Capitolo 2

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La sala da tè era un locale elegante, non molto frequentato, situato in pieno centro. Era molto spazioso e le tre vetrate che davano sulla strada rendevano l'ambiente luminoso.

Gli interni, arredati in stile shabby chic, sembravano la perfetta riproduzione delle dimore di inglesi di fine settecento. Ovunque erano disseminati tavolini, vecchi scrittoi, piccole librerie e tendaggi dai vistosi drappeggi. Era un po' come ritrovarsi catapultati in un altro luogo e in un tempo lontano, come se da un momento all'altro potesse capitare di trovarsi di fronte a dame e cavalieri disposti a danzare una quadriglia.

Le librerie e le scaffalature che contornavano l'ambiente non contenevano libri ma erano ricolmi di vecchie teiere, di porcellane finemente decorate e di vasi da farmacia su cui erano impressi i nomi delle spezie più varie.

Jacopo si guardava intorno come se fosse lì per la prima volta. Era da subito rimasto affascinato da quel luogo, gli metteva tranquillità.

Sin dal primo colloquio che aveva sostenuto con i coniugi proprietari dell'esercizio era rimasto ammirato dall'ordine, dalla pulizia e dal profumo che permeava quel luogo. Esattamente allo stesso modo, ora, era ammirato dal ragazzo che gli era di fronte e che gli stava indicando dove riporre i suoi effetti personali.

Simone...

Improvvisamente gli sembrava un nome bellissimo...

Lo osservò con discrezione, o almeno ci provò. Gli sembrava così sicuro di sé, così abile, al contrario di sé stesso, così incapace e impacciato, soprattutto dopo il suo ingresso (poco) trionfale.

Cercando di non fare danni nel piccolo ripostiglio tolse il cappellino, poi la sciarpa ed infine il giaccone. Simone gli porse un grembiule uguale al suo e lo condusse verso il bancone. Lì gli mostrò come muoversi, come sistemare la posizione di lavoro e dove fossero sistemati i vari strumenti del mestiere. In breve, rassicurandolo sul fatto che per il momento non lo avrebbe lasciato da solo, e in linea di massima, gli mostrò come preparare i vari infusi che avevano in menù, solamente quelli già pronti in filtro, quelli più "commerciali" insomma, come servirli e, in generale, come comportarsi con la clientela.

Gli assicurò che non doveva preoccuparsi di nulla, che quei giorni di prova sarebbero serviti proprio a renderlo autonomo, che per qualsiasi dubbio potesse chiedere a lui e che non doveva aver paura di sbagliare perché, almeno per il momento, lui sarebbe stato lì a coprirgli le spalle.

Quelle parole, accompagnate da quel sorriso dolce e comprensivo sembrarono rassicurare Jacopo che, nonostante tutte le sue insicurezze, aveva solamente bisogno di tirar fuori il carattere e mostrare a tutti quello che sarebbe stato in grado di fare.

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