"Un giorno speciale"

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POV: LORENZO

Lorenzo si era impegnato moltissimo per far sì che quel giorno, il 2 Luglio, fosse tutto assolutamente perfetto. Sua moglie Selene compiva infatti diciotto anni e lui voleva farle trascorrere un compleanno indimenticabile e pieno di sorprese ma non era mai stato molto bravo a nascondere i segreti e quindi aveva chiesto l'aiuto di Cosimo e Andrada. I due sposi avevano colto l'occasione per vendicarsi delle consuete prese in giro del minore dei due fratelli Medici e quando si erano trovati insieme a lui e Selene non erano riusciti ad evitare di sorridersi con aria complice notando le scuse improponibili che Lorenzo elargiva a sua moglie quando lei gli chiedeva dove avesse trascorso la mattinata o parte del pomeriggio. Nonostante questo però si erano impegnati per aiutarlo e i loro cuori erano stati invasi dall'affetto che provavano per il fratello notando con quanto amore e con quanta dedizione si dedicasse al compleanno di sua moglie. Quando il sole finalmente sgusciò fuori dalle nuvole e rischiarò Palazzo de' Medici nella seconda mattinata di Luglio Lorenzo tirò un sospiro di sollievo: era riuscito ad organizzare tutto nei minimi dettagli come aveva progettato, ora doveva solo aspettare che Selene si svegliasse e aprisse gli occhi sul suo diciottesimo anno di vita. Dopo essere uscito silenziosamente dalla stanza da letto per controllare che tutto fosse apposto vi rientrò e si stese nuovamente accanto a sua moglie, fermandosi ad ammirarne il profilo. Era bellissima. Ogni volta che la guardava restava inebetito da quanto fosse perfetta: la osservava nella calma incosciente del sonno, il petto che si alzava e si riabbassava al ritmo del respiro, la pelle delicata, il volto tanto bello da sembrargli irreale, i capelli di seta. Immaginava i sogni che le scorrevano dietro le palpebre e si sentiva fortunato: era l'unico uomo, in tutto il mondo, che avesse il privilegio di sfiorarla, di respirarla, di amarla. L'unico che poteva svegliarsi e addormentarsi accanto a lei. Era la sua dea. Quando Morfeo la lasciò finalmente andare lei si mosse impercettibilmente e allungò un braccio per cercarlo. Si trovava in quella strana dimensione a metà fra la realtà e i sogni ma riusciva comunque a percepire la sua presenza, a desiderarlo accanto a sè. Lorenzo le prese la mano e le baciò il collo. "Buongiorno amore mio, buon compleanno!" Le sussurrò. Lei aprì gli occhi in un sorriso estatico e il verde delle sue iridi si trasformò per Lorenzo nell'acqua limpida di una distesa marina dove sarebbe potuto annegare. La baciò e la strinse a sè. Lei non disse nulla, semplicemente strinse forte la sua mano senza lasciarla andare e si voltò a guardare il sole che ormai splendeva alto nel cielo. Il giovane restò lì con lei, godendo di ogni istante che gli era concesso per stringerla. Avevano tutta la vita davanti per fare ciò che avrebbero voluto e lei presto si sarebbe alzata per scoprire il suo regalo.

Quando Selene finalmente scese dal letto e si vestì Lorenzo si rese conto che ormai poteva ricominciare a respirare tranquillamente: tutto il lavoro che aveva dovuto tenerle segreto per settimane stava per essere svelato e lui non avrebbe mai più dovuto far finta di nulla: era una cosa che proprio non gli riusciva. "Mai più!" Sussurrò fra se e sè. "Con chi parli?" Gli chiese curiosa Selene che, davanti allo specchio, si stava stringendo addosso la cintura del corpetto del vestito. "Eh?" Chiese Lorenzo, riscuotendosi. "Con...con nessuno!" Rispose imbarazzato. Si morse la lingua per aver cantato vittoria troppo presto: non sarebbe stato tranquillo fino al momento in cui sua moglie non avesse visto la sua sorpresa. "Parli da solo!" Esclamò lei ridendo. "Certe volte sei proprio strano!" Continuò afferrando il suo inseparabile scialle nero. Lorenzo la guardò sornione, riprendendosi dallo smarrimento. "Ma sentitela..." disse. "Questo lo prendo io!" Esclamò poi, togliendole lo scialle di mano. "Lorenzo ma che fai?" Chiese lei incuriosita e stupita mentre lui, veloce, le chiudeva gli occhi con il foulard, legandoglielo dietro la testa. "Amor mio, tu fai un po' troppe domande per i miei gusti!" Rispose il giovane Medici, prendendola per mano. "Ora verrai con me senza chiedere nulla!" Continuò non riuscendo ad evitare un tono divertito. "Me la pagherai cara, Lorenzo de' Medici!" Esclamò lei appoggiandosi a suo marito per non inciampare. "Aiuto...non vedo niente! E tu smettila di ridere!" Continuò poi mentre Lorenzo, estremamente divertito dal momento piuttosto esilarante, la conduceva per le scalinate e per i corridoi del Palazzo dandole indicazioni sbagliate su dove andare, salvo poi afferrarla e riportarla sulla strada giusta. Durante il percorso incontrarono anche Cosimo e Andrada: i due sapevano ciò che il fratello avrebbe fatto e non avevano intenzione di perdersi lo spettacolo. Lo incoraggiarono a gesti  e dovettero baciarsi per soffocare le risate che non riuscivano a ricacciare indietro alla vista della loro cara sorellina che, bendata, rischiava di cadere a terra.  "Se continui così mi fermo, giuro!" Sbuffò Selene, dopo che aveva quasi sbattuto contro un ritratto di Giovanni. "Allora ti prenderei in braccio e non so quanto sarebbe conveniente per te mia cara!" Le rispose Lorenzo. Selene si era innamorata di lui anche per il lato comico e scherzoso del suo carattere: sapeva che suo marito era intelligente e che nei momenti opportuni era capace di prendere le cose seriamente ma non aveva mai riflettuto su quanto potesse essere irritante quando decideva che il momento non era opportuno. Sbuffò e continuò a seguirlo. "Ne hai ancora per molto?" Chiese dopo qualche minuto. "Smettila un po' di parlare!" Le rispose lui. "Vuoi sapere una cosa? Non sei affatto bravo con le sorprese Lorenzo! Insomma...immaginavo che stessi organizzando qualcosa per il mio compleanno, credi che non abbia notato i sorrisetti complici con Andrada e Cosimo e le tue scuse assurde? Non credevo certo però che il tuo regalo sarebbe stato quello di bendarmi e farmi diventare lo zimbello del Palazzo! Oh...spero solo che non ci abbia visto tua madre, già mi odia abbastanza, le sarò sembrata ancora più stu..." il monologo di Selene si interruppe improvvisamente: Lorenzo era riuscito infatti a condurla a destinazione e le aveva tolto lo scialle dagli occhi. La giovane si guardò attorno, incapace di proferire parola. Si trovavano nella stanza dove lei avrebbe dovuto trascorrere le tre notti successive alle nozze ma la riconobbe soltanto dalla posizione della finestra sul muro: per il resto era completamente diversa. Il letto e la toeletta erano scomparsi per lasciare il posto a cinque cavalletti in legno con delle tele per disegnare e dipingere appoggiate sopra; al centro della stanza c'era un bellissimo tavolino in legno intarsiato, che Lorenzo aveva realizzato con l'aiuto di Cosimo che a sua volta aveva interrogato Marco Bello per sapere quali fantasie avrebbe preferito Selene, sul quale vi erano un paio di album nuovi e di ottima fattura con accanto una scorta di carboncini e di tinture colorate. Su un altro tavolino, più piccolo, c'erano alcune piume con boccette di inchiostro di varia consistenza e alcuni soprammobili di pietra scolpita che avevano la forma di una conchiglia, della luna e di alcuni piccoli animali. Le pareti erano ricoperte da quattro grandissimi disegni: uno rappresentava una veduta di Firenze dal balcone del Palazzo, un altro, che si interrompeva solo per lasciare spazio all'ampia finestra, ritraeva il maestoso giardino dei Medici e l'ultimo, il più bello, la grande cupola di S. Maria del Fiore. Lorenzo ne aveva affidato la realizzazione ai migliori artisti della città. "È questo il mio regalo per te. Un laboratorio dove finalmente potrai sviluppare il tuo talento per il disegno e fare ciò che più ti piace. Non avevo certo intenzione di regalarti una passeggiata per il castello con uno scialle sugli occhi! Devo ammettere che non sono molto bravo con le sorprese, hai ragione, ho spesso rischiato di farmi scopri..." Questa volta fu Lorenzo che dovette smettere di parlare all'improvviso perchè Selene, dopo aver ammirato quella meravigliosa stanza, gli si gettò fra le braccia e lo baciò. Quando si staccò aveva gli occhi colmi di lacrime per la gioia. "Lorenzo...ma tu sei impazzito! È un regalo stupendo, al di là di ogni aspettativa! Ma come ti è venuto in mente..." gli sussurrò piangendo e abbracciandolo. Lui la strinse a sè e le accarezzò i capelli. "Amore mio, tu devi capire che non ti mancherà mai più nulla. Mai più. Ora potrai disegnare ogni volta che vorrai e...ascoltami bene, c'è una cosa che voglio che tu sappia. So quello che tu e tuo fratello avete dovuto passare e ti giuro che non dovrai mai più stare male così! Farò tutto quello che potrò per difenderti da ogni male, ti proteggerò a qualsiasi costo. Stare con te mi sta insegnando moltissimo, tu non hai avuto niente per tanto tempo eppure adesso la ricchezza è l'ultimo dei tuoi pensieri e sei la prima pronta a donarsi ai più deboli. Questa è la lezione di vita più bella che potessi darmi e mi vergogno profondamente per non averlo capito prima di incontrarti. Guardati attorno, guarda questo laboratorio: non conta nulla ciò che ho speso per realizzarlo, voglio solo che tu capisca il valore morale di questo luogo...io non sono bravo con le parole, volevo scriverti una lettera ma non ce l'ho fatta...spero che queste mura ti dicano quello che vorrei dirti io e cioè che ti amo più della mia stessa vita, più di tutto, ti amo. Io ti amo." Le disse. Selene non riusciva a smettere di piangere e lo baciò ancora per poi abbracciarlo. "Ti amo anche io, Lorenzo. Grazie!" Gli sussurrò. Quando riuscirono a separarsi lui le sorrise dolcemente e le asciugò le lacrime, poi la loro attenzione venne attirata da qualcuno che, poco fuori dalla porta, stava tossicchiando. Cosimo e Andrada erano infatti giunti poco prima: avevano voluto lasciare ai due sposi un po' di intimità e così si erano trattenuti a passeggiare mano nella mano per i corridoi del Palazzo. "Fratelli, ci dispiace interrompervi ma anche Andrada ed io vorremmo porgere i nostri auguri di buon compleanno a Selene!" Esclamò il maggiore dei due Medici. Il volto della giovane moglie di Lorenzo si spalancò in un ampio sorriso. "Non posso crederci! Ve ne siete ricordati anche voi!" Disse. "Scherzi? Come avremmo potuto dimenticarcene?" Domandò Andrada avvicinandosi e abbracciandola. "Auguri sorella!" Le fece eco Cosimo baciando le guance di Selene. "Bene, che ne dici di venire con noi adesso?" Chiese Andrada. "Venire con...voi?" L'espressione preoccupata di Selene fece ridere gli altri tre. "Tranquilla, non ti benderemo gli occhi!" Esclamò Cosimo. "Oh in tal caso...va bene!" Rispose la ragazza divertita e afferrò la mano che Andrada le porgeva.

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