Capitolo 3

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Al contrario di quello che Simone si era aspettato, vista anche la presentazione del ragazzo, Jacopo si mostrò attento, preparato e volenteroso di apprendere quanto più possibile.

I suoi occhi saettavano da una parte all'altra studiando ogni più piccolo movimento delle mani di Simone, sembrava non volersi perdere nulla. Non faceva molte domande ma guardava e cercava di proporsi e di mettersi alla prova.

A parte qualche ordine sbagliato, prontamente corretto da Simone, e qualche tazzina volata per aria se la stava cavando piuttosto bene, almeno ascoltava i consigli che gli venivano dati e sembrava riuscire a metterli in pratica. Inoltre, aveva costatato Simone, ci sapeva fare con le persone, era gentile e cortese e sorrideva sempre, con quegli occhi luminosi e vispi che gli illuminavano il viso.

Non sembrava affatto uno alle prime armi quindi Simone gli chiese se avesse già avuto esperienze precedenti e si stupì nel sentire che l'unica sua esperienza pregressa fosse la preparazione casalinga del suo tè quotidiano.

Simone lo guardò con sincera ammirazione e Jacopo arrossì maledicendosi perché, diavolo,sembrava davvero non riuscisse a fare altro.

Trascorsero quasi tre ore fianco a fianco, poi Simone lo congedò con un sorriso.

Un altro, pensò Jacopo.

«Per oggi può bastare» disse «ci vediamo domani?»

Jacopo annuì.

«Ti aspetto alla stessa ora»

Jacopo sorrise felice.

Simone lo avrebbe aspettato. Certo, non si trattava né di un appuntamento né di una dichiarazione galante ma, nella sua testa, gli ingranaggi cominciarono a ruotare all'impazzata.

Tutto sommato il suo primo giorno di prova era andato meglio di quanto avesse potuto immaginare, poteva quasi ritenersi soddisfatto e, quando rientrò nello spogliatoio, si sentì levitare ad un metro da terra.

Si imbacuccò nuovamente ed uscì in strada pronto per affrontare quel Burian, o qualunque fosse il nome di quel dannatissimo vento gelido.

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