POV:Andrada
Andrada non aveva mai visto i quartieri poveri di Firenze e si guardava intorno con curiosità mista a disagio. Nonostante uno di questi si trovasse a poche centinaia di metri dal Palazzo le sembrava di essere entrata in un altro mondo: c'erano bambini lerci e mezzi nudi che giocavano rumorosamente per strada, cani randagi affamati che annusavano cumuli di rifiuti e uomini coperti di stracci e più puzzolenti di quei cani che bevevano di fronte a una locanda fatiscente. Tutte le persone e le cose mostravano i segni della povertà e del degrado fisico e morale e Andrada non poteva fare a meno di preoccuparsi del modo in cui fissavano le sue vesti pregiate e i suoi boccoli perfetti e ornati con pietre preziose, quindi, quando in lontananza scorse la casetta dove avevano a lungo vissuto i due fratelli Salviati, esattamente nel luogo che Cosimo le aveva descritto e vide Marco Bello uscirne, tirò un grande sospiro di sollievo e si affrettò da quella parte quasi di corsa. Solo quando fu abbastanza vicina alla guardia lui si accorse di lei e strabuzzò gli occhi perplesso. -Madonna de' Albizzi! Che ci fate qui? E' un posto pericoloso per chiunque e lo è doppiamente per una nobildonna sola.- le domandò lui guardandola con stupore. -Devo parlare con Selene.- gli rispose Andrada abbassando la voce perché ormai la loro conversazione aveva attirato l'attenzione della maggior parte della persone che si trovavano in strada. -Non vuole vedere nessuno di voi, non ha voluto dirmi che cosa è successo di preciso ma posso immaginarlo. Mi dispiace ma non posso permettervi di ferirla ancora. Ho sbagliato a portarla con me in quel Palazzo fin dall'inizio, la mia sorellina è troppo fragile per il vostro mondo.- era il discorso più lungo che gli avesse mai sentito pronunciare e ora le sembrava più umano. L'aveva sempre visto in "modalità guardia imperturbabile" e le sembrava ancora strano guardarlo come un fratello amorevole e preoccupato, ma ora che lo conosceva meglio riusciva bene a immaginarlo come il ragazzino disperato e vulnerabile che veniva picchiato da una guardia cittadina per aver rubato un tozzo di pane. Le veniva da piangere al solo pensare quale vita difficile dovesse aver avuto ma era certa che a lui avrebbe dato solo fastidio la sua compassione quindi si trattenne. -Non la farò soffrire, sono qui per chiederle scusa. E se lei dopo che le avrò parlato non vorrà più vedermi la lascerò in pace.- esclamò la giovane guardandolo dritto negli occhi per poi affrettarsi verso la casetta prima che lui avesse il tempo di dirle altro o di fermarla. Una volta giunta davanti alla porta bussò con discrezione e attese finché Selene non venne ad aprirle la porta: la ragazza aveva gli occhi rossi e lo sguardo triste ma nel vedere Andrada si stupì anche più del fratello e non riuscì a dire una parola quindi la nobile, senza attendere che la invitasse ad entrare, varcò la soglia. Guardandosi attorno notò con tristezza che tutta la casa era più piccola della sua stanza a Palazzo de' Albizzi, c'erano due letti di paglia malandati, un camino che faceva anche da forno e un tavolo di legno roso dalle tarme con una sedia e uno sgabello che aveva sopra una bacinella colma d'acqua e una saponetta fatta in casa. Nonostante i pochissimi averi però la casetta era pulita e ordinata quindi risultava accogliente. L'unica cosa che denotava il disuso era un leggero strato si polvere che ricopriva tutto di una sottile patina grigia. Andrada sentì una fitta al cuore, era stata ingiusta con quella ragazza ma ora aveva la possibilità di rimediare. -Mi dispiace, davvero molto. Ti ho giudicata male perché ero accecata dalla gelosia all'idea che tu fossi l'amante di Cosimo. Ora so chi sei veramente e quanto tu e tuo fratello abbiate sofferto e mi rendo conto di come devo apparirti: una ragazza viziata e arrogante, esattamente come hai detto tu. Ma non sono solo questo, neanche tu dovresti giudicarmi così alla leggera perché nemmeno la mia vita è stata solo rose e fiori. Mia madre è morta dandomi alla luce e per tutta l'infanzia ho vissuto con i sensi di colpa perché l'avevo uccisa io, a dieci anni ho perduto anche mio padre e sono stata cresciuta da mio zio che ha solo nove anni in più di me e che a quel tempo si era appena sposato e benchè lui mi abbia amata e coccolata non ho potuto fare a meno di sentirmi di peso per tutti. Poi, pochi mesi fa, mi hanno detto che avrei dovuto sposare uno dei membri della famiglia che più odia la mia. Tu non sai cosa sono disposte a fare le persone per il potere o la gloria, hai avuto solo un minuscolo assaggio di cosa vuol dire vivere nel mio mondo e già stai scappando via orripilata. E' vero, non ho mai sofferto la fame e non mi è mancata nessuna delle cose che il denaro può comprare ma questo non è tutto nella vita. Come ti sentiresti se tuo fratello ti costringesse a sposare un uomo scelto da lui che tu non ami e con cui non riesci nemmeno a immaginare di poter andare d'accordo? E se tu non avessi la possibilità di opporti? Passare tutta la vita accanto ad una persona che ti disprezza e che disprezzi a tua volta senza la consolazione di un viso amico non è un peso facile da accettare. Avrei dato qualunque cosa per essere libera, sono sempre stata uno spirito inquieto e sapevo che mi sarei consumata e avrei finito per morire per la frustrazione come una rondine chiusa in una gabbia dorata. Per mia grandissima fortuna il destino ha voluto che mi innamorassi di Cosimo e che fossi ricambiata ma prova a metterti nei miei panni e a pensare quanto ho sofferto prima di capirlo!- esclamò guardando la sua interlocutrice dritto negli occhi mentre lacrime involontarie cominciavano a scorrerle sulle guance. Alla fine del suo discorso notò che anche gli occhi di Selene erano diventati lucidi e lasciarono andare una sola lacrima prima che la ragazza la abbracciasse con trasporto. In un primo momento Andrada si era irrigidita, sorpresa per quell'inaspettato gesto ma poi si lasciò andare. -Non è solo colpa tua, anche io ti ho giudicata male senza conoscerti. E poi mi rendo conto di non essere stata una serva particolarmente capace.-le rispose ridendo e Andrada non potè fare a meno di imitarla. Risero a lungo, entrambe sollevate e felici per la confidenza che si era creata così velocemente come sempre succede quando due spiriti sensibili si incontrano superando i pregiudizi. Fu Andrada la prima a smettere rendendosi conto che stavano dimenticato un dettaglio assurdo e inquietante. -La porta! Era chiusa a chiave e nessuna di noi l'ha serrata da dentro. Qualcuno ci ha chiuse dentro da fuori!- disse lei con stupore. Selene rimase pensierosa a lungo prima di rispondere. -Forse so chi è stato ma non capisco perché abbia potuto voler chiudere lì dentro anche te.- rispose quasi in un sussurro e Andrada capì immediatamente che nonostante tutto era ancora un po' preoccupata di dire la cosa sbagliata di fronte a lei. -Puoi parlare liberamente Selene, non sono stata giusta con te in passato ma ora le cose sono cambiate.- disse per rassicurarla. E funzionò -Credo che sia stata Emilia. È da quando sono giunta in quella casa che mi odia e non so proprio perché visto che non lo ho mai fatto niente. L'unica cosa che non quadra è il fatto che abbia rinchiuso anche te, non credevo che avrebbe mai avuto il coraggio di farlo visto che presto sarai la moglie di messer Cosimo.- Alla nobildonna era sembrato dal primo incontro che negli occhi di Emilia ci fosse una strana luce malevola ma non l'avrebbe mai creduto che potesse covare una tale avversione. -Parlerò con Cosimo e la farò licenziare immediatamente, te lo prometto!- esclamò nauseata dal comportamento di quella donna ma notò che la sua nuova amica era sbiancata di fronte a tale prospettiva. -No, non farlo. Ti prego. Ha una famiglia, dei figli piccoli. Non potrei dormire la notte sapendo che abbia perduto il lavoro a causa mia.- La giovane Albizzi di fronte e tale bontà d'animo non potè fare a meno di restare ammirata e prometterle che non avrebbe fatto niente per punire la serva.

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I Medici
FanfictionSelene Salviati e Andrada de' Albizzi non potrebbero essere più diverse: popolana l'una, nobile l'altra; fragile e ingenua l'una, forte e coraggiosa l'altra. Eppure le loro vite saranno destinate a incrociarsi quando entrambe entreranno in contatto...