"Cerimonia"

649 28 0
                                    

POV: ANDRADA

Ormai tutto era pronto e a Palazzo de' Medici, oltre alle due spose, erano rimasti soltanto coloro che le avrebbero accompagnate all'altare e le ancelle che si erano occupate della vestizione, tutti gli altri stavano attendendo il loro arrivo a Santa Maria del Fiore. Andrada dalle porte spalancate riusciva a vedere soltanto uno spicchio della folla di popolani che si era radunata per assistere al loro passaggio e la carrozza decorata che le attendeva e si sentiva tremare le gambe. -Sei di una bellezza sconvolgente, piccola. Cosimo de' Medici è un uomo davvero fortunato.- la voce che aveva proferito tali parole era quella di Rinaldo de' Albizzi, che dopo averla raggiunta le porse il braccio sorridendo con calore ma con una luce strana negli occhi. Andrada tendeva spesso a dimenticare che suo zio aveva soltanto dieci anni in più di lei e a considerarlo molto più vecchio ma ora vedendolo acconciato per la festa e rilassato si rese conto quasi con stupore che era davvero identico a come ricordava suo padre quindi non potè fare a meno di ricambiare con un sorriso smagliante. -Andiamo.- disse quindi lui e, ignorando volutamente Selene e suo fratello, la condusse alla carrozza tra le acclamazioni e gli applausi del popolo che lanciava su di loro fiori e gridava benedizioni. Matrimoni come il suo venivano sempre considerati eventi pubblici e i cittadini erano invitati ad assistervi ma questo in particolare aveva suscitato la curiosità di tutti perchè, non solo si sarebbero sposati entrambi i figli di uno dei più ricchi e potenti banchieri, ma delle due spose una sarebbe appartenuta alla famiglia dei loro più acerrimi nemici mentre l'altra sarebbe stata una semplice popolana. Nessuno aveva capito la scelta di Giovanni de' Medici e si favoleggiavano molte cose tra cui che in realtà fosse un'esule principessa di qualche terra lontana dell'Ovest fuggita perché il suo regno era stato conquistato dai Turchi. Andrada e Selene avevano scherzato a lungo sull'argomento quando erano venute a sapere quello che si vociferava, ed erano giunte alla conclusione che il popolo aveva una fantasia illimitata quando si trattava di pettegolezzi. Guardandosi intorno la nobile li vide per quello che erano davvero. Vestiti con i loro abiti migliori, lavati e pettinati, sorridevano e l'acclamavano ma lei non potè fare a meno di ricordare il quartiere povero dove era andata a cercare Selene e vedere in quei volti l'ombra di ciò che avrebbero trovato a casa una volta che la magica atmosfera da festa fosse sfumata. Certo quel matrimonio straordinario era una bella distrazione dagli affanni della loro vita ma restava solo quello: una breve ed illusoria distrazione, quindi Andrada dovette sforzarsi non poco per ricambiare i sorrisi e i saluti. Una volta che fu salita sulla carrozza si sporse dal finestrino aperto per vedere come quelli avrebbero preso la comparsa di Selene e notò senza il minimo stupore che erano molto più sinceramente felici di come lo erano stati nel vedere lei. Nonostane le voci assurde che giravano al riguardo, quello che stava per ottenere la ragazza era il sogno impossibile di qualunque popolana, sembrava una bella favola in cui il principe azzurro si innamorava di una semplice contadina dal cuore nobile e la trasformava nella sua principessa, vederlo realizzato donava in qualche modo speranza a tutte loro. Quando finalmente la sua amica fu seduta di fronte a lei sul veicolo le brillavano gli occhi e Andrada non potè evitare di sorriderle, qundi si disse che aveva avuto troppi pensieri tristi in un giorno che avrebbe dovuto essere il più bello della sua vita quindi si impose di pensare solo al fatto che era circondata da tutte le persone che le erano più care al mondo e al fatto che tra poche ore avrebbe sposato l'uomo che amava. Perciò, con rinnovato entusiasmo, si sporse a salutare tutti mentre il cocchiere faceva avanzare i cavalli a passo d'uomo, per permettere ai popolani di ammirarle come da tradizione, e per una volta non sentì nemmeno il malessere che solitamente le provocava viaggiare al chiuso. Non appena furono giunti a Piazza della Cattedrale il suo sguardo venne inevitabilmente calamitato dalla Cupola del Brunelleschi. Proprio lì, di fronte ai cantieri per l'edificazione di quel meraviglioso capolavoro architettonico, poco più di un mese prima aveva incontrato per la prima volta Cosimo de' Medici quindi le sembrava più che giusto soposarlo proprio a Santa Maria dal Fiore. La carrozza si fermò di fronte all'ingresso principale e suo zio saltò elegantemente a terra per poi porgerle la mano ma, prima di accettarla, Andrada si volse verso Selene -Ascoltami bene. Quando entrerai in chiesa guarda solo gli occhi del tuo Lorenzo e non rivolgere mai lo sguardo agli invitati. Non farti in alcun modo intimidire: questo è il tuo giorno e il loro parere non ha alcun valore- disse accarezzandole il volto con orgoglio prima di lasciarsi aiutare a scendere. Il potente sole di fine Maggio faceva brillare i capelli biondi di Rinaldo come fossero d'oro e nell'aria si sentiva già il calore dell'imminente estate mentre Andrada percorreva i pochi passi che la separavano dal portone finemente decorato della chiesa. -Mi sembra ieri il giorno in cui Luca venne da me, mentre ancora ragazzino mi allenavo con la spada di legno in giardino, per dirmi che eri nata. Ricordo che pensai di non averlo mai visto tanto felice come in quel momento e fui geloso che il mio fratellone potesse amare qualcuno più di me. Tutto cambiò però quando ti vidi: eri un esserino minuscolo con un ciuffo di capelli nerissimi in completo contrasto con la stirpe perché gli Albizzi sono famosi per i loro capelli biondi ed eri così tenera e buffa che subito ti presi in simpatia. E ora ho qui di fronte a me una giovane e bellissima donna che ho l'onore di accompagnare all'altare.- una lacrime di commozione sfuggì a suo zio ma si riprese in fretta e dopo aver cancellato con il pollice quella piccola lacrima che stava percorrendo indisturbata la propria guancia, senza darle il tempo di rispondere per cercare di esprimere a voce tutta la gratitudine che i suoi occhi già mostravano chiaramente, la prese sottobraccio e fece un cenno alle guardie che si affrettarono ad aprire le porte per loro, inchinandosi con reverenza. Una volta dentro vennero accolti dal suono di un magnifico organo e presero a camminare lentalente tra file interminabili di invitati. La prima cosa che vide la giovane quando i suoi occhi si abituarono alla penombra della chiesa furono i suoi occhi, in quella luce soffusa erano più scuri: blu come il cielo notturno. Restarono a scrutarsi l'un l'altra fin dentro all'anima per alcuni interminabili secondi prima che il campo visivo di Andrada si allargasse a comprendere anche il resto del viso di Cosimo che aveva un'espressione così estasiata da risultare quasi buffa, poi ancora notò il modo in cui la veste dorata cingeva il suo fisico marmoreo ma si affrettò a distogliere lo sguardo arrossendo di fronte a tale pensiero. Era quasi giunta all'altare quando finalmente registrò la presenza di Sua Santità il Papa, degli undici cardinali che lo assistevano e di un coro immenso. Era tutto così incredibile da lasciare chiunque a bocca aperta. La giovane aveva percorso decine di volte quei metri che separavano l'ingresso dall'altare quando andava lì a pregare ma quello spazio non le era mai sembrato tanto lungo come in quel momento quindi, quando fu di fronte a Cosimo, non potè evitare un sospiro di gioia. Rinaldo, seguendo la tradizione, le prese la mano e la mise tra quelle del giovane Medici in un gesto antico quanto l'umanità che esprimeva, senza bisogno di parole, la gioia mista a dolore che ogni padre, e suo zio ne aveva a lungo fatto le veci, provava nel lasciare a qualcun altro il compito di amare e prendersi cura della propria bambina ormai diventata donna. Andrada si era appena posta al fianco del suo amatissimo sposo, che le aveva sussurrato un ti amo appena accennato, quando le porte di Santa Maria del Fiore si aprirono una seconda volta lasciando entrare Selene e Marco Bello e la nobile si voltò subito a guardare con soddisfazione Lorenzo che stava in piedi tremante vicino al fratello maggiore. Se le era sembrata quasi buffa l'espressione estatica di Cosimo nel vederla entrare per poco non scoppiò a ridere guardando quella del minore dei Medici. Era rimasto letteralmente a bocca aperta e ne aveva ben donde: la sua sposa era un vero incanto e staccò gli occhi da quelli di lui solo per un breve istante per ricambiare il sorriso di Andrada. Cronos, il Tempo, spesso sembra prendersi gioco degli esseri umani e, se mentre la nobile aveva percorso i passi che la separavano dal suo amato sposo si era divertito a dilatarsi oltre misura, ora si strava rifacendo e la cerimonia le sembrò durare pochi istanti perché già si stava concludendo. -Oggi, con Dio testimone, sono stato ministro di ben due matrimoni e niente rallegra il cuore di un vecchio uomo di Chiesa come vedere la mano del Signore all'opera nell'amore che lega queste due coppie di giovani. Che Egli vi protegga e vi mantenga nella Luce della Sua Grazia concedendovi felicità e prosperità per tutti gli anni di vita che nella Sua infinita Bontà vi donerà.- li congedò quindi il Papa e tutti gli invitati si alzarono in piedi per applaudirli e lanciare su di loro riso e fiori mentre si dirigevano verso l'uscita. Andrada mentre camminava al fianco di Cosimo, con gli altri due sposi al seguito, non poteva fare a meno di guardare, con un sorriso estatico dipinto sul volto, le loro mani unite e le fedi dorate che brillavano sulle dita. Alzò lo sguardo per un solo attimo ma fu sufficiente perché incontrò, in fondo alla chiesa, due slavati occhi familiari ma assolutamente fuori posto. Appartenevano a Obizzo Da Polenta, il figlio del Signore di Ravenna scomparso dopo che suo zio aveva rifiutato di concedergli la mano di Andrada perché già impegnata. Le sembrò anche di notare una scintilla di odio misto a follia nel modo in cui fissava suo marito e non potè evitare di sentire un brivido freddo di puro terrore. Fu un istante, più breve di un battito di ciglia, poi lui la guardò e le sorrise in modo rilassato e lei pensò di essersi immaginata quello sguardo quindi si convinse che era normalissimo che lui fosse stato invitato al matrimonio e smise di pensarci.

I MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora