"Viaggio"

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POV: ANDRADA

Andrada si trovava in Sala a fare colazione con il resto della famiglia giocherellando distrattamente con la collana che suo zio le aveva ridato la sera prima. -Ho saputo che Federico de' Bardi ha lasciato Firenze due giorni fa e che è andato nella Magna.- esordì Rinaldo cogliendola di sorpresa e Andrada sentì una fitta al cuore. Federico, il suo Federico, il migliore amico se ne era andato, forse per sempre. Quando gli aveva detto addio quel giorno in chiesa sapeva che non avrebbe più potuto essergli amica, ma aveva cercato di convincere sè stessa che era stata la scelta migliore e che lui sarebbe stato felice. Ma evidentemente non ci era riuscita. -Mi dispiace, so che eravate amici da molto tempo.- proseguì lui vedendola impallidire. Ma lei non riuscì a rispondere e il silenzio regnò sulla tavola per alcuni lunghi minuti per essere interrotto solo da Ormanno, il suo cuginetto di appena sei anni, che chiedeva dell'uva. -Tra due settimane ci sarà il matrimonio, Giovanni de' Medici ha scritto a Sua Santità il papa che ha acconsentito a venire da Roma per celebrare personalmente il matrimonio.- disse suo zio probabilmente nel tentativo di cambiare argomento per distrarla, e ci riuscì. -Il papa?!- chiese lei sorpresa, sapeva che i Medici erano i banchieri del papa ma non pensava che avessero una tale influenza su di lui. -Sì, ma ora vai di sopra e preparati, dopo pranzo partiamo. Andiamo a Ravenna. So quanto hai sempre desiderato poter viaggiare e, dato che ci devo andare per affari, voglio portarti con me. Mi rendo conto che stai soffrendo e che ti stai sacrificando per la tua famiglia e non posso non ammirare ogni giorno il tuo coraggio, non è nel nostro sangue piegarci al volere di altri. Ma posso dirti per esperienza personale che a volte ci vuole molta più forza per calpestrare il proprio orgoglio e fare la scelta giusta che per ribellarsi. Sono fiero di te.- le disse guardandola con gli occhi colmi di affetto e lei non potè evitare di scoppiare a piangere. Suo zio allora si alzò da tavola e la abbracciò come non l'aveva più abbracciata dal giorno in cui era morto suo padre. -Vorrei che Luca fosse qui, per vedere la meravigliosa donna che sei diventata.- le disse con il volto affondato nei suoi capelli. -Sono sicura che ci guarda dall'alto insieme alla mamma, finalmente riuniti. E se sono diventata così il merito è vostro, non potrò mai esprimere a parole l'immensa gratitudine e l'affetto che provo nei vostri confronti, zio.- disse Andrada quando finalmente riuscì a parlare. Quindi si staccò da lui e, sorridendo tra le lacrime, si affrettò su per le scale per andare nelle sue stanze e preparasi per la partenza. Si sentiva felice ed entusiasta come non lo era più stata da molto tempo e mentre passava attraverso il corridoio dove era esposto il ritratto dei suoi genitori si fermò a baciare la tela che custodiva i loro volti. A mezzogiorno tutto era pronto e i servi stavano caricando le loro cose sui cavalli, suo zio infatti, sapendo quanto lei odiasse viaggiare in carrozza, le aveva fatto preparare un magnifico stallone bianco e lei aveva indossato dei calzoni sotto la gonna per non dover cavalcare all'amazzone visto che avrebbero dovuto viaggiare tutto il pomeriggio e parte della notte. Li avrebbero accompagnati tre guardie, anche se la strada per Ravenna era sicura suo zio non voleva correre rischi e anche lui portava una daga appesa alla cintura. Dopo aver salutato tutti montarono a cavallo e partirono al galoppo, Andrada sentiva l'adrenalina e l'eccitazione crescerle dentro come una bolla di calore man mano che le case di Firenze diventavano più rare e piccole e quando superarono le mura della città avrebbe voluto urlare per la gioia. Poi le venne in mente Federico, pensò a come si era dovuto sentire vedendo Firenze diventare sempre più piccola in lontananza senza la certezza di poterla rivedere e si chiese anche se avesse pensato a lei. Ma quel triste pensiero svanì in fretta come era comparso lasciando il posto alla gioiosa ammirazione per la vista della campagna toscana nel pieno del suo splendore primaverile. Sapeva che poco meno di una settimana dopo sarebbe stata di ritorno e che dopo due settimane sarebbe diventata la moglie di Cosimo de' Medici e avrebbe passato il resto della sua vita rinchiusa nel suo Palazzo, ma eliminò in fretta anche quel pensiero dalla sua mente come facevano gli artisti quando con una gomma cancellavano un disegno uscito male.

ANGOLO AUTRICI
Ciao ragazze (e ragazzi se esistete)! Abbiamo pensato di mettere a inizio di ogni capitolo la foto di un personaggio della storia, ovviamente alternandoli ai disegni di Virgola (quando si sente in vena artistica). Molti sono gli stessi attori della serie ma li mettiamo lo stesso. 😂
In questo capitolo è importante la presenza del nostro interventista anti-usurai preferito, quindi iniziamo da Rinaldo de' Albizzi! 😍😍

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