Capitolo 5

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Nel corso delle tre consuete ore che trascorsero assieme Jacopo ebbe modo di studiare Simone.

Era indubbiamente bello, di una bellezza semplice e pulita. Non era altissimo, lo superava di appena qualche centimetro. La felpa enorme che indossava gli nascondeva le fattezze del corpo ma, a giudicare dagli avambracci ben definiti che poteva scorgere dalla maniche tirate su fino ai gomiti, doveva essere piuttosto interessato alla forma fisica.

I suoi capelli castani, leggermente schiacciati sul davanti, incorniciavano un viso piuttosto maturo, quasi adulto. A giudicare dai suoi calcoli doveva essere poco più grande di lui, poteva avere all'incirca una trentina d'anni.

Jacopo ne aveva ventisei ma, a detta di tutti, ne dimostrava molti meno. Se fosse per il suo aspetto goffo o per il faccino da angioletto lui non avrebbe saputo dirlo.

Il tempo assieme a Simone sembrava passare sempre troppo in fretta ed anche quel secondo giorno di prova finì per terminare quasi senza che Jacopo se ne accorgesse.

Era bello e facile lavorare con lui. Era un bravo maestro e sapeva come rendere a Jacopo tutto più semplice. Non sembrava mai scocciato né infastidito, rispondeva ad ogni richiesta mostrandosi sempre molto disponibile. Ad ogni suo sbaglio non rispondeva alzando la voce ma con un sorriso e una rassicurazione. Rideva di ogni tazzina rotta, di ogni spezia confusa con un'altra, di ogni momento di imbarazzo di Jacopo.

Affrontava il lavoro in un modo tutto suo e nessuno sarebbe stato più bravo di lui nell'insegnarlo.

Quel suo atteggiamento misto al sorriso sempre presente sulle sue labbra non faceva che aumentare quella sensazione alla bocca dello stomaco di Jacopo.

Ma cos'era quel trambusto che sentiva?

Cos'era quel qualcosa che gli si agitava dentro?

Non saranno mica state quelle tanto decantate farfalle nello stomaco?

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