Capitolo 24

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Quel pomeriggio Marco non lasciò mai la Sala da tè e si degnò di rivolgere a Jacopo anche otto o forse dieci parole.

Certo, passò la maggior parte del tempo al cellulare ma almeno non fece nulla che potesse mettere Jacopo in difficoltà

«Ce la fai?»chiese ad un tratto, quando Jacopo stava per prendere un vassoio con tre infusi e dei biscotti.

Jacopo annuì confuso e si apprestò ad afferrare il vassoio.

«Non dubito che di solito che ce la faresti ma Simone mi ha detto che ti senti poco bene»

Il ragazzino si bloccò per un attimo, non seppe se ringraziare per quella premura o risentirsi perché Simone aveva parlato di lui a Marco.

Decise che ci avrebbe pensato a tempo debito, quando il suo cervello non fosse stato così frastornato.

«Ce la faccio» disse per poi aggiungere, ricordando le buone maniere «grazie comunque»

«Figurati» rispose l'altro stupendo non poco Jacopo.

Si voltò a fissarlo ma la sua attenzione era già tornata tutta allo schermo del cellulare.

La sola idea che in quel momento Marco stesse massaggiando con Simone gli causò una fitta allo stomaco che, a fatica, finse di reprimere.

Jacopo provò a fingere di essere solo, provò ad ignorare la presenza dell'altro ma, pur impegnandosi, non riusciva a far semplicemente finta che l'altro non ci fosse.

Di tanto in tanto si voltava ad osservarlo, a scrutarne i movimenti studiati e fermi.

I capelli tirati all'indietro e gli occhi così sfuggenti, quei lineamenti marcati ma armoniosi in un certo qual modo.

Era così strano quello che Jacopo sentiva nei suoi confronti, era qualcosa che comunque lo teneva in allerta e, allo stesso tempo, ne richiamava l'attenzione.

Lo stava ancora sbirciando quando Marco alzò lo sguardo e lo colse in flagrante.

Jacopo voltò lo sguardo più veloce che poté ma non gli sfuggì il sorrisetto che vide nascere sulle labbra dell'altro.

Marco gli aveva davvero sorriso?

Jacopo era davvero confuso. Non avrebbe mai pensato di veder nascere sul volto di Marco qualcosa che non fosse una smorfia o uno sbuffo.

E invece lo aveva visto.

Un sorrisetto divertito, quasi complice.

Il suo cuore parve accelerare e, d'istinto, si voltò ancora una volta a cercare Marco che però aveva riportato la sua attenzione al cellulare.

Jacopo si sentì stordito e frastornato, la sua mente cominciò a compiere strani viaggi fino a che uno starnuto non lo riportò alla realtà.

C'era del lavoro da svolgere e una sala da tè da portare avanti.

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