche a me. Sai, penso sempre a lei quando mi corico la sera. Prima di addormentarmi, penso sempre a lei e ogni volta mi metto a piangere come una bambina. Spero sempre che un giorno, da quella porta, possa arrivare lei. Ogni volta è una sofferenza, perché so che questo non succederà mai. Marco lo sai che purtroppo questo non potrà mai succedere. Adesso lei è un angelo. Non può più tornare qui".

"No mamma. Lei è viva lo so. È qui da qualche parte, ma è viva. Non puoi pensare il contrario. Non hai mai avuto la prova che fosse morta e anche se fosse stato così io sono sicuro che è viva".

"Marco accetta la realtà. Ti prego, non vedi che fai sempre questi brutti sogni?"

"No mamma. Ti ho detto che è viva e sono sicuro che prima o poi la troverò".

Ero sempre più convinto di quello che dicevo. Era viva, lo so. Non so dove potesse essere, ma sono sicuro che era ancora qui da qualche parte del mondo.

Dopo quell'incubo, provai a chiudere di nuovo gli occhi, ma senza risultati.
Mi girai in continuazione nel letto, sperando di addormentarmi, ma pensavo sempre a lei.
Quella mattina decisi di andare a fare una passeggiata. Volevo stare un po' da solo. Non volevo pensare a niente. Volevo pensare solo a lei, alla mia principessa.
Non risposi neanche ai messaggi e alle chiamate perse sul cellulare.
Non ci sarei stato per nessuno...

Camminai ore e ore nel parco. Di prima mattina non c'era quasi nessuno e ne approfittai per rilassarmi un po' e pensare a lei.
Vicino al parco, c'era un laghetto con le paperelle e in quel momento tornai indietro nel tempo...

Flashback

"Marco guarda le paperelle. Che carine, sono piccole e cicciottelle".

"Si piccola principessa. Sono bellissime. Vieni ti faccio una foto con loro".

"Ahah si che bello. Le mie paperelle. Gli diamo qualcosa da mangiare?"

"Si...tieni...".

"Guarda...ci sono tanti fiorellini rosa. Che belli. Raccogliamoli e facciamo una ghirlanda di fiori. Una la portiamo a mamma e una la voglio mettere io, così la potrò mettere anche quando sarò grande e mi sposerò con l'uomo della mia vita. Non essere geloso, perché lo sai che tu sei il mio principe azzurro".

"Ahah ok. Quindi vuoi fare due ghirlande? A me non regali nulla?"

"Si te ne faccio una grande e te la metti quando io non ci sono".

"Che vuol dire che non ci sei?"

"Ahah prima o poi andrò a vivere da sola, quindi ti mancherò e ogni volta che mi penserai potrai metterla".

"Ahah già vuoi andare via da casa? Non ti sembra di correre un po' troppo?"

"Marco ho 18 anni. Dopo l'università vorrei andare a vivere da sola. Vorrei trovarmi un fidanzato e fare la specialistica in qualche città lontano da qui. Mi piace la Sicilia, ma vorrei fare la mia strada. Però tu puoi sempre venire a trovarmi".

"Ahah hai ragione. Hai 18 anni, ma a volte ti comporti come una bimba di dieci anni. Ahah anche se abbiamo cinque anni di differenza, ti considero piccola. Sei sempre la mia sorellina minore e io devo prendermi cura di te".

Fine flashback

"Devo prendermi cura di te". Queste parole rimbombavano nella mia testa. Non mi sono preso cura di te amore mio. Scusami piccola stella. Dove sei? Dove sei piccola principessa? Mi manchi tanto.

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora