Capitolo 36

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Come in una bolla, di pensieri, di sensazioni, di colori, di sguardi incatenati che isolano completamente dal mondo esterno, da ogni più piccolo istante, così se ne stavano due ragazzi che, in quel momento in comune non avevano nulla o quasi.

Uno era perso, l'altro non capiva.

Uno cercava di riemergere da un abisso, l'altro ci stava affogando perché, nonostante tutto, lo faceva volentieri.

Ci stava bene in quel limbo, senza parole, dove tra i due, per la prima volta, era lui il più forte.

Mai come allora era Jacopo quello fermo, quello che cercava risposte nello sguardo vuoto dell'altro, quello che poteva essere la sua ancora di salvezza.

E ci provò Jacopo a guardarlo in modo più intenso, a comunicargli qualcosa, a parlargli attraverso i suoi occhi ma non ci riuscì, perché Simone abbassò lo sguardo scusandosi.

«Per cosa?» chiese ingenuamente Jacopo ignaro dei tormenti che stavano attraversando i pensieri di Simone.

«Per i miei pensieri» disse Simone con una nota di tristezza «e per qualcosa che non avrei nemmeno dovuto pensare»

Quelle parole incomprensibili a chiunque si fissarono nella mente di Jacopo che non seppe dargli un senso.

Perché scusarsi per un pensiero, e quale poteva essere questo pensiero che nemmeno poteva essere pensato?

Paure e tristezze avevano lasciato il posto alla confusione.

Jacopo non seppe spiegarsi il perché ma sentì il bisogno innaturale di avvicinarsi a Simone.

Lo fece con una carezza, con una mano che, più o meno guidata da una volontà certa, si posò sul viso dell'altro, delicata, lieve, ma scatenando una forza dirompente.

Simone ebbe l'impulso di scostarsi, di scappare dal quel contatto che lo stava mandando fuori dai binari della ragione e nel farlo, inavvertitamente, alzò lo sguardo incastrandolo a quello di Jacopo che attonito fissava la sua mano ancora poggiata sulla guancia dell'altro.

E fu in quel momento che accadde qualcosa.

Jacopo decise di non affogare e Simone riemerse dal suo abisso.

Entrambi sorrisero e in quel sorriso strinsero un patto tanto inconsapevole quanto profondo.

Tra i due nessuno sarebbe andato a fondo perché ognuno, da quel momento, sarebbe sempre stato il salvagente dell'altro.

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