"Non sarebbe stato un cammino semplice"

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POV: SELENE

La pioggia, con grande sconforto di tutti, era durata una sola notte. La situazione nei quartieri poveri di Firenze peggiorava di giorno in giorno e questo non faceva altro che incupire l'umore di Selene, già messo a dura prova dalla gravidanza che, fino a quel momento, si era rivelata tutt'altro che facile e rilassante. Cosimo e Lorenzo però avevano preso estremamente a cuore la situazione dei loro sfortunati concittadini ed ogni giorno in Repubblica premevano per lo stanziamento di fondi per la ristrutturazione dei quartieri e per la distribuzione di grano e acqua e, nonostante la ferma opposizione del gruppo più conservatore e aristocratico dell'assemblea, stavano cominciando ad ottenere ottimi risultati. Ogni sera Lorenzo, quando tornava a Palazzo, stringeva forte a sè sua moglie sotto le coperte per tenerla al caldo e le raccontava tutti i provvedimenti decisi per fronteggiare al meglio la situazione. A lei mancava molto suo marito, avrebbe voluto averlo vicino ogni istante in quel periodo così speciale, ma sapeva di essere una privilegiata e che lui trascorreva il suo tempo ad occuparsi del bene della città dunque non si lamentava e, quando lui finiva di raccontare, era lei a narrargli ogni piccolo cambiamento del suo corpo e insieme immaginavano il loro bambino. La notizia della gravidanza di Andrada li aveva resi estremamente felici e nelle lunghe giornate che la moglie di Cosimo e Selene trascorrevano a Palazzo le due si confrontavano emozionate e passavano ore e ore a fantasticare sulla loro vita futura. Andrada era molto più resistente della sua amica: non aveva avuto e continuava a non avere nessun sintomo, nessuna nausea e nessun malessere e questo l'aveva resa oggetto di una bonaria invidia da parte dell'altra che, nonostante tentasse di ignorare gli effetti negativi che la gravidanza continuava a propinarle senza tregua, era periodicamente preda di feroci sbalzi d'umore, mal di testa e di una forte stanchezza. Marco Bello le aveva raccontato divertito che i suoi atteggiamenti gli facevano tornare alla mente Anna nel periodo in cui aspettava lei: "Ero piccolo ma ho chiaramente impresso nella mente papà che cerca di consolarla senza risultati! Era assolutamente disperata, piangeva e urlava in continuazione ed io ero molto spaventato!" Le aveva detto ridendo. Selene gli era grata per quei momenti intimi tutti loro: era solo grazie a lui se nella sua mente il ricordo dei genitori non sbiadiva con il tempo e nonostante le loro vite fossero cambiate totalmente il bellissimo rapporto che avevano sempre avuto era rimasto uguale. A volte le capitava di immaginare come sarebbe stato avere la sua mamma e il suo papà con lei in quel periodo così bello ma cercava di non dispiacersi eccessivamente: già troppi pensieri la preoccupavano e doveva invece provare a godersi la gravidanza con più leggerezza per il suo bene e per quello del suo bambino. Spesso, quando il freddo dava ai fiorentini un po' di tregua, andava a trovare Venere. Le dispiaceva aver dovuto rimandare le sue lezioni con Andrada per imparare a cavalcare ma era per un motivo più che valido ed era fermamente decisa a riprenderle appena i piccoli fossero nati. Aveva inoltre notato che quando decideva di trascorrere un po' di tempo con il suo cavallo Michela insisteva quasi morbosamente nel volerla accompagnare ma aveva ormai smesso di chiedersi il perchè e poi si divertiva moltissimo in compagnia della simpatica servetta che, con il suo modo di fare allegro ed esuberante, portava sempre una ventata di gioia nella delicata malinconia del suo animo. Ottobre era ormai iniziato da alcuni giorni e Cosimo aveva avvertito le due giovani matrone che presto si sarebbe tenuta una Messa nella Basilica di S. Lorenzo per ricordare Giovanni a tre mesi dalla sua scomparsa, approfittando del fatto che la statua che doveva rappresentare il capostipite della famiglia Medici era finalmente stata ultimata. Selene avrebbe preferito di gran lunga evitare di incontrare Donatello che, in qualità di coordinatore dei lavori di realizzazione dell'opera, certamente non sarebbe mancato: negli ultimi tempi infatti aveva cominciato a sentirne molto di più la mancanza ma non riusciva proprio a sconfiggere quel baratro di sfiducia che il tradimento dell'artista aveva interposto fra loro due. La mattina della cerimonia il cielo era plumbeo, ma non vi era la minima speranza che potesse piovere. Selene fu svegliata teneramente da Lorenzo e cercò di ignorare il forte mal di testa che la affliggeva ma era piuttosto difficile e dovette far ricorso a tutte le sue forze per non crollare per la disperazione: amava follemente il piccolo esserino che ormai sentiva sempre più spesso muoversi dentro di sè ma non riusciva a capire perchè un avvenimento così bello dovesse provocarle così tanti problemi. "Tieni, bevi un po' di acqua fredda e promettimi che appena torneremo a Palazzo ti stenderai un po' e cercherai di riposare." Esclamò Andrada porgendole un bicchiere colmo d'acqua. Selene lo afferrò e bevve, squadrando la sua amica. Era ancora nei primi mesi di gravidanza e teoricamente i suoi sintomi avrebbero dovuto essere molto più evidenti e più marcati di quelli con cui doveva fare i conti lei, ma sua sorella era come al solito in perfetta forma e, nonostante fosse fra le due quella abituata ad aver bisogno di più ore di sonno, era anche la più riposata. "Che c'è?" Le chiese la moglie di Cosimo, stupita dal suo atteggiamento. "Niente Andra, niente. Credo che dovremmo andare adesso o faremo tardi." Le rispose Selene sospirando e chiamandola con quel soprannome affettuoso che le aveva trovato da un po' di tempo a quella parte. L'altra annuì e insieme uscirono dal Palazzo e salirono sulla carrozza, nonostante Andrada avrebbe preferito di gran lunga andare a cavallo piuttosto che rinchiudersi nel piccolo mezzo, dove già le attendava l'odiata suocera Piccarda. Per tutto il tempo del viaggio quest'ultima, come suo solito, ignorò completamente la moglie del suo figlio minore concentrandosi a parlare vivacemente con l'altra nuora della bellissima notizia. "È un'emozione indescrivibile! Finalmente i Medici avranno un erede diretto! Che gioia, mia cara! Non potevo desiderare per mio nipote, perchè sono sicura che sarà un maschio, una madre migliore di te e un titolo più onorevole di quello della tua nobile famiglia!" Sentenziava stridula. Selene la guardava ferale, stropicciandosi nervosamente le mani. Andrada sapeva bene che il suo umore poteva essere intaccato da qualsiasi piccolezza e poteva solo immaginare quanto l'atteggiamento della suocera la irritasse. La guardò preoccupata sperando che riuscisse a controllarsi ma la giovane, mordendosi la lingua per impedirsi di parlare, ignorò quel patetico teatrino e si voltò a guardare fuori dal finestrino le strade desolate della città. Quando giunsero nella Basilica Lorenzo, prima di raggiungere suo fratello impegnato nei saluti formali ai cardinali che avrebbero presieduto la cerimonia, si avvicinò alla carrozza e aiutò le tre donne a scendere. "Va tutto bene?" Sussurrò a sua moglie. Lei annuì impercettibilmente e si avvicinò ad Andrada, rendendo omaggio alle autorità religiose insieme a lei e a sua suocera che le precedeva di pochi passi. Quando entrarono nella Chiesa la giovane restò ammaliata dalla luminosità e dalla bellezza della statua in marmo che campeggiava sulla lapide di Giovanni. Lo ritraeva perfettamente in ogni particolare del volto e dello sguardo austero e lei non potè fare a meno di riconoscere il tocco di Donatello, che ormai le era familiare come il proprio. Seguì silenziosamente le altre donne della famiglia disponendosi, come da tradizione, nell'ala sinistra della Basilica e notò con un pizzico di sollievo che i membri della Repubblica e i signori di rango presenti non la guardavano più come se fosse infetta da qualche malattia trasmissibile e non parlavano più sottovoce fra di loro al suo passaggio. I loro sguardi erano cambiati però, erano morbosi, indirizzati discretamente alle curve del suo corpo. Sapeva che guardavano così anche Andrada e la sua amica l'aveva tranquillizzata ma quegli occhi penetranti le facevano venire comunque i brividi. A destra, vicino la stupefacente statua bianca, erano riuniti gli artisti. Era consapevole del fatto che avrebbe dovuto salutarli al termine della cerimonia ma non riuscì a impedirsi di cercare Donatello con lo sguardo già da allora. Ben presto però i cardinali diedero il via alla Messa e lei capì che avrebbe dovuto attendere. Odiava poche cose della sua vita a Palazzo ed una di queste erano proprio le cerimonie religiose: era costretta a restare seduta accanto a sua suocera per un tempo lunghissimo e tutti gli sguardi erano puntati su di lei e su Andrada con fare indagatore ma, consapevole che quella "sofferenza" non era nulla in confronto alla vita meravigliosa che aveva la fortuna di vivere al contrario di molte altre persone, aveva imparato a sopportarla di buon grado. Dopo un'ora e mezza di lunga agonia durante la quale il mal di testa non le aveva dato tregua finalmente potè ricongiungersi ad Andrada. Insieme si avvicinarono alla statua, raggiungendo i loro mariti, e passarono una buona mezz'ora a stringere mani e propinare falsi sorrisi a volti di uomini ancora più falsi. Selene continuava a guardarsi intorno alla ricerca del suo amico e Andrada potè riabbracciare i suoi zii e il cuginetto Ormanno. Fu solo verso la fine dei saluti di rito che la moglie di Lorenzo incrociò quello sguardo. Donatello stava salutando Piccarda ma, quando la vide, le si avvicinò timoroso. "Buongiorno..." mormorò imbarazzato. Lei accennò un sorriso, mentre il cuore le batteva forte. "Buongiorno." Rispose. Il silenzio imbarazzante che venne a crearsi era insostenibile per entrambi e dunque la giovane decise di romperlo. "La statua è bellissima, complimenti. Il tempo passa ma tu sei sempre molto bravo!" Disse infatti. Donatello sorrise malinconicamente. "Grazie, tu sei sempre molto gentile." Sussurrò abbassando lo sguardo. "Ho...ho saputo della bella notizia. Ormai a Firenze lo sanno tutti, le persone nei quartieri poveri sono eccitatissime: tu sei l'emblema di un loro sogno irrealizzabile, la tua storia dà loro la forza di andare avanti e di guardare al futuro con maggiore speranza in questi momenti difficili e la notizia che il primo erede di una famiglia così prestigiosa come la vostra nascerà dal grembo di una ragazza che non è cresciuta fra i fasti di palazzi nobiliari e corti li rende fieri e orgogliosi. Come stai?" Aggiunse poco dopo. Selene però non ebbe il tempo di rispondergli perchè Lorenzo la stava chiamando: Niccolò Uzzano si era appena unito agli altri membri della Repubblica per il saluto formale da porgere alla famiglia Medici e doveva esserci anche lei. "Scusami, devo andare adesso" disse con riluttanza: il timore di rincontrare il suo amico artista era infatti velocemente scomparso e lei avrebbe dato qualsiasi cosa per fermarsi a parlare ancora un po'. In fin dei conti avevano condiviso moltissimo e la sua mancanza si faceva sentire sempre di più. Era vero, Donatello aveva commesso uno sbaglio ma chi era lei per giudicarlo così pesantemente? Non ci aveva pensato un secondo a perdonare suo fratello, ma con il suo amico le sembrava tutto così maledettamente difficile. Aveva contemporaneamente voglia di gettargli le braccia al collo e di mollargli uno schiaffo e correre via e lo sconvolgimento psicologico dovuto alla gravidanza non la aiutava affatto. "Certo, vai. Allora...ehm...auguri!" Mormorò Donatello, con una nota di tristezza nella voce che aveva spento il timido entusiasmo di poco prima. "Grazie..." sussurrò lei prima di voltarsi e di raggiungere suo marito e gli altri. Marco Bello, da poco lontano, aveva osservato tutta la scena con il cuore in gola: voleva che le due persone più importanti della sua vita tornassero a parlarsi e a frequentarsi perchè avevano bisogno l'uno dell'altra e che Selene trovasse la forza di perdonare Donatello ma conosceva profondamente la sua amata sorella e sapeva che riconquistare la sua fiducia non sarebbe stato un cammino semplice.

Angolo autrici:
Buongiorno a tutti! La domanda del quiz oggi, come potete facilmente immaginare, è:
DESCRIVI LORENZO CON 5 AGGETTIVI.
Alla prossima! 😙

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