Simone aveva un pensiero, una sorta di voglia, di desiderio inespresso.
Avrebbe voluto chiedere a Jacopo di passare un pomeriggio in piscina ma non sapeva come porre quella domanda.
Da quella sera al parco non erano più stati così vicini, non avevano avuto modo di trascorrere del tempo assieme e lui non la stava vivendo proprio benissimo.
Si sentiva strano, come affetto da una strana ansia, era smanioso di fare e allo stesso aveva paura.
E a questo proposito era giunta a fagiuolo l'idea della piscina.
L'acqua era certamente il suo elemento naturale, l'unico in cui si sentisse veramente a suo agio, era la sua arma di difesa e forse, in quel caso, se tutto fosse andato secondo i suoi piani, sarebbe stata il suo braccio destro, il suo alleato, l'arma con cui colpire e affondare le sue paure.
La leggerezza dell'acqua, il confortante odore di cloro e il silenzio che li avrebbe avvolti gli avrebbero dato la forza di avvicinarsi, di essere sé stesso, di prendere idealmente per mano Jacopo e portarlo ancora un po' dentro il suo mondo.
Si fece coraggio, pensò alle giuste parole da dire e rimase in attesa.
I minuti passavano e i dubbi sembravano assalirlo sempre più, riformulava continuamente le parole che avrebbe usato, si diceva di star tranquillo, che sarebbe stato semplice ma più lo ripeteva più si sentiva inadeguato.
Quando le porte si aprirono Simone alzò lo sguardo col cuore che gli batteva forte nel petto.
Il sorriso di benvenuto, pronto a spuntare sulle sue labbra alla vista di Jacopo, si tramutò in un cipiglio cupo quando ai suoi occhi si materializzò la figura scanzonata di Marco.
«Buongiorno eh» salutò quest'ultimo.
Simone rispose con un borbottio inarticolato per poi tornare alle sue occupazioni.
«Tutto bene?» chiese Marco facendosi vicino al bancone.
«Si, ma» rialzò lo sguardo un poco spento «tu che ci fai qua?» chiese temendo già di conoscere la risposta.
«Qualcosa mi dice che non sei molto felice di vedermi»
«Stupido»
«Oggi Jacopo riposa» disse Marco senza che gli fosse espressamente chiesto «te ne sei dimenticato?»
«Veramente non ci avevo proprio pensato, davo per scontato che venisse lui a darmi il cambio»
«E invece ti devi accontentare di me ma, chissà come mai, credo che la cosa non ti soddisfi a pieno»
Simone sbuffò un sorriso. Non voleva svelarsi a Marco ma dentro si sentiva un po' spento. Si era così tanto impegnato che la delusione fu cocente e ben espressa dal suo volto.
«Sicuro sia tutto ok?» domandò allora Marco.
«Si tranquillo, avevo solo pensato di chiedergli una cosa» disse alludendo a Jacopo senza però nominarlo.
«E non puoi farlo per messaggio?»
«No, non lo so, non mi va»
Marco si accigliò.
«Qualcosa di importante?»
«Lascia stare»
«E se andassi da lui?»
«Adesso»
«Adesso, quando finisci, quando vuoi»
Simone lo guardò scettico ma in fondo quell'idea non gli sembrava poi stupidissima. Non poteva però presentarsi a casa dell'altro senza preavviso, con la possibilità che lui non ci fosse. Si ritrovò suo malgrado a scrivergli un messaggio e ad aspettare fremente la risposta.
"Hai da fare oggi?" gli scrisse.
La risposta non giunse nell'immediato.
"Niente di che, perché?"
"Volevo chiederti una cosa"
"Dimmi"
Dimmi...
Forse aveva sbagliato nella gestione della conversazione.
Cosa avrebbe dovuto dirgli ora?
Forse era destino che i suoi piani andassero in fumo, aveva finito per parlare a Jacopo nel modo che avrebbe volentieri evitato ma, a conti fatti, non aveva avuto altra scelta.
Non ebbe molto modo di pensare, scrisse di getto una risposta e la inviò prima che potesse rivederla o ripensarci.
«Ti va di nuotare?»
Diretto, senza fronzoli.
Aveva espresso in poche parole l'unica cosa che avrebbe veramente voluto.
Lo ammetto, ho fatto un po' di casini con le pubblicazioni ma, fidatevi, ci sto provando a essere precisa.
Intanto ho notato negli scorsi capitoli un'esaltazione compulsiva della violenza, giustificata tra l'altro!
Ebbene, Simone e Jacopo, come due moderni Ercolini sempre in piedi, vi aspettano per una sessione di mazzate, racchettate, randellate, botte in testa e cotillon.
Chissà che si smuova qualcosa.
Affrettatevi, le iscrizioni sono aperte!

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Cambio Turno
RomanceIn un'anonima cittadina di provincia c'è una Sala da Tè. Qui, tra infusi profumati e deliziosi dolcetti, occhi si incontrano e mani si sfiorano, tutto nell'infinitesimale spazio di un cambio turno. Piccola Storia d'Amore e di Tè; di dolcezza e di n...