"Una gioia difficile da descrivere"

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POV: SELENE

La consapevolezza era giunta lentamente, impercettibilmente. Anche se si sforzava di ricordare il momento esatto in cui aveva capito di aspettare un bambino Selene non ci riusciva: l'aveva capito e basta. Gli ultimi giorni erano stati concitati e pieni di emozioni forti per lei: la morte di Giovanni aveva sconvolto completamente la vita di tutti a Palazzo. La giovane aveva cercato in ogni modo di rendersi utile per intrattenere, insieme ad Andrada, gli ospiti di rango elevato che soggiornavano a Firenze per il funerale ma non le erano sfuggiti gli sguardi austeri e pieni di disprezzo che questi ultimi le avevano rivolto stando bene attenti però a mascherarli con il falso rispetto formale che non si risparmiavano di manifestare nei confronti di un membro della famiglia Medici. Inoltre era sempre più debole fisicamente: rimetteva spesso e non riusciva in alcun modo a controllare la terribile nausea che, soprattutto la mattina, non mancava mai di affliggerla. La spossatezza costante l'aveva quindi portata a non insistere quando Andrada le aveva assicurato che sarebbe riuscita a farcela da sola. La dolcezza della sua amica l'aveva quasi commossa: sapeva infatti che la moglie di Cosimo non voleva che il comportamento sprezzante dei nobili e dei banchieri presenti in quei giorni a Palazzo la ferisse e che, come tutti, aveva notato la sua debolezza e voleva solo che si riposasse. Ben presto però Selene si era resa conto di altri sintomi strani: il volto non era più candido e roseo ma ospitava alcune macchie rosse, aveva sempre molto caldo anche quando le tremende temperature di quell'estate asfissiante si abbassavano un po', faticava moltissimo a svegliarsi, il seno le doleva e la preoccupazione di tutte le persone che la circondavano era troppo evidente per essere ignorata. Lei stessa aveva cominciato a temere per la propria salute ma aveva cercato di non allarmare ulteriormente la sua famiglia in un momento già tanto critico. Il colmo era stato raggiunto il giorno dopo il funerale, mentre passeggiava con Andrada e Cosimo in giardino durante un breve momento di riposo prima che suo marito e suo fratello sparissero di nuovo in Repubblica: aveva infatti avuto un lieve mancamento provocando una reazione a suo dire esagerata in tutti quanti. Lorenzo non aveva voluto sentire ragioni quando le aveva intimato di restare a letto per due giorni e per la prima volta da quando si erano conosciuti, Marco Bello era stato d'accordo con lui. "Se alla fine di questi due giorni non starai meglio chiameremo il medico" erano state le categoriche parole di suo marito. Proprio durante quel breve periodo di riposo forzato nella mente della giovane aveva cominciato a farsi strada per la prima volta l'idea che quel ritardo di due mesi non fosse un semplice ritardo (d'altronde le era già capitato molte altre volte) e che quei pochi chili in più che sembrava aver preso non fossero soltanto il risultato di un'alimentazione ormai più consistente ed equilibrata ma che il suo corpo nascondesse qualcosa di più intimo e profondo, qualcosa di meraviglioso. A confermarglielo indirettamente erano state la premura e la dolcezza che Andrada aveva manifestato nei suoi confronti ogni volta che era andata a trovarla: il sesto senso della sua migliore amica era proverbiale e Selene era riuscita a leggere nei suoi profondi occhi scuri una velata e commossa consapevolezza che però non aveva fretta e sembrava rassicurarla e dirle di prendersi tutto il tempo di cui avesse avuto bisogno per capire ciò che le stava realmente accadendo. Un'elettrizzata Michela non aveva mancato di portare la sua allegria nella camera della ragazza almeno due volte al giorno e Cosimo, nonostante gli infiniti impegni che ora doveva affrontare, era riuscito a trovare il tempo di farle visita e le aveva raccontato come i membri della Repubblica chiedessero a lui e a Lorenzo con morbosa curiosità come stesse lei, facendola ridere e distrarre. Marco Bello si allontanava dalla stanza di sua sorella solo quando gli impegni di lavoro lo richiedevano e suo marito si era preso cura di lei con dolcezza e amore mettendo in secondo piano qualsiasi incombenza burocratica e costringendo addirittura Michela ed Andrada a giurargli che non la avrebbero lasciata sola in sua assenza. La mattina del terzo giorno Selene si sentiva fortunatamente meglio e quando si alzò si rese conto di avere le forze necessarie per affrontare la giornata fuori da quella stanza. Lorenzo, Cosimo e Marco Bello erano già andati in Repubblica e Andrada era come al solito ancora addormentata così lei aveva deciso di fare una lunga passeggiata fino alle stalle dove Giuliano si prendeva cura di Venere. Aveva bisogno di restare sola e di riflettere. Non si aspettava una gravidanza così presto, probabilmente era successo la prima notte, dopo il matrimonio. Non riusciva bene ad interpretare le proprie sensazioni: era estremamente felice ma aveva anche paura di non essere all'altezza. Aveva paura di deludere Lorenzo, temeva che lui non volesse un figlio ora. Ad interrompere le sue riflessioni fu la voce del figlio dello stalliere di fiducia degli Albizzi: "Madonna de' Medici, buongiorno! Come state?" Le chiese, piuttosto stupito di vederla lì. Selene gli sorrise. "Sto bene Giuliano, grazie. Posso pensarci io qui." Rispose prendendo un po' di fieno da un grande mucchio e avvicinandolo al muso di Venere, alla quale lui stava dando da mangiare. "Siete sicura?" Si assicurò ancora il giovane. "Ma certo!" Fece lei con un tono più convincente. "Va bene allora, vi lascio sole", pronunciando queste parole Giuliano si allontanò. La ragazza si avvicinò ancora di più alla sua cavalla. "Ciao, ciao..." le sussurrò accarezzandola con dolcezza mentre l'animale le avvicinava affettuosamente il muso al volto. Fu in quel momento che Selene si sentì madre per la prima volta. Fu in quel momento che cominciò ad amare follemente quel minuscolo esserino che le cresceva dentro. Si appoggiò lentamente una mano sul ventre e sentì il cuore scoppiarle di felicità mentre due calde lacrime di gioia le bagnavano le guance. Era pronta a dirlo a Lorenzo.

Era quasi mezzanotte quando Cosimo e Lorenzo tornarono a Palazzo. Selene stava aspettando suo marito sveglia, affacciata alla grande finestra della loro stanza. Le incombenze e gli impegni che i due fratelli dovevano affrontare dopo la morte di Giovanni li portavano a trascorrere sempre più tempo lontano da casa e spesso Lorenzo, quando tornava, era stanco e nervoso. Dopo aver trascorso la mattinata con Venere Selene aveva pranzato con Andrada e poi si era rilassata disegnando nel suo studio. Era elettrizzata ed ansiosa all'idea di dire a suo marito che avrebbero avuto un bambino e così, quando vide finalmente la carrozza varcare l'imponente cancello del Palazzo, si scostò dalla finestra e si preparò ad accogliere il futuro papà. Lorenzo entrò nella stanza pochi minuti dopo, scuro in volto. Tendeva a nasconderlo ma Selene sapeva che non aveva ancora superato il dolore che la perdita di suo padre gli aveva provocato e le giornate intense e piene di decisioni importanti da prendere che lui e Cosimo dovevano trascorrere in Repubblica non contribuivano a calmare la situazione. "Buonasera!" Lo salutò con dolcezza. "Selene! Che ci fai ancora in piedi? Ti ho detto che devi riposare, sei troppo debole!" Esclamò lui stizzito, sorpreso di vederla sveglia. La ragazza sospirò e ignorò il tono non proprio gentile del marito: sapeva che lui era solo preoccupato per la sua salute. Abbassò lo sguardo mentre un sorriso nuovo le illuminava il volto. "Ti devo dire una cosa importante Lorenzo..." disse. Lui si tolse la cintura e la appoggiò su un tavolo di legno, poi si sedette sul letto per slacciarsi gli stivali. "Senti sono stanco...possiamo rimandare a domani?" Chiese irritato. Lei sospirò di nuovo, stavolta con un po' di fastidio, e gli andò di fronte. "No. Non possiamo." Esclamò. Lui restò stupito dal suo tono deciso e alzò gli occhi per guardarla. "Non è una cosa che può aspettare" specificò la ragazza. Lorenzo sembrò capire e si alzò di scatto. "Che c'è? Stai male?" Chiese preoccupato appoggiandole una mano sulla fronte. Selene scoppiò a ridere nel vedere l'ansia che si era dipinta sul volto di suo marito. "No, no! Non sto male..." disse scostandogli la mano. "Anzi, non sono mai stata così bene in vita mia!" "E allora che succede?" Sbottò lui. Lei lo guardò in quel modo tutto suo di guardarlo, con il sorriso che le disegnava due dolcissime fossette sulle guance e con gli occhi verde chiaro che penetravano gli occhi verde scuro. "Aspetto un bambino Lorenzo, credo proprio di aspettare un bambino!" Sussurrò. Il volto di suo marito si trasformò. La guardò con uno stupore puro e genuino. "Co...cosa?" Chiese, sconvolto. Lei annuì, continuando a sorridere. "Oh mio Dio...oddio!" Lorenzo si portò le mani al volto, in preda a una fortissima emozione. Restarono fermi così per alcuni istanti poi il giovane Medici, senza riuscire a controllare le copiose lacrime che gli erano salite agli occhi, balbettò prima indicando se stesso e poi portandosi le mani nei capelli: "Mi stai dicendo che io...io...Lorenzo de' Medici...diventerò papà? Che io e te...avremo un bambino?" La commozione di suo marito commosse anche Selene. La giovane annuì di nuovo mentre gli occhi le diventavano lucidi. Lorenzo sembrò sbloccarsi proprio in quel momento, come se si fosse reso finalmente conto di ciò che sua moglie gli stava dicendo. "Amore mio..." sussurrò fra le lacrime. "Avremo un bambino!" "Sì, a quanto pare avremo un bambino!" Gli fece eco lei. Poi si abbracciarono forte, in preda a una gioia difficile da descrivere a parole.

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