"Palazzo de' Medici"

1.2K 52 1
                                        

Palazzo de' Medici si ergeva imponente su una delle vie più grandi di Firenze, la Via Larga. Selene, che vi si avviava timorosa stringendo la mano di suo fratello, notò che le persone che percorrevano quella strada erano completamente diverse da loro: vestite dei tessuti più pregiati, eleganti nei modi, bellissime, irraggiungibili. Si fermò a osservare i gioielli che le donne portavano al collo e sulle dita: erano moltissimi e fabbricati con materiali rari e preziosi. Lei aveva un unico anello che però custodiva gelosamente: si trattava di un regalo che molti anni prima suo padre aveva fatto a sua madre, quando le condizioni economiche della famiglia lo permettevano ancora. Dal momento in cui i suoi genitori erano morti Selene si era appropriata di quell'anello e non se l'era più sfilato dal dito. Lei e Marco Bello infatti avevano rinunciato a venderlo anche quando avrebbero dovuto farlo per risolvere un po' dei loro problemi: era l'unico ricordo che avevano di Ugo e Anna. "Dai Selene vieni, non vorrai farmi arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro!" La voce del fratello riportò la ragazza alla realtà: si rese conto infatti di essersi fermata ad osservare quei meravigliosi gioielli troppo a lungo. "Arrivo!" Lo rassicurò e, raggiuntolo, varcò insieme a lui il grande portone del Palazzo. Le guardie poste all'ingresso avevano un'aria apatica e diffidente e li fecero passare solo dopo che Marco ebbe mostrato loro l'ordine scritto che Cosimo aveva buttato giù per l'occasione. "Da questa parte!" Li indirizzò la voce di una donna, molto probabilmente una serva, che si era avvicinata alla porta non appena li aveva visti entrare. Tanto Marco Bello la seguì senza esitare tanto Selene si fermò, come inebetita, nell'atrio. Non poteva credere a ciò che vedeva! Il Palazzo era semplicemente stupendo, decorato con quadri dei più grandi artisti contemporanei, statue, fontane, arazzi e stemmi. Non aveva mai visto un posto così regale e imponente e avrebbe passato tutto il suo tempo ad ammirarlo se Marco non l'avesse chiamata nuovamente, stavolta con più foga e anche con un po' di nervosismo. Selene si affrettò a raggiungerlo e attraversarono insieme uno stretto corridoio che conduceva alla cucina. "Questa è la cucina del Palazzo. È uno dei luoghi dove noi della servitù passiamo la maggior parte del nostro tempo ma, a quanto pare, per voi non sarà lo stesso. Ho qui davanti a me la guardia personale di messer Cosimo e la sua candida sorellina." La frase della serva scosse entrambi i fratelli: la vita a Palazzo cominciava fin da subito a dimostrarsi difficile come avevano previsto, senza fare sconti. "Attendete qui." Emilia, questo il nome della serva, se ne andò lasciandoli soli. I due si guardarono attorno: pur essendo il luogo della servitù quella cucina era bellissima e non aveva nulla da invidiare al resto del Palazzo. "Allora che te ne pare?" Chiese Marco Bello a Selene. Quest'ultima sfiorò con le dita un vaso di terracotta che ospitava una pianta e che pendeva dal muro. "È bellissimo...ma la gente qui è fredda e scostante. A quanto pare mi hanno già bollata come la tua candida sorellina nullafacente...se la mia presenza è inutile se non fastidiosa per la servitù, non oso immaginare cosa penseranno i Medici di me!" Rispose. Marco non fece in tempo a ribattere perchè arrivò una nuova serva, questa volta più gentile, che fece loro strada attraverso immense scalinate di marmo, stanze imponenti e salotti suggestivi fino a una porta di legno intagliato a bassorilievi. Bussò dopo aver rivolto un sorriso incoraggiante a Selene: le due dovevano avere più o meno la stessa età. "Messer Cosimo" disse entrando "è giunta a Palazzo la vostra nuova guardia". "Oh...bene Michela. Falla entrare." La voce che dall'interno dello studio aveva autorizzato il loro ingresso Selene la ricordava bene: aveva stampate in mente le parole tutt'altro che gentili che quello stesso uomo aveva pronunciato in Piazza il giorno prima. D'un tratto la paura la avvolse di nuovo e sentì le gambe tremare: non era più sicura di voler entrare ma Marco le strinse forte la mano e la condusse con sè. Cosimo de' Medici era un bell'uomo con grandi occhi azzurri e profondi. "Messer Medici" lo salutò Marco Bello stringendogli la mano. Selene pensò di dovergliela baciare ma il giovane banchiere fu più veloce: fu lui ad afferrarle la mano e a baciargliela per primo. "Per quanto ne sappia, in un mondo che si rispetti, è l'uomo il cavaliere!" Le disse sorridendole. La ragazza, sebbene stupita e sconcertata, si sentì sollevata e ricambiò il sorriso. Cosimo li fece sedere ma non perse molto tempo nello spiegare loro ciò che da quel momento in poi sarebbe successo: Marco avrebbe dovuto seguirlo in ogni suo spostamento, accompagnandolo e difendendolo, ma la notte avrebbe potuto trascorrerla con sua sorella nelle stanze che aveva fatto preparare per loro e che sarebbero diventate la loro nuova casa. Selene era invece libera, avrebbe potuto chiedere a Michela tutto ciò di cui avesse avuto bisogno e stare tranquilla. "Per quanto riguarda i vostri averi posso mandare subito qualcuno a prenderli" sentenziò Cosimo. "In realtà non abbiamo nulla che non sia già con noi" sussurrò Marco abbassando lo sguardo, imbarazzato e triste. "Questo non è un problema: provvederò a tutto io!" Rispose l'altro comprendendo al volo la situazione. Selene non riusciva a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie: era lo stesso Cosimo de' Medici che aveva accusato Andrada de' Albizzi di essere una poco di buono quello che si trovava davanti? "Immagino che Emilia vi abbia già mostrato la cucina: lo fa sempre con tutti i nuovi arrivati. Non dovete darle peso: vive nella nostra famiglia da molti anni e ha sempre paura che qualcuno possa tradirci ma se vi dimostrerete fedeli non dovrete temere nulla e nessuno." Detto ciò Cosimo si alzò in piedi e si avvicinò alla porta chiedendo a Michela di accompagnare i due nelle loro stanze. "Comincerai domani, Marco Bello. Per il momento riposati e ambientati nella nuova sistemazione, credo che tu...che voi ne abbiate bisogno". Disse alla sua nuova guardia prima di ritirarsi nello studio. "Aspettate!" Gridò d'un tratto Selene lasciando la mano del fratello e tornando indietro. "Io...voi...ecco io..." Tentò di districarsi nella selva di parole e concetti che le affollavano la mente ma la determinazione che l'aveva spinta a richiamare l'attenzione del padrone di casa l'aveva già abbandonata. Abbassò lo sguardo carica di imbarazzo. "Dimmi" la incoraggiò Cosimo. Marco Bello alzò gli occhi al cielo preoccupato e Selene percepì il suo stato d'animo che contribuì a far aumentare dentro di lei la voglia di sparire all'istante. Odiava doversi sottoporre a tali situazioni imbarazzanti ma era la sua vita ormai e non poteva farci nulla. Ricacciò indietro le lacrime che si stavano facendo violentemente strada verso i suoi occhi e alzò il volto, decisa a fare la richiesta che voleva fare. "Io non voglio essere un'ospite. Non voglio essere "la sorella di Marco Bello" e non voglio diventare un'inutile bocca in più da sfamare. Fatemi fare qualcosa, messer Cosimo! Qualsiasi cosa! Sono brava e imparo in fretta e non vi deluderò!" Disse tutto d'un fiato. La sua determinazione stupì Marco Bello ancor più di quanto non avesse stupito Cosimo. Quest'ultimo sospirò e la guardò negli occhi. "Come ti chiami?" Le chiese. "Selene." Rispose lei, in attesa. "Selene...ecco vedi...in realtà in questo Palazzo non vi è urgente bisogno di una nuova serva ma posso trovare qualcosa per te. Mi piace la tua determinazione. Vedi...fra poche settimane dovrò unirmi in matrimonio a una giovane appartenente a una nobile famiglia e tu potresti essere la sua ancella personale. Potresti aiutarla con i preparativi del matrimonio e servirla quando verrà a vivere qui. Che ne dici?" Selene avrebbe volentieri lanciato un grido di gioia e abbracciato Cosimo de' Medici ma era una ragazza intelligente e capiva come fosse conveniente comportarsi. "Certamente messer Cosimo, sarò onorata e non vi deluderò! Grazie!" Si trattenne appena in tempo dal domandargli chi fosse la sua futura moglie ma non ce ne fu bisogno. "Va bene allora, ti farò chiamare quando Andrada de' Albizzi giungerà a Palazzo. Per ora però riposati e non pensare più di essere di troppo!" Detto questo Cosimo si voltò e tornò nel suo studio. Selene si girò lentamente verso Marco Bello e Michela. "A...Andrada de' Albizzi? Ho sentito bene?". Era stupita e aveva quasi voglia di scoppiare a ridere ma si trattenne fino a quando la serva, dopo averle confermato l'identità della futura signora Medici, non lasciò lei e suo fratello soli nelle loro stanze. "Cosimo sposerà Andrada de' Albizzi...non posso crederci! E dire che l'altro giorno, in Piazza, sembrava volessero strapparsi i capelli a vicenda!" Sospirò gettandosi sul letto dopo aver smesso di ridere. Marco si tolse la cintura e poggiò la spada, la sua prima vera spada, che gli era stata consegnata il giorno in cui aveva ottenuto quel posto, su un tavolo di legno. "Abituati. Nelle famiglie di questo tipo succede anche questo sorella. E non ridere più in questo modo, soprattutto non farlo davanti ai Medici e alla loro servitù così come non devi fare altre osservazioni come quella che hai fatto prima a quella serva, Michela. Siamo gli ultimi arrivati qui e non possiamo permetterci errori". Le disse freddamente prima di andare a farsi un bagno caldo e di lasciarla seduta sul letto a riflettere su quanto fosse stata stupida a pensare che la colpa del litigio avvenuto in piazza fra i due futuri coniugi fosse di Cosimo. Ora che lo aveva conosciuto lo aveva capito: era un uomo rispettabile. Era quella Andrada de' Albizzi la viziata e l'egoista della situazione e dover presto iniziare a lavorare al suo servizio la preoccupava non poco.

I MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora