Capitolo 79

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Un brusio concitato, come di urla sommesse, squarciò la placida immobilità subacquea.

Quando Simone riemerse fu assalito da una voce, la sua voce!

«Ma che cavolo stai facendo?»

Simone girò su se stesso e lo vide lì, a bordo vasca, con le scarpe quasi a contatto con l'acqua, con gli occhioni sbarrati e vagamente confusi.

Sbattè le palpebre, insicuro e stupidamente teso.

Non era stato un'allucinazione, Jacopo era lì, c'era davvero, davanti ai suoi occhi.

Allora forse non si era del tutto rincretinito.

Quel pensiero lo fece sorridere, perché si sentì immediatamente più leggero e stranamente uno stato di serenità lo investì come per magia.

«Che ti ridi?»  la voce di Jacopo interruppe improvvisamente l'incantesimo.

Simone si accigliò.

«Che stai facendo?» chiese ancora Jacopo mantenendo in volto un'espressione tesa e distaccata.

«Nuoto!» rispose Simone con ovvietà.

«Ma sei scemo?»  sbottò allora Jacopo «cioè, mi guardi, io parlo e tu sprofondi? Ma ti sembra normale? Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo ti fossi sentito male»

Simone non resisté al discorso concitato dell'altro quindi si lasciò andare scoppiando incautamente a ridere.

«Cazzo ridi?»  sbuffò inferocito Jacopo che nella sua tenerezza perdeva gran parte della sua credibilità.

«Tu...» un nuovo scroscio di risate interruppe ciò che stava per dire, le parole, al solo ripensare all'espressione di Jacopo, gli si ingarbugliarono in mente lasciando posto a un divertimento che, però, era solamente suo.

Jacopo infatti doveva essere di tutt'altro avviso poiché dopo aver stretto forte i pugni si voltò cominciando a camminare.

La voce di Simone,  tornata seria, lo fece fermare.

«Aspetta»  disse uscendo dall'acqua e facendo per raggiungerlo.

«Hai smesso di ridere?»

«Scusa»  sorrise Simone.

«Non fa niente»  sospirò Jacopo facendo per voltarsi ancora una volta.

«Scusa davvero. È che pensavo di averti solamente immaginato»

«Seh, va be'»

«Davvero! Lo so che è strano ma ultimamente diciamo che mi capita di essere un po' sovrappensiero e pertanto magari vedo cose che, diciamo non esistono»

«Mi stai prendendo in giro?»

«No»

«Allora è preoccupante. Non è che avevo ragione io e l'acqua ti ha dato al cervello?»

Simone sorrise «almeno non mi hai dato dello stronzo»

«Non ancora»  lo corresse Jacopo.

Simone ridacchiò «mi aspetti se mi vado un attimo a cambiare?»

«Ok, ma se non torni entro quindici minuti chiamo la neuro»

«Venirmi a soccorrere no?»

«Ma non ci penso proprio! Un rischiato infarto basta e avanza»

«Che scemo che sei»

«Disse colui che "vede le cose"»

«Prima o poi capirai»

«Spera solo non sia troppo tardi»

Simone lo guardò ancora un attimo, invidiò la sua ingenuità, il suo essere fuori dai suoi pensieri e sperò un giorno di potercelo far entrare davvero, in qualsiasi modo questo potesse avvenire.

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