Capitolo 13

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Quella prima settimana di lavoro per Jacopo sembrò volare via velocemente. Le giornate scorrevano tranquille tra le chiacchiere con Simone e la noia che puntualmente seguiva il suo andar via.

Avevano lavorato assieme due giorni e ogni volta Simone era rimasto con lui più del dovuto, che fosse per qualche minuto, per qualche parola, per qualche sorriso.

Erano belli quei momenti, e lo erano per entrambi.

Simone si sentiva leggero mentre Jacopo, be' Jacopo volteggiava.

Solo il Sabato non fu una giornata degna di nota.

Una volta varcate le porte del locale Jacopo capì subito che non sarebbe stata la sua giornata.

Ad aspettarlo per il cambio turno non c'era Simone ma una ragazza, Sonia. Fece la sua conoscenza, era carina, gentile ma non era Lui.

I sorrisi di Sonia non erano quelli di Simone, non gli facevano battere il cuore e tremare le gambe, non lo trasportavano altrove. I suoi modi pacati non erano paragonabili a quelli del ragazzo e le sue parole non potevano in alcun modo farlo arrossire.

Sonia era semplicemente la persona sbagliata in quel posto o, per lo meno, lo era nel momento sbagliato.

O forse, quello sbagliato era semplicemente Jacopo. O lo era il suo umore che, in quel momento, giaceva davvero sotto le suole delle sue scarpe.

Anche la Domenica, di conseguenza, non fu un gran giorno.

E pensare che prima la Domenica era il suo giorno preferito.

Trascorse quella in particolare a mangiucchiare qua e là e guardare la televisione. Non fece zapping, no assolutamente, né si imbottì di serie TV. Si dedicò completamente alla sua più grande passione: i cartoni animati.

Tutti lo prendevano in giro per questa sua discutibile ossessione ma a lui non fregava davvero nulla. A lui piacevano quei disegni in movimento, lo rilassavano e sembravano spegnergli il cervello per un po'.

Era, come dire, un cultore del vintage, dei personaggi coi quali era cresciuto.

Conosceva a memoria gli intrecci di Lady Oscar, di Mila e Shiro, di Piccoli Problemi di Cuore, provava simpatia e ammirazione per Johnny, per la piccola Flo', per i Power Rangers ed era follemente innamorato di Tom Becker.

Nonostante questo non si stancava mai di guardarli e riguardarli.

Sosteneva che ogni storia raccontasse qualcosa e, a chiunque criticasse il suo passatempo preferito, propinava le sue teorie sulla sottostima del cartone animato anni novanta.

Era davvero fiero di quelle sue spiegazioni e si ritrovava al settimo cielo quando trovava qualcuno con cui condividere le sue tesi.

Di solito la sua vittima sacrificale era suo padre. Lui che aveva una strana attenzione solamente per i Puffi.

A Jacopo invece quegli omini blu proprio non andavano giù.

Gli davano l'idea di una società classista e maschilista e non riconosceva in quegli episodi scollegati nessuna logica, nessun insegnamento particolare.

A lui piacevano le storie, gli piaceva perdersi tra quelle immagini colorate, tra i problemi di quei ragazzini che per lui non erano altro che bazzecole.

E così fece in quella giornata, si perse, permettendosi per qualche ora almeno, di non pensare a Simone.

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