Flashback
La prima partita di Quidditch dell'anno.
Il solo pensiero turbava estremamente Regulus Black, cercatore della squadra di Serpeverde.
Regulus si guardava spesso allo specchio, e nonostante avesse una corporatura normale non si sentiva all'altezza per giocare.
La protesi non gli avrebbe mai consentito di muoversi con agilità e scioltezza sul campo, e se non fosse riuscito nemmeno a salire sulla scopa?
Durante l'estate sua madre gli aveva impedito di esercitarsi e quindi era anche fuori allenamento.
La cercatrice di Grifondoro invece era molto combattiva, e sentiva una forte responsabilità, non voleva deludere James.
Megan cercava di allenarsi il più possibile, e ciò era molto apprezzato, sopratutto dalla McGranitt.La mattina della partita le due squadre non si degnarono neanche di uno sguardo.
Regulus montò sulla scopa con una scarsa disinvoltura, rischiando di scivolare un paio di volte.
Aveva una brutta sensazione, un senso di disorientamento e un formicolio lungo la schiena.
"Devi solo prendere il boccino"continuava a ripetersi.
Meg, d'altro canto, aveva individuato sugli spalti James e Lily che le sorridevano, tanto che lui sembrava un padre che fa il tifo per sua figlia.
«GOLD GOLD GOLD!»
Megan arrossì più volte, ma come una scheggia si alzò in volo al fischio d'inizio.
Si guardava intorno, concentrandosi su un puntino d'oro in movimento che spiccava alle spalle di un battitore serpeverde e un secondo dopo era già dall'altra parte del campo.
Regulus l'aveva individuato molto prima di lei, e aveva escogitato un modo rischioso per prenderlo.
Lui doveva prendere il boccino.
Regulus strinse il manico della scopa, e si alzò maggiormente in volo, facendo pressione sulla protesi: doveva avvicinarsi dall'alto e poi perdere quota, così da appropriarsi del boccino più velocemente rispetto a Meg.
Si lasciò andare, ma quando stava per prendere il boccino, Meg lo batté sul tempo.
Regulus decise di bloccare la caduta libera, ma era troppo tardi: perse l'equilibrio e per arginare la caduta si spostò molto al di fuori del campo, proprio sopra il Lago Nero.
Fu in quel momento che il ragazzo non riuscì più a restare ancorato alla scopa, mollò la scopa, e cadde in acqua, trascinato a fondo dal peso della gamba di legno.Meg aveva vinto, teneva stretto il boccino in mano, e la folla esultava.
Però non appena la ragazza si accorse di Regulus, lasciò andare la presa, e sfrecciò in direzione del Lago.
Sentiva il cuore in gola, Regulus non era rimasto a galla e rischiava di annegare.
Incurante delle urla provenienti dal campo di Quidditch, Meg abbandonò la scopa e si tuffò in acqua senza badare alle creature marine che la intimorivano.
Lei doveva salvare il suo amico.
L'impatto fu violento, l'acqua gelida sembrò colpirla in volto come mille schegge di vetro.
Meg ignorò quella sensazione spiacevole e continuò a nuotare, malgrado stesse finendo l'ossigeno.
Urtò contro qualcosa di duro, e si morse la lingua per il dolore al gomito.
Era la gamba di legno di Regulus, si era spezzata in due... il ragazzo non doveva essere molto lontano... e infatti.
Regulus giaceva quasi senza vita circondato da alghe.
Meg lo afferrò, e risalì a galla.
L'ossigeno era finito, e quando fece capolino dalla superficie, inalò più aria possibile, tenendo stretto Regulus, che era diventato blu in viso.
Meg iniziò a gridare aiuto, più forte che poteva, avvicinandosi alla riva.Hogwarts
Pansy Parkinson si sveglia con un dolore alla fronte lancinante.
Accanto a lei Blaise Zabini russa pesantemente, tenendole ancora i polsi tra le mani.
La ragazza si libera dalla presa, sorridendo al pensiero di aver sedotto un altro ragazzo in poco tempo.
Senza svegliare Blaise, Pansy si avvicina a una gabbietta riposta sul davanzale della sua stanza in dormitorio.
Spike il riccio bianco domestico apre gli occhietti color tempesta e guarda con impazienza la padrona.
Pansy apre lo sportello della gabbia e delicatamente prende Spike.
Già aveva un riccio personale quando era piccola.
Si chiamava Penacho, era molto piccolo e di color blu notte, un regalo della nonna paterna.
La piccola Pansuela Dolores non aveva idea che di lì a poco il suo animaletto sarebbe stato ucciso brutalmente davanti a lei.
Uno dei suoi fratelli, Thomas, il secondogenito, detestava vedere la sorellina felice, e decise che quel giorno Pansuela doveva soffrire a tutti i costi.
I Parkinson abitavano (e tutt'ora abitano) in una grande Villa chiamata Herida, e accanto ad essa era collocata una cantina molto spaziosa.
Patrick Parkinson, il capo famiglia, soleva lavorarci il ferro spesso senza magia, producendo armi di ogni genere.
Thomas decise di rubare una spranga dalla cantina e di raggiungere Pansuela in giardino.
La piccola non capì il motivo di quella cattiveria, vide solo Penacho diventare una poltiglia di sangue e pelle proprio sotto il suo naso.
Pianse tutta la notte, di nascosto.
Ma ora, nessuno avrebbe fatto del male a Spike, un regalo del suo terzo fratello, Diego.
«Cosa c'è Spike, hai fame?» chiede accarezzandogli la testolina.
Siamo così simili, lo sai? pensa.
Nessuno sa chi sei, si limitano a giudicare come appari... nessuno conosce la tua vera anima.
«Pansy...»Blaise si sveglia di soprassalto.
«Devi andartene, oggi devo studiare per il professor Murphy.»sbuffa Pansy infilandosi un paio di calze e la gonna della divisa, dopo aver riposto Spike in gabbia.
«Ma tu hai visto Draco ultimamente?»
Pansy si blocca all'istante rischiando di strapparsi le calze.
Non parla con Draco da diversi giorni, e ogni volta che sente il suo nome il suo miocardio non funziona a dovere.
«Quando smetterai di sbavargli dietro?»
«Non sbavo dietro a nessuno Blaise. Sono gli altri che mi sbavano dietro.»
«Non Draco, lui ha occhi solo per Megan Cooper, e ha intenzioni fin troppo serie con lei.» aggiunge Zabini con un ghigno malefico.
«Spiegati meglio.»
«Vuole metterle l'anello al dito.»
Pansy lascia cadere la cravatta, per poi stringere i pugni.Flashback
In infermeria c'era un gran baccano, Megan aveva salvato Regulus, ma non era riuscita a rianimarlo.
Continuava a praticargli il massaggio cardiaco in bilico su una barella, mentre James e madama Chips cercavano di farla scendere.
«È stata colpa della gamba! QUALCUNO GLI PRENDA LA PROTESI DI SCORTA!»urlò Meg rivolta al portiere della squadra di serpeverde.
Le mani di Meg non smettevano di spingere sul torace di Regulus, blu in viso.
«GOLD! SI FERMI!»sbraitò la McGranitt puntando la bacchetta verso Regulus.
Ma Megan non si fermò, era in uno stato di trance, era convinta che la magia non bastasse a liberare le vie respiratorie.
«Anapneo!»ripeté James, ma Regulus non respirò.
Megan non ce la faceva più a spingere, aveva i crampi e le braccia si erano intorpidite.
Non lo stava facendo perché lui era il fratello del suo ragazzo, lo stava facendo perché era giusto farlo. E questa sottile differenza nessuno la comprese mai, e a lei non importava, doveva salvare Regulus.
«Forse dovremmo chiamare i signori Black...»sussurrò il professor Lumacorno con le lacrime agli occhi.
Ci fu un brusio generale, e poi tutti tacquero, nella stanza si sentivano solo i respiri affannosi di Meg.
«NON È MORTO!»urlò.
Lily capiva molto bene la determinazione dell'amica, e voleva sostenerla.
«Ti do il cambio, tu aiuta Madama Chips con l'incantesimo di riscaldamento.»
Ma Meg non si mosse, continuava a spingere, era convinta che il battito ci fosse ancora non voleva darla vinta alla morte.
Lily si mise a spingere con Meg, più forte che poteva.
«C'è polso.»intervenne James gioioso.
Meg si fermò nell'istante in cui Regulus si svegliò, sputando addosso a Lily l'acqua che aveva ingerito.
Meg era felice, non sentiva più le braccia e James dovette prenderla in braccio e portarla su un lettino.
Meg aveva salvato una vita.
Non per vittoria personale, ma perché era giusto così.
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Born To Die
FantasyMegan è morta a 17 anni, ed è tornata in vita grazie ad Albus Silente. Non prova emozioni o sentimenti, non avverte odori, sapori, caldo oppure freddo, dolore o piacere. Non le batte il cuore. Sirius Black era il suo ragazzo prima di morire, e Lily...