"Che si svegli pure tutta Firenze!"

421 18 8
                                    

POV: ANDRADA

Finalmente la pioggia. Era il quarto giorno di Ottobre e Andrada venne svegliata dal rumore dei tuoni. Senza neanche chiedersi che ora fosse si precipitò nuda com'era verso le grandi vetrate della stanza che condivideva con suo marito e incurante del freddo che le faceva venire la pelle d'oca mise una mano fuori per raccogliere le preziose goccioline. Non era ancora l'alba e fuori era completamente buio perché le nuvole avevano coperto la pallida luna crescente e le stelle. Non si rese nemmeno conto di quanto tempo avesse trascorso intenta a guardare estasiata quella tanto attesa pioggia, pregando che durasse abbastanza a lungo da riempire le riserve della città ormai quasi totalmente prosciugate, quando sentì due grandi mani bollenti accarezzarle la pelle ormai fredda della vita e un corpo altrettanto caldo sfiorarle la schiena. -Hai deciso di farci ammalare entrambi?- la voce assonnata ma scherzosa di Cosimo la fece sorridere, ma era troppo felice per rispondere alla provocazione di suo marito quindi, senza degnarlo di una risposta, si voltò a guardarlo con un enorme sorriso sulle labbra. Era meravigliosamente nudo e il suo corpo marmoreo la distrasse per qualche secondo di troppo. -Piove...- fu l'unica parola che riuscì a dire quasi balbettando. Era assurdo che lui riuscisse a farle ancora quell'effetto nonostante fossero ormai marito e moglie da mesi. -Ho visto amore e sono felice tanto quanto te, credimi. Ma questo non è comunque un buon motivo per prendersi un malanno, fuori si gela.- le sussurrò lui dolcemente accarezzandole i capelli umidi prima di sporgersi a chiudere le vetrate. Sbuffando irritata la ragazza lo seguì a letto ma non riuscendo più a prendere sonno per l'eccitazione rimase ad ascoltare a lungo il rilassante ticchettio sul tetto. Fu quando ormai era quasi in dormiveglia che si rese davvero conto che era già il quattro Ottobre e che il suo ciclo ritardava da più di due mesi. Riprendendo di colpo lucidità scattò a sedere con il cuore che le batteva a mille nel petto e gli occhi spalancati. Come aveva fatto a perdere in quel modo la cognizione del tempo? Il suo ciclo di luna era sempre stato puntualissimo, aveva mai ritardato di un giorno. Era così ovvio. Ciò che l'aveva ingannata, portandola a non capirlo prima, doveva essere stata la mancanza di tutti quei sintomi che aveva invece immediatamente notato in Selene. Non aveva nausee mattutine o più sonno del solito nè tanto meno violenti sbalzi d'umore. Si alzò dal letto una seconda volta e si diresse nella stanza da bagno dove rimase a studiarsi nello specchio a muro. Era persino ingrassata, ma in modo talmente poco evidente da non averci nemmeno fatto caso. Si sentiva una stupida a non averlo capito prima: era senza dubbio incinta. Contando e ricontando i giorni capì che doveva essere successo a metà luglio, probabilmente proprio il giorno in cui era morto Giovanni de' Medici. Non appena tale idea sfiorò la sua psiche si trasformò immediatamente in assoluta certezza e gli occhi della pallida donna riflessa nello specchio si velarono di lacrime di commozione. Senza indugiare un attimo di più corse da Cosimo e gli saltò sopra urlando di gioia. -Amore, amore, svegliati devo dirti una cosa meravigliosa!- lui aprì gli occhi di scatto e si guardò intorno spaventato e Andrada non potè fare a meno di ridere di fronte all'espressione del suo viso. La confusione però lasciò ben presto il posto alla rabbia quando egli si rese conto che non era successo niente di allarmante. -Ma ti ha dato di volta il cervello? Mi hai fatto prendere un colpo. Cosa, hai deciso che non devo più dormire stanotte?- esclamò infatti con una voce quasi stridula che non fece altro che aumentare la ridarella di sua moglie. Lui di fronte a un atteggiamento così assurdo se la scrollò di dosso e si coprì la testa con il lenzuolo brontolando di donne pazze. -Oh dai non fare così, non volevo spaventarti ma non posso aspettare un attimo di più per dirti questa cosa. Sono incinta, Cosimo! Avremo anche noi un bambino!- disse finalmente Andrada scuotendolo per una spalla in un gesto quasi infantile ma il sorriso le morì sulle labbra vedendo che lui non si era mosso di un millimetro nè rispondeva. -Non sei felice?- chiese quindi quasi bisbigliando con un nodo che le cresceva in gola. Passarono alcuni lunghissimi secondi prima che lui facesse alcunchè tanto che la ragazza aveva cominciato a temere che si fosse addormentato e non avesse sentito nulla. Quando ormai sentiva il cuore quasi spezzarsi per l'angoscia lui si voltò. Andrada fece in tempo solo a notare che aveva le pupille talmente dilatate da inghiottire completamente l'azzurro delle iridi prima che lui la sollevasse tra le braccia e cominciasse a volteggiare per la stanza come un pazzo. -Mi chiedi se sono felice? No, certo che no! Sono molto più che felice!- gridò continuando a girare e facendo cadere tutti gli oggetti. -Fermati mi fai girare la testa! E poi se continui a fare tutto questo chiasso sveglierai tutta la casa.- lo rimproverò lei cercando di assumere un'aria imperiosa ma fallendo miseramente: troppa era infatti la gioia e il sollievo che provava in quel momento. -Non mi importa. Che si svegli pure tutta Firenze!- disse e, per la gioia dello stomaco di sua moglie, si fermò e la depositò delicatamente sul letto poi aprì quella stessa finestra da cui meno di un'ora prima avevano osservato l'acquazzone: -Diventerò padre!- urlò con tutte le sue forze al cielo ormai rossastro coprendo il rumore della pioggia con la sua voce. Cosimo aveva appena richiuso le finestre e sorrideva estatico alla pancia ancora piatta di sua moglie quando sentirono bussare alla porta e la voce preoccupata di Lorenzo chiedere che cosa fosse successo. Andrada fece appena in tempo a capire le folli intenzioni di suo marito e afferrare un lembo di lenzuolo per coprirsi prima che lui aprisse la porta di scatto nudo com'era. La ragazza riuscì a scorgere lo sguardo scandalizzato di Lorenzo e uno scorcio del volto di Selene prima che il primo le coprisse gli occhi con un gesto repentino -Cosimo!- vociò quindi con un tono stridulo che fece scoppiare a ridere Andrada per l'assurdità della situazione. Non riusciva vedere il viso di suo marito ma immaginò che avesse avuto un lampo di lucidità perché sbattè la porta in faccia ai due e si voltò a guardarla strabuzzando gli occhi. Quando notò che la moglie aveva fatto in tempo a coprirsi tirò un impercettibile sospiro di sollievo, le gettò una vestaglia e ne indossò una a sua volta prima di tornare ad aprire la porta con un sorriso imbarazzato. La coppia era ancora lì con lo stupore dipinto sul viso. -T-tu sei uscito nudo di fronte a mia moglie!- fu finalmente l'esclamazione indignata di Lorenzo. -Ma come ti viene in mente di andare ad aprire senza i vestiti addosso?- continuò poi mentre sul suo viso si alternavano in modo quasi comico stupore e rabbia. -Oh smettila, non ha visto niente! Dormo nudo, non mi sembra tanto assurdo. Ora entrate dobbiamo parlare.- rispose il maggiore dei Medici ignorando suo fratello e trascinando i due quasi di peso nella stanza. Selene si limitò a guardare sua sorella inarcando un sopracciglio e quest'ultima le rispose scuotendo la testa con un sorriso di scuse appena accennato. I due uomini non notarono quello scambio silenzioso. Cosimo, infatti, si voltò verso Andrada: i suoi occhi azzurri brillavano di felicità. -Vuoi dirglielo tu, amore?- le domandò. Era così abituata a pensare a suo marito nella veste del politico di successo o del pater familiae giudizioso e responsabile da dimenticare che in fondo era comunque solo un ragazzo ed era meraviglioso per lei vederlo per una volta tanto giovane e spensierato come tutti i suoi coetanei. Gli si avvicinò lentamente e dopo avergli stampato un casto bacio sulle labbra gli prese la mano e si voltò a guardare quelli che ormai considerava come un fratello e una sorella. -Aspetto un bambino.- disse e bastarono quelle tre parole per far passare a Lorenzo il muso che stava tenendo da quando era entrato nella stanza. Sorprendendo tutti lanciò un grido degno di una bestia ferita e corse da lei per stringerla così forte da toglierle quasi il fiato. -Ma allora è un vizio di famiglia urlare come degli idioti prima dell'alba!- esclamò lei ridacchiando ma ricambiò l'abbraccio con lo stesso affetto e una punta di commozione. -Oh falla finita di fare sempre l'acida, rovini l'atmosfera!- detto questo finalmente la lasciò andare e la ragazza temette che nel troppo entusiasmo le avesse incrinato una costola. A quel punto incontrò finalmente gli occhi di Selene e vedendo le lacrime di gioia solcarle le guance non potè più trattenere l'emozione e scoppiò a piangere a sua volta. Si abbracciarono e Andrada affondò il volto nei capelli dell'amica respirando il suo profumo familiare, non avevano bisogno di parole  per comprendersi alla perfezione. I loro figli sarebbero cresciuti insieme come fratelli e non avrebbero mai desiderato niente di meglio. Dopo essersi scambiati tutte le effusioni del caso rimasero per ore a chiacchierare eccitati ma fu solo a mattina inoltrata che si resero conto che aveva smesso di piovere.

Angolo autrici:

Prossima domanda del quiz:
DESCRIVI COSIMO USANDO 5 AGGETTIVI.
Abbiamo dovuto aggiornare il capitolo perché per qualche motivo che va ben oltre la nostra comprensione durante la pubblicazione si è cancellato l'angolo autrici 😣😣
Speriamo che questa sia la volta buona...
Alla prossima 😘

I MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora