Capitolo 75

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"Gli occhi dicono sempre la verità"

Era quella la frase che Simone si ripeteva da giorni. Da quando avevano lasciato il lago e in quasi completo silenzio avevano percorso il tragitto a ritroso verso casa, da quando avevano salutato Jacopo che, come al solito, non aveva posto alcuna domanda, da quando lo aveva rivisto il giorno seguente in Sala da Tè e lo aveva guardato con altri occhi.

Gli occhi...

Ma cosa dicevano i suoi occhi?

Se l'era chiesto spesso negli ultimi giorni. Si era guardato allo specchio,aveva scrutato i suoi occhi, aveva cercato di trovarvi dentro quel qualcosa di cui gli aveva parlato Marco ma nulla, lui non vedeva niente.

Allora aveva cominciato ad analizzare quello che sentiva ma anche su quel fronte le sue sensazioni erano confuse e per niente chiarificatrici.

Lo sapeva di sentire per Jacopo qualcosa di particolare ma davvero non sapeva definirlo.

Stava bene con lui, amava i suoi modi, amava vederlo sorridere e poi arrossire, amava il modo in cui lo faceva sentire vivo.

Si, perché Jacopo aveva la capacità di farlo star bene come difficilmente ricordava di essere mai stato prima.

Più volte aveva sentito il bisogno di abbracciarlo, di toccarlo, di fargli una carezza e perdersi nel sorriso che sicuramente ne sarebbe scaturito.

Ma era questo quello che Marco definiva con "piacere"?

Simone non ne aveva idea.

A lui non era mai piaciuto nessuno, non si era mai innamorato, non aveva mai avuto particolare interesse per qualcuno che non fosse parte della sua famiglia o della sua cerchia più stretta di amicizie. Non aveva mai perso la testa, non si era mai invaghito di nessuno né aveva mai provato una particolare attrazione per qualcuno; era quindi difficile per lui comprendere quello che gli stava accadendo.

Prima che Marco gli parlasse non si era posto alcuna domanda ma al momento, nella sua mente, milioni di paranoie stavano turbinando.

Si era innamorato?

Provava per Jacopo qualcosa che andasse oltre la semplice amicizia?

Non lo sapeva e non era certo di volerlo sapere.

Perché nonostante tutto l'amore gli faceva paura.

L'amore, quella forza tanto grande di cui aveva sempre sentito parlare ma dalla quale non si era mai sentito toccare lo intimoriva, lo metteva a disagio perché non pensava sarebbe mai potuto capitare a lui.

Eppure a fargli paura era il concetto astratto di amore ma non assolutamente il fatto che potesse eventualmente essere indirizzato verso Jacopo.

Perché il solo fatto che si trattasse di Jacopo gli metteva tranquillità, gli faceva venir voglia di buttarsi, perché era Jacopo, il suo Jacopo quello che lo faceva star bene, quello che lo faceva sorridere, quello che lo faceva sentire più leggero.

E, in fin dei conti, se fosse stato Jacopo quello di cui innamorarsi forse non sarebbe stato così tanto terribile.

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