Capitolo 31

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Quella stessa sera, mentre Jacopo stava guardando un episodio di Mila e Shiro, semidisteso sul divano della sala, gli arrivò un nuovo messaggio di Simone.

Era un link. Jacopo cliccò sulla scritta blu e fu immediatamente trasportato nella home di un sito di giochi.

Poi un nuovo messaggio.

Simone: Almeno così non ti annoi. Buonanotte!

Jacopo ebbe un immenso moto di gratitudine verso quel ragazzo che con discrezione e delicatezza aveva valicato i confini della sua vita. Non sapeva spiegare cosa sentisse per lui ma gli era certamente riconoscente. Senza quasi conoscerlo, senza che avessero mai davvero parlato di sé, si erano avvicinati e a Simone sembrava davvero importare di Jacopo. E Jacopo, per qualche istante, finiva per sentirsi considerato, importante per qualcuno e, il fatto che quel qualcuno fosse proprio Simone, non poteva che fargli piacere.

Jacopo non aveva mai avuto problemi di socializzazione ma la sua timidezza lo aveva spesso limitato. Tendeva infatti a nascondersi, a mostrarsi più forte di quanto in realtà fosse a cercare sempre il lato migliore da fornire al resto del mondo. Con Simone invece era diverso. Simone lo aveva conosciuto timido, imbranato e silenzioso eppure aveva voluto entrare in contatto con lui, non lo aveva evitato a priori, lo aveva considerato meritevole della sua attenzione.

Forse, come diceva Marco, Simone era davvero il ragazzo perfetto.

Uno che non si ferma alle apparenze, uno che non giudica, che non punta il dito, uno che è disponibile ad aiutare chiunque, a comprendere, a parlare a farti sentire importante.

E Jacopo era consapevole del fatto che probabilmente Simone lo avrebbe fatto con chiunque ma preferì concentrarsi sull'idea che in quel momento lo stesse facendo con lui e un sorriso felice gli illuminò il volto arrossato.

Per il resto della serata Jacopo non fece altro che provare i vari giochi presenti sulla piattaforma e lo fece fino a notte fonda quando si addormentò con lo smartphone ancora tra le mani e la testa un po' più leggera.

Al risveglio ogni speranza di miglioramento svanì cancellata da un forte colpo di tosse. La febbre ancora alta e uno stato di malessere generale spinsero Jacopo e sua madre a mettersi in contatto con un medico il quale liquidò la questione come semplice influenza stagionale. Antipiretico, alimenti caldi, qualche giorno di riposo e tutto sarebbe tornato nella norma.

Jacopo si vide costretto, suo malgrado, a scrivere a Simone, non per fare due chiacchiere come, probabilmente, il suo subconscio avrebbe voluto, ma per posticipare il suo rientro al lavoro.

Prese tra le mani lo smartphone ed improvvisamente non ricordò più cos'avrebbe dovuto scrivere.

Una serie di "ciao", "buongiorno" e "salve" si rincorsero nella sua mente, poi pensò a farla semplice.

Jacopo: Mi dispiace creare problemi ma credo di aver bisogno di ancora un paio di giorni per rimettermi e tornare al lavoro.

Appena vide la doppia spunta che indicava l'invio effettivo del messaggio rimase a fissare lo schermo in attesa che quella diventasse blu.

Si aspettava che, come accaduto il giorno precedente, la risposta giungesse tempestiva, che Simone gli rispondesse al più presto, che si interessasse a lui.

Rimase in attesa per un po' sbloccando e ribloccando lo schermo touch ma quelle spunte non si decidevano a cambiare colore.

Sentì un cocente senso di delusione irradiarsi dallo stomaco e si arrese all'idea che Simone, almeno per il momento, non gli avrebbe risposto.

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