Capitolo 62

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Quella serata si concluse infine di fronte ad hamburger e patatine accompagnati da Coca Cola ghiacciata. L'idea era stata di Simone, a sua dire aveva una fame da lupi e ci teneva a condividere quella cena con Jacopo.

Erano seduti uno di fronte all'altro spiluccando patatine intinte nel ketchup quando Simone aprì un discorso di cui Jacopo si era completamente scordato.

«Cosa hai risposto a Marco?» chiese.

Gli ci volle un attimo per capire a cosa facesse riferimento poi ricordò del messaggio di Marco che ancora giaceva senza risposta e senza nemmeno esser stato visualizzato. Furono altre però le immagini che gli invasero la mente subito dopo. Immagini di Simone, mezzo nudo, grondante d'acqua e muscoli che parevano godere di vita propria. Si sentì arrossire e dovette tossicchiare imbarazzato per togliersi dalla mente quello che ormai era diventato un chiodo fisso.

Simone intanto lo guardava con uno sguardo un tantino preoccupato, non riusciva a capire quelle strane reazioni che aveva notato nel più piccolo. Non era imbarazzo come al solito, né quel suo classico esser chiuso in sé, era come distratto, un po' troppo per i suoi gusti.

«È tutto ok?» chiese ancora una volta.

«Si, si» si affrettò a rispondere Jacopo come per cambiare discorso «dicevamo di Marco...»

«Ti ho chiesto cosa gli hai risposto»

Jacopo capì di essersi fregato con le sue stesse mani, doveva assolutamente trovare un modo per uscirne senza ammettere le sue colpe. Non poteva certamente dirgli "stavo per leggere il suo messaggio ma tu sei uscito dall'acqua manco fossi Venere e io mi sono scordato pure come mi chiamo ", sarebbe stato troppo perfino per lui.

«Veramente non ho ancora letto tutti i messaggi» disse semplicemente sperando di cavarsela.

In risposta Simone sospirò come se si aspettasse quella risposta «Oggi sei un po' distratto»

"Eh, chissà di chi è la colpa" pensò Jacopo sopprimendo una risata che avrebbe spiazzato l'altro e richiesto una spiegazione impossibile da fornire.

«Comunque» riprese Simone come se volesse bacchettarlo «Marco con alcuni amici sta organizzando per Pasquetta una giornata al lago»

Si prese una pausa per aspettare la risposta dell'altro che però lo guardava impassibile poi continuò tutto d'un fiato «ti prego dimmi che ci sei o Marco mi costringerà ad andarci da solo»

«Be' manca un po' e non so per il lavoro come sono messo»

«A Pasquetta siamo chiusi quindi non ci sono problemi su quel fronte, se vuoi portare qualcuno puoi, basta che non mi lasci solo»

Jacopo ridacchiò «se non è un intralcio il lavoro puoi stare tranquillo, non ti abbandono»

«Verrai?»

«Verrò!»

«Da solo?»

«Da solo!»

«Se vuoi puoi...»

«Posso portare qualcuno, lo hai già detto» sorrise Jacopo.

Simone aggrottò le sopracciglia.

«Guarda che se mi girano ti affogo nel laghetto»

«Bisogna sempre vedere se mi prendi»

«Ti ricordo che tra noi sono io lo sportivo»

«Eh me lo ricordo, e come se me lo ricordo»

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