CAPITOLO SPECIALE

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POV: SELENE
Era passata quasi una settimana dal giorno in cui Selene aveva litigato con Marco Bello. Da quel momento aveva sempre cercato di evitare le altre persone: Michela, Cosimo, lo stesso Lorenzo: non aveva voglia di parlare con nessuno. Aveva passato il tempo a lavorare e a pensare. Quello che era successo era ancora inspiegabile per lei: cercava di capire perchè Marco si fosse arrabbiato così tanto ma non ci riusciva. Vedeva suo fratello molto di rado: lui infatti usciva la mattina presto e tornava a notte fonda o a volte non tornava affatto. Quando si incontravano distoglievano lo sguardo e se l'incontro avveniva nella loro stanza uno dei due usciva subito. Questa situazione la faceva soffrire incredibilmente ma Marco non era l'unica persona che le mancava: aveva infatti una voglia disperata di gettarsi fra le braccia di Lorenzo e di raccontargli tutto ma non l'avrebbe mai fatto perchè sapeva che suo fratello non l'avrebbe mai perdonata e poi, fin da quando era bambina, era solita isolarsi e chiudersi nel suo dolore quando qualcosa non andava e da quando viveva a Palazzo de' Medici già troppo spesso si era lasciata andare a confessioni fuori luogo e inopportune. Dal canto suo Lorenzo si era accorto del suo strano comportamento ed era lacerato dal fatto che la ragazza che amava si chiudesse a riccio e lo evitasse. Quella mattina Selene stava stendendo delle lenzuola appena lavate in giardino come era suo solito fare quando aveva del tempo libero, volendo aiutare gli altri servi, quando si sentì chiamare. "Selene...mi dispiace disturbarti ma Madonna de' Albizzi è a Palazzo e insiste nel volerti incontrare immediatamente." Era Michela. Selene alzò gli occhi al cielo: l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento era Andrada de' Albizzi. Il tempo che doveva passare con lei, ormai sempre di più dato che mancava meno di una settimana al matrimonio, non era mai piacevole: la futura moglie di Cosimo continuava infatti imperterrita a trattarla con sufficienza, freddezza e scortesia e ora doverla vedere anche quando non era in programma la irritava parecchio. "Grazie Michela. Arrivo." Rispose alla sua amica senza neanche voltarsi. "Va bene...ti aspetta nello studio di messer Cosimo!" La informò l'altra, nella speranza che la giovane Salviati si voltasse e le parlasse: aveva notato il suo rabbuiamento e avrebbe voluto aiutarla ma l'amica non le rispose neanche e Michela andò via dispiaciuta. Selene era piuttosto stupita dal fatto che la sua padrona volesse incontrarla nello studio di Cosimo: la cosa non aveva molto senso ma in quel mese scarso a Palazzo aveva capito che per una serva non era conveniente farsi troppe domande. Si avviò verso l'interno ma venne bloccata da Lorenzo che, come suo solito, era comparso all'improvviso accanto a lei. "Selene ti prego fermati. È una settimana che ti comporti in questo modo, mi vuoi spiegare perchè? Non credo di meritarmelo e poi lo sai che voglio solo aiutarti! È successo qualcosa con tuo fratello o con Andrada?" Le chiese. Selene si fermò giusto un istante per guardarlo negli occhi e per dirgli: "No. Mio fratello non c'entra niente, Madonna de' Albizzi non c'entra niente, nessuno c'entra niente e non è successo niente. Non posso parlare ora Lorenzo, la tua futura sorella mi reclama." Poi se ne andò perchè sapeva che se fosse rimasta un solo minuto in più avrebbe ceduto all'amore che provava per quel ragazzo così speciale e tutti i suoi sforzi sarebbero risultati vani. Lorenzo restò a guardarla mentre andava via: era una ragazza difficile ma questo per lui non aveva importanza: la voleva con sè ad ogni costo perchè quello che provava quando era con lei non era neanche lontanamente comparabile a quello che aveva provato in precedenza per altre donne di cui credeva, ingenuamente, di essersi innamorato. Selene gli aveva insegnato cos'era il vero amore e in un modo o nell'altro, prima o poi, giurò a sè stesso che glielo avrebbe detto.

POV: ANDRADA E SELENE
Quando Selene giunse davanti alla porta dello studio si rese conto di essere eccessivamente nervosa ma capiva anche che il suo comportamento quando si trovava di fronte ai padroni non poteva essere influenzato dal proprio umore perciò, dopo aver preso un profondo respiro ed essersi imposta un minimo di contegno, bussò. "Avanti!" Rispose la voce fredda di Andrada. Selene entrò e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, vi si appoggiò in attesa. La sua padrona, infatti, era voltata di spalle e guardava fuori dalla finestra. Era da quando Emilia, la fedele serva dei Medici, le aveva raccontato quello che la sua ancella diceva di lei che Andrada voleva affrontarla apertamente ma per farlo aveva bisogno di un luogo in cui potessero parlare senza essere viste e sentite e lo studio del suo futuro marito era l'ideale. Nel frattempo la stessa Emilia, avendo visto Selene entrare nello studio privato di messer Cosimo e ignorando la presenza di Andrada, decise di approfittare dell'ambigua situazione per liberarsi in modo definitivo di lei e chiuse a chiave la porta stando bene attenta a non fare rumore. Trascorsero alcuni minuti prima che Madonna de' Albizzi si decidesse a parlare e quando finalmente si voltò verso la sua ancella la trafisse con lo sguardo. "Presumo che ti starai chiedendo per quale motivo ti ho fatta chiamare" Esordì. Selene represse la voglia di risponderle e si limitò a guardare in basso affinchè la sua padrona non le leggesse il disprezzo negli occhi. "Mi è stato riferito da servi molto più competenti di te che oltre a non mostrare alcuna gratitudine per l'opportunità che troppo generosamente questa famiglia ti ha offerto ti permetti anche di lamentarti continuamente di me. Probabilmente non hai ancora capito qual è il tuo ruolo e quindi ho deciso di chiarirti le idee. Tra poco più di una settimana sposerò l'erede dei Medici e diventerò la matrona di questo Palazzo ma tu, nel migliore dei casi, continuerai a lavorare come serva per me e, se posso darti un consiglio, al tuo posto cercherei come minimo di non rendermi ancora più odiosa agli occhi della mia padrona." Selene, che fino a quel momento aveva cercato di mantenere la calma, sentì il sangue ribollirle nelle vene e non riuscì più a trattenersi. "Al mio posto? Voi non avete idea di cosa significhi essere al mio posto, di cosa significhi dover servire una ragazza capricciosa che non sa cosa sia la povertà perché qualsiasi cosa lei desideri è subito realtà! Voi non sapete cosa voglia dire mangiare un pezzo di pane al giorno, se si è fortunati ! Vivere in strada, avere freddo, stare male sul serio! Vedere il proprio fratello picchiato per aver rubato da mangiare e non poterlo aiutare! Voi siete sempre vissuta tra gli agi e le ricchezze di un Palazzo nobiliare quindi no, non potete darmi nessun consiglio!" Gridò infatti perdendo il controllo. Andrada in un primo momento rimase sorpresa da quello scatto d'ira: non immaginava che quella serva timida e incapace sarebbe mai potuta arrivare a tanto, ma non ci mise molto a riprendersi. "Questa storiella lacrimevole raccontala a qualcun altro, io ho avuto modo di notare questa grande sofferenza: non mi inganni sai! So qual è stato il vero motivo per cui sei stata assunta, non sono un'ingenua!" Esclamò. Ormai i toni si stavano facendo accesi e Cosimo e Lorenzo, che si trovavano poco distanti, avevano sentito le urla provenire dallo studio e vi si erano precipitati cercando di aprirlo. "Andrada! Selene! Cosa sta succedendo? Aprite!" gridò Cosimo mentre il fratello cercava di forzare la porta ma le due ragazze, troppo prese da quello che si stavano dicendo l'un l'altra, li ignorarono. "Ah si? E quale sarebbe?" Chiese Selene con aria di sfida. "Non volevo dirlo apertamente ma è ora che questa farsa abbia fine: tutti si sono accorti del servizio che rendi a Cosimo. Smettila di fingere innocenza, è ovvio che non sei una serva ma una cortigiana." Andrada infatti aveva accantonato per un po' i suoi sospetti, troppo presa dall'amore verso il suo futuro marito, ma doveva guardare in faccia la realtà. La reazione della giovane Salviati fu uguale a quella di Lorenzo: entrambi restarono esterrefatti da quelle parole ed esclamarono "Che cosa?" a gran voce, lei rivolta ad Andrada e lui a Cosimo. Quest'ultimo non riusciva a capire come la donna che amava e il proprio fratello potessero credere un'assurdità del genere ma non ebbe tempo di riflettere sulla cosa perchè all'interno dello studio Andrada aveva ripreso a parlare e la situazione stava degenerando. "Michela, và a prendere le chiavi di scorta dello studio, svelta!" Ordinò alla serva che, spaventata dal trambusto, era accorsa proprio in quel momento. "Giusto, dimenticavo che il tuo cuore puro e innocente è impegnato in una storia d'amore da favola con Lorenzo. Scusami tanto" Stava ribattendo intanto Andrada con una sottile ironia. "Che volete dire?" Chiese Selene fissandola negli occhi. "Ma devo proprio spiegarti tutto? Quando mai hai sentito la storia di una serva che sposa il suo padrone? Davvero sei così ingenua da credere che Lorenzo sia innamorato di te? Non capisci che il suo obiettivo è quello di usarti a proprio piacimento fino al momento in cui ne avrà abbastanza delle tue doti? Cresci un po' Selene e apri gli occhi!" La soddisfazione che Andrada aveva ricavato dal pronunciare finalmente quelle parole venne scalfita dallo sguardo ferito e umiliato della sua serva. Si stupì lei stessa di ciò che stava provando ma non ebbe neanche il tempo di metabolizzare la cosa poichè Selene, dopo un attimo di smarrimento, le urlò di nuovo contro. "Voi siete una persona egoista e cattiva Madonna Andrada e potrete cullarvi tutta la vita nella sicurezza apparente della vostra ricchezza e del vostro potere ma ricordatevi che al momento della resa dei conti sarete voi quella che si accorgerà di non conoscere la sincerità dell'amore e dei sentimenti! Voi, non io! E non avete nessun diritto di parlarmi in questo modo!" Gridò infatti prima di voltarsi verso la porta dove i due fratelli continuavano a chiamarle e a pregarle di smetterla. Davanti ad Andrada aveva cercato di non dare a vedere quanto la cruda realtà delle sue parole l'avesse ferita ma si sentiva male al solo pensiero di ciò che la nobildonna le aveva detto e pensare a Lorenzo le faceva venire la nausea. Bussò con tutta la sua forza alla porta e gridò "Lorenzo apri questa porta o giuro che appena avrò la possibilità di uscire lascerò per sempre questo maledetto Palazzo e non vi rimetterò più piede!" Dall'altra parte Michela era giunta trafelata con le chiavi dello studio e appena le consegnò al minore dei fratelli Medici lui aprì la porta e tentò di fermare la ragazza che amava. "Selene aspetta..." le disse tentando di afferrarla dolcemente ma lei lo spinse via con forza. "Non provare neanche a sfiorarmi Lorenzo!" Gli gridò, ormai fuori di sè. Poi corse via, lasciandolo solo con Andrada e Cosimo.

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