Capitolo 50

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Passarono alcuni giorni prima che Jacopo potesse rivedere Marco.

In cuor suo non sapeva se sperare che la tanto discussa proposta di un'uscita arrivasse o meno.

Da un lato si sentiva imbranato e stupido quindi preferiva rimanersene in qualche modo "nel suo", al sicuro, senza esporsi troppo. Magari si sarebbe concesso ancora qualche pomeriggio con Simone, quattro chiacchiere, un tè o una cioccolata, ma solo ed esclusivamente con lui. Dall'altro però sentiva il bisogno di fare qualcosa di diverso, di vedere qualcuno, di divertirsi, di parlare e uscire da quel guscio che si era montato addosso.

Queste due realtà erano in costante conflitto tra loro e nella mente di Jacopo si combattevano vere e proprie battaglie senza vincitore alcuno.

Di fatto Marco non gli propose nulla, né il primo giorno in cui lavorarono assieme né quelli a seguire, mettendolo in uno strano stato di agitazione.

Eppure non sembrava che Marco avesse in qualche modo cambiato intenzioni, né atteggiamento nei suoi confronti. Continuava ad essere allegro, sorridente e a fare le solite battutine su Simone che tanto lo facevano ridere.

Un giorno però, quasi alla fine del suo turno, Jacopo stava servendo ai tavoli i tè che i genitori dei ragazzi invece preparavano al di là del bancone quando vide entrare in sala Marco, come un ciclone, con lo scompiglio che creava ogni suo ingresso. Lo salutò bonariamente con una pacca sulla spalla poi raggiunse il bancone per confabulare coi suoi.

Jacopo era troppo concentrato sul vassoio che teneva tra le mani per chiedersi cosa si stessero dicendo gli altri ma si sentì chiamato in causa quando Marco gli rivolse la parola.

«Stasera stiamo organizzando una pizza con degli amici, perché non ti unisci a noi?»

Tre paia d'occhi si rivolsero sorridenti verso di lui che improvvisamente sentì la pressione aumentare e la bocca diventare asciutta.

Per fortuna non ebbe modo di aprir bocca perché subito Marco continuò «adesso chiamo Simone vediamo lui che dice»

Jacopo si accorse di non avere alcuna facoltà di scelta, la sua "sorte" sarebbe stata nelle mani di Simone.

Quando Marco fece partire la chiamata Jacopo si ritrovò ancora una volta in mezzo a due fuochi.

Cos'avrebbe dovuto fare? Doveva sperare in un assenso o in una risposta negativa?

Non lo sapeva e l'incertezza lo stava portando all'esasperazione.

Di fatto però non poteva fare molto; decise che si sarebbe fidato di Simone perché quest'ultimo avrebbe certamente fatto la scelta giusta.

E la scelta, si sarebbe visto solo in seguito se giusta o sbagliata, ricadde sul si.

Simone avrebbe finito in piscina e li avrebbe raggiunti.

Sarebbe stata una bella serata, gli aveva assicurato Marco ma Jacopo non era sicuro di crederci al cento per cento.

Tutto nella norma, nel mondo di Jacopo ovviamente!

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