Quel giorno Jacopo tornò a casa più tardi del solito.
Dopo quella strana e, in un certo senso, intima conversazione avuta con Simone preferì fare quattro passi prima di rientrare.
Ripensò alle sue parole, a tutte le cose giuste che gli aveva detto.
Razionalmente Jacopo riusciva ad ammettere che Simone avesse ragione, che le sue teorie fossero tutte veritiere ma la sua testa era piena di dubbi. Si sentiva un po' incompreso.
Non voleva passare per il ragazzino capriccioso ma davvero, non sapeva cosa fare.
Trascorsa una buona mezz'ora a rimuginare su tutto quanto lo affliggeva preferì scrollarsi di dosso le sue ansie e tornare a casa concentrandosi solamente sulla buona notizia della giornata.
Quando spalancò l'uscio corse nel salone dove sapeva avrebbe trovato i suoi genitori intenti a guardare chissà quale soap opera.
Subito si interpose tra il divano e la TV per conquistare il centro esatto dell'attenzione.
«Avete davanti un lavoratore» disse tutto impettito.
«Hai firmato il contratto? Di già?» chiese suo padre.
«No. Non ancora. Devo portare i documenti e passeremo alle formalità» fece una pausa «ma da domani avrò un mio turno!»
«E avete già discusso sulla retribuzione?» chiese sua madre.
«No ma... Ho un lavoro!» esultò.
«Temporaneo» bofonchiò lei.
«Temporaneo o no è pur sempre un lavoro»
«Sarà» pontificò ancora la donna a mezza bocca.
«Avresti preferito vedermi poltrire per casa?»
«No ma...»
«Ehi ehi» li bloccò l'uomo «non vorrete mica litigare per questo? Ora, non dico di fare i salti di gioia ma nemmeno accapigliarvi»
Jacopo sbuffò alzando gli occhi al cielo mentre sua madre assunse un'espressione pensierosa.
«Tu piuttosto!» sbottò dopo un po' indicando suo figlio «non mi sei mai sembrato uno stacanovista. Cos'è che smuove tutto il tuo entusiasmo? O forse dovrei dire chi è?»
Jacopo sbarrò gli occhioni a dismisura. Fissava sua madre e suo padre alternativamente in cerca di un'ancora di salvezza che non trovò nell'espressione indagatrice di sua madre né in quella divertita di suo padre.
Scosse la testa furiosamente sentendo il rossore invadergli il viso.
«Non c'è proprio nulla degno di nota» affermò «adesso lasciatemi fare una doccia»
Si allontanò dai suoi quasi correndo ma seppe con certezza, dal chiacchiericcio diffuso che sentì alle sue spalle, che quella bugia non se la fosse bevuta nessuno.

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Cambio Turno
RomanceIn un'anonima cittadina di provincia c'è una Sala da Tè. Qui, tra infusi profumati e deliziosi dolcetti, occhi si incontrano e mani si sfiorano, tutto nell'infinitesimale spazio di un cambio turno. Piccola Storia d'Amore e di Tè; di dolcezza e di n...