POV: COSIMO
Dopo la conversazione con Andrada della sera prima la mente e il cuore di Cosimo erano stati troppo carichi di emozioni contrastanti per andare a dormire. Era stato il giorno più bello di tutta la sua esistenza e niente lo rendeva più felice della consapevolezza di poterla finalmente chiamare sua moglie, nonostante le incomprensioni e gli errori del passato. Inizialmente aveva pensato di fare un giro per le strade di Firenze ma poi si era reso conto che aveva troppi nemici per potersi permettere di passeggiare senza scorta di notte e non voleva di certo disturbare Marco Bello o le altre guardie a un'ora così tarda, quindi si era dovuto accontentare del giardino interno del Palazzo. I luoghi chiusi lo avevano sempre fatto sentire come se potesse soffocare da un momento all'altro quindi quell'angolo di paradiso, all'aria aperta ma lontano da occhi curiosi, era sempre stato il suo rifugio preferito fin da piccolo. Solo quando ormai il cielo da blu stava diventando grigio ed era talmente tardi da risultare ormai presto, era stato vinto dal richiamo di Morfeo e, senza prendersi il disturbo di tornare nella sua stanza, si era sdraiato sul prato verde e si era addormentato sotto le stelle mentre osservava riflessivo la finestra della stanza in cui sapeva che, in quello stesso momento, la sua amata Andrada dormiva serenamente. Era stato svegliato quando il sole splendeva ormai alto nel cielo dal suono di un allegro motivetto fischiettato e, aprendo gli occhi, aveva trovato suo fratello che intagliava un pezzo di legno con un coltellino certamente troppo piccolo per risultare adeguato all'impresa, seduto accanto a lui. -Buongiorno Cosimo! Non vedendo nè te nè la mia dolce sorellina a colazione pensavo di vederti uscire sgattaiolando dalla porta di Andrada. Mi stavo giusto dirigendo lì per appostarmi dietro alla porta in attesa di coglierti con le mani nel sacco, ma, con mia grandissima delusione, ti trovo qui a dormire per terra come un cane randagio e pulcioso. Che degrado, il primogenito ed erede del Banchiere più potente di tutta Firenze e dintorni con gli occhi appestati di sonno e i capelli scompigliati e pieni di erba e Dio solo sa cos'altro. Se fossi in te andrei a darmi una bella sistemata prima di farmi vedere da mia moglie, potrebbe cambiare idea sulla tua leggendaria, fama oltretutto immeritata a parer mio, avvenenza.- Lorenzo era sempre stato un tipo espansivo e dalla parlantina facile, ma il monologo a cui lo stava costringendo ad assistere era insopportabile per i nervi di Cosimo già danneggiati da un sonno breve e scomodo e da un mal di testa che poteva solo peggiorare. -Ma tu non hai niente di meglio da fare nella vita che stressare me di prima mattina?- gli chiese irritato coprendosi gli occhi con un braccio per evitare l'intensa luce del sole. -In verità è quasi ora di pranzo. E comunque no. Vorrei che tu potessi guardarti in faccia in questo momento.- gli rispose ridendo ancora più forte. Cosimo lo lasciò fare, lo conosceva bene e sapeva che presto si sarebbe calmato da solo. E infatti così fu. -Va bene dai, musone, andiamo dentro. Ti aiuto a levarti tutta quella schifezza dai capelli.- disse pochi minuti dopo e, avendo messo in tasca il coltellino e il pezzo di legno informe si alzò per primo e gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi a sua volta. Quando furono nella stanza da bagno di Lorenzo, Cosimo evitò di guardare il proprio riflesso nel colossale specchio a tutta parete e si limitò a borbottare un "narcisista" che suo fratello non sentì o più probabilmente ignorò volontariamente e si diresse verso un catino d'acqua. Si lavò in fretta il viso e i capelli e si maledisse per la stupida idea di dormire sull'erba umida perché in quel momento sentiva dolere tutte le ossa per il freddo che aveva senza dubbio preso. Suo fratello gli passò un asciugamano. -Perché avete deciso di rispettare quella vecchia e inutile usanza?- gli chiese ad un tratto con un tono stranamente serio che sorprese Cosimo per il contrasto con le facezie di poco prima e per questo ci mise un po' a rispondere. -E' stata più una decisione di Andrada in realtà. Temeva complicazioni.- disse alla fine guardando negli occhi suo fratello. Aveva capito da subito che lui e Selene non erano stati altrettanto cauti, non ricordava di averlo mai sentito fischiettare prima di allora. -Penso che abbia ragione, gli occhi di tutti sono puntati su di voi. Il mio matrimonio con Selene interessava solo per la sua assurdità ma per la tua unione con Andrada de' Albizzi non è la stessa cosa. Sei il primogenito e, non nascondiamoci dietro a un dito, lei faceva parte della famiglia nobile, se non più antica, ma sicuramente più potente di tutta Firenze. Ogni passo importante della vostra vita sarà di dominio pubblico, dovete stare attenti.- disse Lorenzo guardandolo con affetto e compassione. Qualche volta Cosimo non poteva fare a meno di sorprendersi notando come nel carattere di suo fratello minore coesistessero perfettamente leggerezza e serietà. -Ti dirò quello che ho detto anche a lei ieri sera: non permetterò mai, e dico mai, che soffra per la curiosità di persone che non meritano nemmeno di baciare il suolo su cui lei cammina e sicuramente non lascerò che la nostra vita iniseme diventi un misero teatrino fatto per soddisfare dei costumi che nemmeno condivido. Io la amo, Lorenzo. La amo così tanto che a volte guardandola mi manca il fiato e voglio renderla felice sempre. Mi rendo conto che è impossibile tenere completamente al sicuro una persona da tutto il male che c'è nel mondo ma se c'è qualcosa, qualsiasi cosa, che sia in mio potere fare per evitare che Andrada soffra non esiterò a farlo. So che capisci di cosa parlo perché lo vedo come guardi tua moglie.- esclamò di getto con la voce carica di emozione. Suo fratello non disse nulla, si avvicinò soltanto e lo strinse forte a sè. -Sai che potrai sempre contare su di me, fratello.- disse piano.
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I Medici
FanfictionSelene Salviati e Andrada de' Albizzi non potrebbero essere più diverse: popolana l'una, nobile l'altra; fragile e ingenua l'una, forte e coraggiosa l'altra. Eppure le loro vite saranno destinate a incrociarsi quando entrambe entreranno in contatto...