"Un ospite inaspettato"

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Il Palazzo si era quasi completamente svuotato: Giovanni, Cosimo, Lorenzo e Marco, accompagnati da alcuni stallieri e da poche altre guardie, erano ormai tutti a Palazzo de' Albizzi. Piccarda si era ritirata nelle sue stanze e la servitù, libera da impegni, non si vedeva in giro. Era tardo pomeriggio e Selene, che aveva sempre odiato la notte, si era ritirata in cucina. Aveva deciso che avrebbe aspettato Marco Bello lì: non voleva andare a dormire senza di lui e poi aveva bisogno di riflettere su ciò che era successo quel pomeriggio. L'incontro con Lorenzo de' Medici l'aveva completamente destabilizzata e avrebbe mentito a sè stessa se avesse detto di sentirsi ormai bene. Il buio però non l'aveva mai aiutata e ora, unito all'angoscia per la lontananza di tutte le persone che la facevano sentire protetta, le stava creando un vuoto nello stomaco che voleva scomparisse al più presto. Inoltre poco prima Emilia le aveva rivolto una frase sprezzante nel corridoio "Bella la vita da bambina viziata eh?" e questo di certo non aiutava le cose. Un forte rumore proveniente dal portone a vetri della cucina la fece sobbalzare ma capì ben presto che si trattava di qualcuno che aveva bussato e si tranquillizzò: sapeva che le guardie del Palazzo non avrebbero mai fatto entrare nessuno che non fosse una persona sicura e affidabile. Si affrettò ad andare ad aprire e quando spalancò il portone per poco non cadde dalla gioia. "Donatello!" Gridò gettandosi fra le braccia dell'amico. "Oh mio Dio...non posso crederci, sei tornato!" Esclamò trascinandolo dentro la cucina e abbracciandolo con tutto il suo affetto. "Buonasera Selene! Non sai quanto mi faccia piacere rivederti...sono così felice!" Ribattè il giovane artista ricambiando la stretta e stampandole un bacio sulla tempia. "Sono stato al quartiere e mi hanno detto che vi avrei trovati qui...ma superare i controlli è stato lunghissimo! Chissà cosa potrebbero mai temere da un popolano come me i potenti Medici! Ma fatti guardare...sei sempre più bella! Come stai? Com'è la vita a Palazzo?" Disse l'artista lasciandosi cadere stanco e infreddolito su una sedia. "Se avessi saputo che eri tornato sarei venuta a trovarti...non posso credere che tu sia qui! Tieni, bevi un po' di latte caldo. Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?" Gli chiese Selene, dandogli una tazza del latte bollente che aveva preparato per sè e che l'amico divorò in un istante. "Oh no tranquilla. Piuttosto rispondi alla mia domanda, sono curioso!" La giovane si sedette di fronte a lui e gli prese le mani, sorridendo in preda alla felicità. "In realtà non c'è molto da dire...Marco è riuscito finalmente a farsi assumere come guardia realizzando il suo sogno e io l'ho seguito ma non resterò con le mani in mano: fra pochissimo tempo Cosimo de' Medici, il suo padrone, sposerà una nobile fiorentina, la giovane nipote di Albizzi. Non che lei sia molto simpatica ma io sarò la sua ancella personale e ingoierò qualsiasi boccone velenoso se questo significherà aiutare mio fratello, sono davvero stanca di vivere alle sue spalle mentre lui si fa in quattro per me" Gli disse. Donatello sorrise e la guardò con ammirazione. "Il tempo passa ma tu sei sempre più bella e intelligente, Marco dovrebbe essere davvero molto fiero di te! A proposito dov'è ora quel prode guerriero?" Esclamò. Selene sorrise e poi gli spiegò dove si trovassero Marco Bello e tutti i Medici. "Ma ti prego non parliamo di questo ora...raccontami invece cosa hai visto a Roma! Devi illustrarmi ogni particolare delle opere d'arte di cui spesso mi hai parlato! Sono davvero così belle come dicono?" Aggiunse. "Oh...bellissime Selene, davvero bellissime. Tolgono il fiato, dovresti vederle. Le ameresti! Sono meravigliose e mi hanno dato tantissime idee per le mie sculture future!" I due amici parlarono fino a tarda notte, perdendosi nei racconti recenti e nei ricordi d'infanzia, ridendo e scherzando davanti al caldo fuoco della cucina ed emozionandosi fino alle lacrime. Donatello era per Selene come un secondo fratello e il fatto che fosse finalmente tornato a Firenze la riempiva di gioia. Parlarono fino a quando tornò Marco Bello. Immaginava che avrebbe trovato sua sorella ad attenderlo in cucina ma trovarvi anche il suo amico artista fu una bellissima sorpresa. Dopo i saluti affettuosi e le promesse di rivedersi prestissimo il giovane scultore lasciò il Palazzo mentre Selene non ebbe pietà di suo fratello fin quando quest'ultimo non le ebbe raccontato tutti i particolari del sontuoso banchetto.

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