"Fulmine a ciel sereno"

708 34 0
                                    

POV: SELENE

Selene era avvolta da un'insolita sensazione di leggerezza mentre saliva le scalinate esterne che, dal giardino del Palazzo, conducevano alla sua stanza. Aver baciato Lorenzo non le aveva affatto trasmesso ansia e preoccupazione come si era aspettata ma, al contrario, le aveva fatto sembrare sterili e inutili i suoi problemi e le sue afflizioni e le faceva vedere il mondo sotto una luce diversa. Era addirittura contenta all'idea di dover lavorare per Andrada de' Albizzi quel pomeriggio e aveva deciso di raccontare ciò che provava per Lorenzo a Marco Bello: dopotutto lui era suo fratello ed era convinta che sarebbe stato felice nel vederla felice. Quando aprì la porta della stanza e lo trovò affacciato alla finestra restò sorpresa e istintivamente si guardò intorno alla ricerca di Cosimo. "Cosimo non c'è se è lui che stai cercando". Disse Marco Bello con una voce spettrale voltandosi di scatto e sbattendo con violenza il bicchiere di vino che aveva in mano su un tavolo di legno. Selene capì al volo che qualcosa non andava e che, molto probabilmente, quel qualcosa la riguardava in prima persona. Con una fitta di angoscia ricordò il litigio che aveva avuto con suo fratello qualche sera prima e pregò che non si ripetesse di nuovo. "Marco...perchè non sei da lui? Che cosa è successo?" Chiese spaventata. "A quanto pare tu sei bravissima a chiedere spiegazioni agli altri ma non ti degni di raccontare niente di quello che combini! Credevo che a diciassette anni fossi capace di stare da sola, ti sei addirittura trovata un lavoro e invece ti comporti come una bambina! Ma che dico? Una bambina si comporterebbe in modo più saggio!" Gridò lui in risposta. Selene era interdetta e lo stupore di quella rabbia così inaspettata e inspiegabile le impedì, in un primo momento, di provare qualsiasi altra emozione. "Marco ma sei impazzito? Che ti prende? Che cosa ho fatto adesso?" Gli chiese. "Che cosa hai fatto? Hai davvero il coraggio di chiedermelo? Guardami, guardami negli occhi Selene e chiedimelo di nuovo, avanti. Chiedimelo!" Ormai Marco urlava in preda a una rabbia difficile da controllare e Selene indietreggiò fino ad andare a sbattere contro la porta mentre lui si avvicinava. Era assurdo come la situazione fosse cambiata in pochi minuti: la leggerezza, l'allegria, la gioia che l'avevano pervasa fino a poco prima erano scomparse del tutto e ora c'erano solo stupore, tristezza e paura in lei. Non riusciva a capire cosa avesse fatto di tanto grave, non riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo. Cercò di sussurrare di nuovo la domanda ma aveva il respiro strozzato. "Non preoccuparti, te lo dico io se non ci arrivi". Le disse lui, voltandosi e allontanandosi di nuovo verso la finestra. Selene non ebbe neanche il tempo di muoversi un attimo che lui riprese a gridare. "C'è Lorenzo de' Medici, ecco cosa c'è!". Si girò di nuovo di scatto verso di lei. "Credevi che Donatello non me lo avrebbe detto? Davvero? Lui, al contrario di te, è sincero! Dio non ci posso credere...davvero, non posso! Come ti è venuto in mente di frequentarlo, un Medici! Sei uscita dal Palazzo per stare con lui, sei andata in Piazza a disegnare la cupola...e tutto questo senza dirmi niente! Non mi hai mai detto niente! Da quanto va avanti questa storia eh? Da quanto ti diverti con lui senza che io ne sappia nulla?" Esclamò. Per la ragazza fu come un fulmine a ciel sereno. Era Lorenzo il problema? Il suo amore per Lorenzo? Suo fratello, la persona che più di tutti avrebbe dovuto appoggiarla e sostenerla la stava prendendo con così tanta rabbia e lei non riusciva a capire perchè, non riusciva a trovare neanche uno straccio di motivazione a quel comportamento. Era consapevole che inizialmente era stata lei stessa a temere la sua reazione ma ragionando si era convinta che lui avrebbe potuto soltanto gioire per lei e invece stava accadendo l'esatto contrario! Ma la cosa che più di tutte l'aveva fatta sentire malissimo era il tradimento di Donatello. Quel giorno in Piazza non aveva sospettato nulla anzi il suo amico artista era stato gentilissimo come al solito: le aveva presentato mastro Brunelleschi ed era stato felice, almeno all'apparenza, di conoscere Lorenzo. Invece ora scopriva che era tutta una finzione: Donatello era andato a raccontare ogni particolare a Marco senza neanche chiederle spiegazioni o parlare prima con lei. Sentiva che stava perdendo le uniche due persone che aveva nella vita, suo fratello e il suo unico e più caro amico, perchè dopo anni di sofferenza aveva provato ad essere felice, a lasciarsi trascinare da quel sentimento nuovo e travolgente, dolce e inspiegabile e non riusciva a capire che logica ci fosse in tutto questo. "Marco...mi dispiace non a-avertelo detto prima...i-io non so perchè non l'abbia fatto ma...ma sono così felice quando sono con Lorenzo! È il ragazzo migliore del mondo, mi fa sentire una principessa e non ha mai, mai approfittato di me se è questo che temi! Io sto bene, sto bene quando sto con lui! Ti prego dimmi perchè questo ti fa arrabbiare così...ti prego!" Lo implorò in lacrime. Questa volta però il suo pianto non placò l'ira del fratello. Marco Bello in realtà voleva solo proteggere sua sorella da quello che riteneva un rapporto pericoloso per lei e la sua rabbia era dettata dall'affetto e dalla preoccupazione ma non riusciva a dirglielo perchè era completamente in preda alla collera. "Ti fa stare bene? Ma ti rendi conto di quello che dici Selene? Ma come puoi essere così infantile, credevo che fossi molto più matura! Non capisci neanche il perchè? Davvero non lo capisci? Da quando siamo arrivati in questo Palazzo sembri aver dimenticato completamente la nostra vita, la nostra storia, quello che i nostri genitori hanno fatto per noi...sembri una bambina in preda all'eccitazione per una nuova scoperta ma non è così: la nostra vita qui è la vita di due schiavi e lo sarà sempre! Mettitelo in testa! Non sarai mai la principessa di Lorenzo de' Medici, mai! Te lo giuro, impedirò che tu frequenti quell'uomo fosse l'ultima cosa che farò nella mia vita! Non permetterti mai più di uscire da questo Palazzo e di vederlo! Mai!" Le gridò. Selene non seppe dove trovò la forza di ribattere di nuovo, mentre ormai si accasciava a terra: "Marco...ma come puoi parlarmi così...". La rabbia, l'ira e la delusione che aleggiavano nell'animo di Marco Bello gli fecero quasi perdere il controllo: alzò un braccio nell'istinto incontrollato di voler trasmettere a sua sorella con uno schiaffo tutto l'amore che aveva messo in quelle grida, tutto l'odio verso quel Lorenzo che, ne era convinto, voleva solo sfruttarla, tutta la delusione per il fatto che lei non lo capisse. Ma fu solo un attimo. Abbassò il braccio: non avrebbe mai potuto neanche torcerle un capello. Se ne andò sbattendo la porta e lasciandola lì, sola, in un angolo della stanza a piangere e a credere che quel giorno qualcosa nel suo rapporto con suo fratello si era incrinato per sempre.

I MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora