Capitolo 78

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Che bello che era il sorriso di Jacopo, la sua risata cristallina e quella leggerezza che era tornata ad illuminargli il viso. Da quando Simone aveva rinunciato agli schemi, ai calcoli e a razionalizzare gli eventi tutto era tornato come prima e le cose, tra i due, non sarebbero potute andare meglio.

Assieme avevano ricominciato a ridere, a punzecchiarsi e Simone non poteva fare a meno di ritrovarsi meravigliato da quanto bello fosse il loro rapporto.

Si sentiva in pace con Jacopo e si era sentito un bastardo per quello che gli aveva fatto. Aveva rischiato di spegnerlo, di allontanarlo ed era stata solo colpa sua. Per fortuna se n'era accorto in tempo e, anche se non gli avrebbe mai chiesto scusa, avrebbe fatto di tutto per redimersi a suo modo.

Al mattino lo accoglieva con un sorriso ed una tazza di tè, ogni volta diversa, gli lasciava mangiare i biscotti e restava con lui quanto più possibile, anche oltre l'orario di lavoro. Si erano anche visti la sera, un paio di volte, per prendere una cioccolata o un hamburger.

Era tornato tutto come da principio e Simone aveva smesso di farsi domande.

O almeno, aveva smesso di arrovellarsi continuamente il cervello ma, quando si trovava da solo, nel suo letto o sott'acqua, alla fine degli allenamenti, non poteva evitare di lasciarsi andare ai pensieri.

Non erano domande, né considerazioni. Erano piuttosto immagini, piccoli flash di loro due che gli passavano davanti agli occhi come un collage di istantanee alle quali non sapeva attribuire un significato.

Erano però confortanti, perché lui con Jacopo stava bene e poteva quasi assicurare con certezza di aver più volte sentito un briciolo di quella tanto ricercata felicità; quella che non si quantifica, non si stringe tra le mani ma si assapora a piccole dosi, quasi senza accorgersene.

Anche quella sera si trovava in piscina, aveva terminato la lezione con i bambini ed era rimasto da solo a fare qualche vasca per rilassarsi e scaricare la tensione. Stava esercitandosi nello stile libero, il suo preferito, quello rapido, calzante che non ti lascia tempo per riflettere, quello per cui ogni secondo è prezioso ed ogni bracciata può fare la differenza.

Era per questo rapito e concentrato dalla frenesia del movimento quando durante una virata gli sembrò di scorgere una sagoma. Non ebbe modo di mettere a fuoco perché procedé meccanicamente con l'immersione.

Quando riemerse però si fermò, bloccò malamente la progressione subacquea e si concentrò sugli spalti dove Jacopo lo stava osservando.

Gli ci volle un po' per capire che fosse reale e non uno dei suoi flash quindi tagliò la vasca in orizzontale e con poche bracciate raggiunse il bordo più vicino alla postazione dell'altro.

Lo fissò stupito ancora per un attimo prima di parlare, o di provarci almeno, perché in realtà fu Jacopo il primo ad aprir bocca.

«Be'» lo apostrofò con rimprovero «ti fermi?»

Simone ancora una volta dovette riflettere un attimo prima di riuscire a rispondere. Non era affatto certo di essere di fronte ad una visione reale.

«Tu che ci fai qui?» domandò.

Jacopo alzò le spalle, senza rispondere.

«Jacopo...»  la voce di Simone si perse in un sussurro ovattato quando si lasciò scivolare sott'acqua come a volersi rinfrescare le idee. Soffiò fuori l'aria e mille bolle lo avvolsero, sarebbe rimasto lì per sempre se avesse potuto e se il pensiero di Jacopo, vero e presunto che fosse, non si fosse ormai imprigionato nella sua mente.

Ristette ancora un po', fino a sentire i polmoni bruciare, fino a che il freddo non gli fece gelare le viscere.

Quindi riemerse, ad occhi chiusi, e quando li riaprì si trovò di fronte agli spalti vuoti, di Jacopo nessuna traccia.

Si lasciò scivolare ancora una volta, ancora protetto dall'acqua, perché non poteva andare avanti così, non poteva vedere cose che non esistevano.

Stava impazzendo forse, stava lottando contro le sue paure oppure davvero qualcuno stava cercando di dirgli qualcosa?

Nel giro di pochi istanti prese la sua decisione.

Lo avrebbe chiamato.

Una volta uscito dalla piscina lo avrebbe chiamato, gli avrebbe proposto di vedersi, magari avrebbero affrontato assieme la spinosa questione o magari un suo sorriso gli avrebbe fatto dimenticare tutte le paranoie in cui stava arrancando.

Aveva bisogno di sentirlo vicino e lo avrebbe cercato, doveva solo trovare il coraggio di uscire dall'acqua e di affrontare ad occhi aperti quegli spalti vuoti che lui non aveva alcuna voglia di vedere.

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