E così fece Simone, tenne per sé quei cioccolatini portandoli con sé come fossero il ricordo di quella serata.
Una volta in casa tolse il giubbino e corse in camera per adagiarli sulla sua scrivania al riparo da occhi e, soprattutto, mani indiscrete.
Raggiunse i suoi per cena ma mangiò ben poco. Aveva la testa piena di pensieri e lo stomaco colmo di tutta la cioccolata che aveva mangiato nel pomeriggio.
A tavola nessuno aprì bocca, né commentò l'atteggiamento assente di Simone. I suoi avevano imparato a conoscerlo, erano ormai abituati al suo umore altalenante, ai giorni buoni e a quelli meno. Si limitavano pertanto ad osservarlo, a scorgere sul suo viso ogni più piccolo cambio d'espressione, a vivere quel loro ragazzo all'insegna della discrezione.
Lui che non voleva pesare sugli altri aveva finito per chiudersi in sé stesso.
Se nei giorni buoni era allegro, ciarliero e spensierato in quelli "no" era distaccato, nervoso e faceva di tutto pur di non farlo notare, quindi preferiva uscire, si dava da fare, qualsiasi cosa pur di non tenere i suoi sotto pressione.
Simone amava follemente la sua famiglia ma se si fosse trovato in uno dei suoi momenti no non sarebbe mai rimasto a cena così tranquillo e assorto.
Fu proprio questo particolare ad insospettire Marco.
Simone era sì strano, ma uno strano tranquillo, sereno, non era agitato e soprattutto, fortunatamente, non sembrava intimorito o perso.
Di questo Marco ne era sicuro, aveva imparato ad osservare Simone e a comprenderne ogni suo più piccolo mutamento.
Decise quindi di osservarlo, lo scrutò quando si accomodò in sala mentre sfogliava distrattamente un quotidiano, poi quando accese il televisore e distrattamente cominciò a fare zapping tra i vari canali fermandosi poi di fronte ad un vecchio film western.
Ad occhio Marco stabilì che Simone non stava davvero guardando al televisore ma stava piuttosto fissando un punto oltre esso, un punto visibile a lui soltanto.
Con finta indifferenza Marco andò a sedersi al suo fianco, prese tra le mani il quotidiano che prima stava sfogliando Simone e finse di esserne interessato. Presto lo abbandonò sul basso tavolino e si lasciò cadere contro lo schienale del divano con un sospiro profondo e rumoroso che catturò l'attenzione di suo fratello.
Simone si voltò a guardarlo con sguardo interrogativo ma Marco fu bravissimo a virare il discorso sui temi che più gli stavano a cuore.
«Com'è andata la giornata» domandò.
«Bene» rispose laconico tornando a guardare di fronte a sé.
«Piscina?»
«No»
«Qualche riunione?»
«No»
«Mmh» mugugnò Marco cercando di trovare un nuovo appiglio.
«Vuoi sapere qualcosa in particolare?» chiese Simone con un sorrisetto ironico e provocatore.
Marco si sentì braccato, Simone l'aveva beccato a curiosare nella sua vita.
Aveva sottovalutato suo fratello, era impossibile fregare Simone, il suo spirito d'osservazione era infallibile.
«No» provò a fingere «volevo solo fare conversazione»
Simone sorrise divertito, poi guardò suo fratello un poco intimidito «Sono uscito oggi, con Jacopo»
«Jacopo... Jacopo?»
«Jacopo! Ne conosci altro per caso?»
«No, solo non pensavo foste così intimi»
«Non lo siamo infatti»
«E cosa siete allora?»
Simone spostò gli occhi nel vuoto.
A quella domanda non avrebbe saputo rispondere.

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Cambio Turno
RomanceIn un'anonima cittadina di provincia c'è una Sala da Tè. Qui, tra infusi profumati e deliziosi dolcetti, occhi si incontrano e mani si sfiorano, tutto nell'infinitesimale spazio di un cambio turno. Piccola Storia d'Amore e di Tè; di dolcezza e di n...