Quando anche l'ultimo dei bicchieri usati fu riposto negli appositi cassonetti per la spazzatura Simone si concesse di prendere posto, sulla panca, dove aveva lasciato Jacopo in modo da poterlo tenere sempre sotto controllo.
Lo ritrovò poggiato col gomito al tavolo, gli occhi stanchi e una serie pressoché illimitata di sbadigli mal trattenuti.
«Stanco?» gli chiese Simone.
«Un po'» rispose alzandole spalle e ricadendo a peso morto sul piano.
«Vieni con me» lo spronò l'altro.
Jacopo lo seguì senza fare domande con la sua andatura svogliata.
Si allontanarono dalle acque del laghetto dove alcuni amici stavano giocando e raggiunsero una zona più isolata dove altri se ne stavano seduti a leggere o chiacchierare.
Dal suo zaino Simone prese un telo di spugna, lo srotolò stendendolo in terra. Vi si sedette e fece cenno a Jacopo di fare lo stesso.
Il più piccolo si accomodò al suo fianco e insieme guardarono ciò che li circondava: le acque del lago placidamente increspate dalla leggera brezza, la luce che illuminava il tappeto di foglie ricordo dell'inverno da poco terminato, i sorrisi degli amici che giocavano col pallone in riva allo specchio d'acqua.
Il sole era tiepido ma non era ancora il momento di fare il bagno (ammesso che ciò fosse mai possibile viste le dimensioni ridotte), c'era solo qualche coraggioso che si arrischiava a bagnare i piedi.
«Non hai voglia di unirti a loro?» chiese Jacopo accennando agli altri.
«Nah, preferisco prendere il sole»
«Ah, ti vuoi abbronzare? Non ti facevo tipo da spiaggia»
«Veramente» sottolineò Simone fingendosi offeso «io sarei più tipo da cloro, la spiaggia non la vedo nemmeno col binocolo»
Jacopo sorrise, poi provò a reprimere uno sbadiglio.
«Hai sonno?» chiese allora Simone.
«Un pochino»
«Perché non ti metti a dormire un po'?»
«Non mi va»
«Appena un po' dai, guarda» disse recuperando il suo zaino e sistemandolo sul telo «ti ho fatto anche un cuscino»
Jacopo lo guardò minaccioso.
«E dai, non ho detto di cadere in un sonno profondo, ma almeno riposati»
Jacopo sbuffò ma accettò senza remore la proposta.
«Mi riposo solo un po' la testa» disse mentre scendeva col busto per finire disteso su un fianco.
"Si si, come no" pensò Simone quando lo vide quasi abbracciare lo zaino.
Bastarono pochi istanti e Jacopo, per colpa del vino o forse delle poche ore di sonno, in un sonno profondo ci cadde davvero.

STAI LEGGENDO
Cambio Turno
RomanceIn un'anonima cittadina di provincia c'è una Sala da Tè. Qui, tra infusi profumati e deliziosi dolcetti, occhi si incontrano e mani si sfiorano, tutto nell'infinitesimale spazio di un cambio turno. Piccola Storia d'Amore e di Tè; di dolcezza e di n...