POV: ANDRADA
Era notte fonda e su Palazzo de' Medici finalmente, dopo ore e ore di chiasso a baldoria, era calato un dolce silenzio. Gli ospiti venuti da lontano che non avevano trovato posto nella dimora degli Albizzi si erano da poco congedati per la notte ed erano andati a riposare nelle stanze loro assegnate in attesa di partire o quello stesso giorno o nei seguenti. Andrada e Cosimo, ancora troppo emozionati per dormire benché stanchi, passeggiavano tenendosi per mano attraverso gli immensi corridoi e le sale vuote e lui di tanto in tanto le indicava sussurrando ora una statua ora un affresco parlandole con entusiasmo di artisti e scultori e raccontadole episodi divertenti legati alla realizzazione di ognuna di quelle meravigliose opere fino a confidarle quasi con timidezza che da ragazzo aveva desiderato ardentemente diventare lui stesso un artista. -Io sognavo di essere nata uomo perché così avrei potuto coltivare la mia passione per l'architettura, e ti sto parlando di poche settimane fa.- gli disse ridendo con maliconia al pensiero del suo desiderio impossibile - Ma tu avresti potuto farlo: per la società non ci sarebbe stato alcun problema perché sei del sesso a cui è permessa la libertà di scegliere cosa fare della propria vita e di certo i mezzi non ti mancano né ti sono mai mancati. Perché hai rinunciato a questo desiderio se era così importante?- continuò poi guardandolo con serietà. -Perché il mio destino è sempre stato segnato, sono un banchiere e in quanto tale posso essere il committente ma non l'artista. Inoltre sono il primogenito e devo portare avanti la dinastia, rendere la Famiglia il più potente possibile per permetterle di entrare nella Storia. Sai meglio di me quanto contino poco il volere o le ambizioni dei singoli individui. So che non stravedi per mio padre ma io gli devo moltissimo, ha fatto grandi sacrifici per portare la nostra famiglia tanto in alto nella gerarchia sociale quando suo padre era un semplice commerciante di lana e non ha mai fatto mancare nulla a me e Lorenzo. Se non avessi avuto l'istruzione che lui mi ha permesso di avere non so se avrei mai amato l'arte... - rispose suo marito con una nota appena accennata di tristezza nella voce ma quasi subito un grande sorriso comparve sul suo viso cancellandone ogni traccia e illuminandogli gli occhi. -Amore mio, non pensarci. Il ricordo di nessuna rinuncia sarebbe tanto grande da soffocare la gioia che provo in questo momento a saperti mia moglie. Mi sentirei un ingrato a lamentarmi di una sciocchezza quando in questo stesso momento sono l'uomo più felice del mondo.- le disse per poi attirarla a sé e baciarla prima con dolcezza e poi con sempre maggiore trasporto. Andrada si sentiva inebriata ma sentendo le mani di Cosimo salire con voluta lentezza lungo la sua colonna vertebrale e soffermarsi sul laccio del corsetto ebbe un lampo di lucidità e si rese conto che si trovavano in corridoio, quindi sarebbe potuto passare chiunque, e che non potevano permettersi di non rispettare la tradizione. Era usanza che i due sposi dormissero separati per tre giorni prima di poter consumare il matrimonio per mettere alla prova la loro resistenza e per offrire il tempo necessario affinché chiunque fosse a conoscenza di una ragione valida per cui tale unione potesse essere considerata nulla potesse intervenire. Perciò, contro voglia, si allontanò da suo marito. -Non possiamo. Tre giorni ricordi?- gli sussurrò afflitta trattenendo le lacrime di frustrazione che minacciavano di scorrere sulle sue gote. -Al diavolo la tradizione, è inutile. Il contratto matrimoniale tra le nostre famiglie è di dominio pubblico da più di un mese, se qualcuno avesse avuto una qualsiasi prova per imperdirlo l'avrebbe già fatto. Io ti amo e ora che le nostre anime sono finalmente legate di fronte a Dio voglio che anche i nostri corpi possano unirsi.- rispose lui con passione baciandole prima l'angolo della bocca per poi scondere piano piano lungo la sua mescella fino a raggiungere il collo e riempiendola di brividi di piacere. -Fermati ti prego. La mia capacità di resisterti sta crollando assieme al mio buonsenso. Ti desidero con la stessa disperazione con cui tu dimostri di desiderare me, Cosimo, ma so che già domani potremo pentirci e soffrire per esserci lasciati controllare dai sentimenti.- trovò la forza di dire e finalmente vide le pupille pericolosamente dilatate di suo marito restringersi e la ragione farsi spazio nei suoi occhi, quindi si fece forza e continuò -Sai bene che il lenzuolo macchiato dal mio sangue verginale dovrà essere esposto la mattina successiova alla terza notte-. Questa sua ultima affermazione fece accendere di sdegno l'azzurro dei suoi occhi. -Non permetterò mai e poi mai che tu sia sottoposta a un atto così barbaro, non mi importa di cosa penseranno gli altri, sei mia moglie non la loro. Infine non pensare neanche per un secondo che io possa lasciare che il nostro amore venga banalizzato fino a questo punto a causa della malata curiosità dell'alta società nè che una parte tanto intima di te venga esposata al loro vile sguardo. Ma se tu temi per la nostra futura felicità e vuoi aspettare la terza notte rispetterò il tuo volere e non ti sfiorerò fino ad allora. Ti ho aspettata per tutta la vita, cosa saranno mai altri due giorni?- le disse quindi ammorbidendo il tono della voce nel pronunciare le ultime due frasi e baciandole la fronte con estrema dolcezza. -Buonanotte, amore mio. Se questa notte riucirò a prendere sonno sono certo che sognerò te.- sussurrò quindi allontanandosi e lasciandola sola di fronte alla a porta della sua nuova stanza.
ANGOLO AUTRICI
Mille volte scusa per il ritardo ma la scuola ci sta uccidendo! :( Proprio per questo siamo costrette a pubblicare una volta ogni tre/quattro giorni invece di due come avevamo deciso prima. A presto!

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I Medici
FanfictionSelene Salviati e Andrada de' Albizzi non potrebbero essere più diverse: popolana l'una, nobile l'altra; fragile e ingenua l'una, forte e coraggiosa l'altra. Eppure le loro vite saranno destinate a incrociarsi quando entrambe entreranno in contatto...