QUESTA NON ME L'ASPETTAVO
➶☽ Samira ☾➴Volevo solo fare due cose quell'estate.
Abbronzarmi con i miei amici e addestrarmi con Chirone.
Mi sembrava un programma già abbastanza impegnativo dato che per anni tutto ciò che mi ero organizzata era la lista dei libri da leggere, chiusa nella mia cabina.
E forse, per la prima volta, avevo voglia di tornare al Campo Mezzosangue.
Anche se sarebbe stato diverso senza...senza Luke.
Quell'anno non era stato facile, avevo promesso di lavorare su me stessa e la maggior parte del tempo ero stata in preda a emozioni contrastanti.
Forse era perché mi erano venute le mestruazioni per la prima volta e mio padre era quasi svenuto, era corso al supermercato ed era tornato con trentacinque pacchi diversi di assorbenti.
Avevo scoperto di essere incline a cambiare umore rapidamente, brutta cosa.
Ma tutto sommato, non era stato un anno terribile, ero stata attaccata da una decina di mostri ma me l'ero cavata alla grande.
Mi allenavo da sola, in camera mia con i pugnali che avrei dovuto odiare.
Forse avrei dovuto sbarazzarmene ma sarei stata stupida, erano in grado di contrastare chiunque e mi piacevano da impazzire.
Mio padre aveva lavorato molto, quindi non si era accorto di molte cose ma ero stata molto di più con lui, perché l'impresa mi aveva insegnato a non sprecare tempo.
All'inizio di giugno avevo affrontato un maledetto grifone al Washington Arch. Non aveva esattamente cercato di uccidermi, però l'avevo pugnalato lo stesso e Cassian aveva finito il lavoro.
Avevo deciso di tornare al campo dopo quello.
Poi papà era stato chiamato per un viaggio con la Marina, così mi aveva affidato alla nostra vicina, la signora Quinlan.
Era una signora dai gusti esotici e scuri, le piacevano gli origami e aggredire le persone alle spalle.
Era venuto fuori che si chiamava Campe, ed era una carceriera del Tartaro. Anche lei, come Medusa, adorava la moda dei serpenti al posto dei capelli.
E lei...non volevo più pensarci, mi aveva terrorizzato più di Echidna, mi aveva lasciato una cicatrice sul ventre e si messa a parlare di roba strana.<<So chi sei e cosa farai! Non permetterò che tu la distrugga, sei una figlia che merita di essere imprigionata!>> aveva sbraitato, prima che riuscissi a scappare.
I mostri che mi davano la caccia erano sempre più grandi e onestamente la cosa iniziava a spaventarmi. Non potendo restare lì, ero scappata, diretta al Campo Mezzosangue.
Pensavo che sarei stata al sicuro, finché un Toro della Colchide non aveva attaccato il mio taxi e le cose si erano messe velocemente male quando era comparso il secondo.
Volevano me.
Quindi l'unica idea che mi venne fu quella di allontanarmi dall'autista privo di sensi, a testa in giù.
Il Pino di Talia distava una trentina di metri, quindi mi lanciai in quella folle corsa, senza voltarmi dietro.
Fu il mio primo errore, credere che le cose davvero non fossero cambiate.
Quando varcai il confine, quasi caddi a terra per il sollievo e sentì un urlo.
C'erano delle sentinelle, come al solito e sembravano figli di Ares.<<Sei ferita, Arrow?>>
Un attimo dopo mi ritrovai davanti Clarisse, mi guardava le braccia e le gambe piene di schegge di vetro ma non sentivo dolore, forse per l'adrenalina.
Cassian volò spedito all'interno del campo, il mio zaino fra gli artigli.
La ragazza, più grande di me di un anno, aveva i capelli mori raccolti in una treccia, indossava la sua armatura e la bandana rosa che le avevo donato era stretta sull'avambraccio.<<Sto bene>>ansimai, stavo per sputare un polmone.
<<Che cosa ti ha inseguita?>>
Alzai lo sguardo, sentimmo tutti dei ruggiti terrificanti e poi comparvero.
<<Due Tori della Colchide>>
Non erano solo dei mostri, erano mostri realizzati dal dio Efesto. Avevano entrambi le dimensioni di un elefante meccanico, al posto degli occhi c'erano dei rubini e le corna erano di argento levigato.
Ci furono delle urla, la campana venne suonata per avvisare tutto il campo.
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𝐋'𝐄𝐫𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐮𝐧𝐚¹ - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
Hayran KurguTutti vogliono essere speciali, finché non scoprono di esserlo. Io volevo esserlo, all'inizio, sognavo di entrare in un libro e vivere mille imprese ma quando è accaduto, tutto ciò che volevo era nascondermi. Non volevo essere Samira Arrow, mi anda...