Capitolo 16

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Prima di lasciarvi al capitolo vorrei condividere con voi i risultati di un sondaggio.

Ebbene, i miei numerosissimi (è una battuta) followers di Instagram hanno decretato che ha ragione Jacopo, gli infusi vanno bevuti con lo zucchero!!!

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Ebbene, i miei numerosissimi (è una battuta) followers di Instagram hanno decretato che ha ragione Jacopo, gli infusi vanno bevuti con lo zucchero!!!

Simone fattene una ragione, a tutti noi piacciono le cose dolci


***


Simone era sempre stato un ragazzo generoso, paziente, uno che se poteva si spendeva volentieri per gli altri.

Faceva volontariato, era donatore abituale di sangue, si era iscritto persino all'AIDO ma, se c'era una cosa che proprio non amava fare era trattenersi in sala da tè dopo la fine del proprio turno.

Non perché non volesse aiutare i suoi o perché preferisse crogiolarsi nell'ozio, lui scappava proprio perché le sue giornate erano colme di impegni. C'era il corso di specializzazione, il corso di nuoto che teneva ai bambini, l'attività in oratorio e chissà che altro gli passasse per la mente.

Simone era, quindi, sempre in movimento, sempre impegnato in attività di vario genere che lo portavano a non fermarsi mai nello stesso luogo per un lungo lasso di tempo.

Da un po' di tempo però le cose stavano cambiando e i suoi genitori non avevano potuto fare a meno di notarlo.

Simone aveva decisamente rallentato i suoi ritmi, era più calmo, meno frenetico, si prendeva i suoi tempi e, soprattutto, non cercava solamente di riempire le sue giornate con un milione di cose da fare.

La spinta a quel cambiamento non poteva che essere quel ragazzino piombato quasi per caso nella loro vita.

Quando lo avevano visto arrivare per il colloquio col cappellino calato sulla fronte e il curriculum stretto tra le mani non gli avrebbero dato due lire.

Gli avevano però voluto dare fiducia, erano abituati così loro, una possibilità non si nega a nessuno. D'altronde, con due figli adolescenti tendevano a tenere in gran considerazione i giovani e, un ragazzino a modo, educato e puntuale era quello che faceva al caso loro.

Avevano intuito che affidarlo alle cure di Simone sarebbe stata la scelta giusta e, infatti, ne avevano visti i progressi in breve tempo.

Si erano subito abituati a lui come accadeva sempre. I ragazzi che lavoravano con loro finivano per diventare una sorta di figli surrogati. Una volta entrati in quella grande famiglia era davvero difficile uscirne.

Ad ogni modo con Jacopo c'era qualcosa di diverso. Lui li aveva stupiti soprattutto per l'apporto positivo che aveva portato all'umore di Simone.

Non che fosse radicalmente cambiato ma sembrava vivere davvero piuttosto che cercare qualsiasi cosa potesse riempirgli le giornate.

Sua madre era piuttosto preoccupata per lui. Un ragazzo bello, intelligente e solare come lui non poteva starsene sempre chiuso nei suoi felponi e soprattutto nei suoi pensieri.

Non aveva molti amici né una ragazza, non usciva a divertirsi se non sporadicamente trascinato da suo fratello, né dedicava tempo a sé stesso.

Il suo impegno per gli altri era apprezzabile ma non era una cosa del tutto naturale per un ragazzo della sua età.

Jacopo era probabilmente quello che serviva a Simone.

Pur essendo più piccolo, più insicuro, più timido, poteva essere l'unico in grado di far scattare la molla che teneva Simone chiuso in sé stesso.

Sua madre ci sperava davvero, nel più profondo del cuore, che Jacopo fosse quello giusto: l'amico che a Simone mancava.



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