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Hogwarts (Meg)
Il giorno dopo, prendo posto al tavolo dei Grifondoro, senza badare alla Umbridge che allarga le narici essendo sorpresa dei miei capelli ricresciuti.
«Meg? Che ci fai qui?»domanda Fred Weasley versandosi del succo di zucca.
«Anche per me è un piacere vederti, Freddy.»lo canzono prendendo posto tra Harry e Ron, Hermione mi rivolge un sorriso e io ricambio.
«Sono...sono belli.»Ron allude ai miei capelli.
Harry non mi rivolge la parola, è arrabbiato.
«Comunque per rispondere a Freddy, non mi andava di stare al mio tavolo, e nessuno mi impedisce di cambiarlo, no?»
«Giusto.»sorride George, il gemello di Fred.
Harry addenta una salsiccia e poi trangugia del succo diverso dalla zucca.
«Dobbiamo parlare, noi tre.»esordisco mettendomi sottobraccio a Ron e Harry.
«Non credo di avere nulla da dirti.»risponde Harry sottovoce.
Continuando a guardarlo negli occhi, faccio cadere il succo sul suo maglione.
«Ora dobbiamo pulire questo disastro, ferma Granger!»con un dito a distanza le faccio posare la bacchetta.
Harry e Ron, finalmente, acconsentono a uscire di lì e parlare, li porto verso le cucine, prima del quadro con la frutta.
«Prima di tutto, Ron, Pansy ha detto a Draco che mi ha vista nello spogliatoio, e avendo anche visto Harry andarsene...Draco sospetta di noi.»
Ron sbianca e apre la bocca.
Harry sposta lo sguardo da me al suo amico, con un po' di sgomento.
«Nello spogliatoio? Cosa diavolo ci facevi nello spogliatoio?»tuona contro di me.
«Una doccia, avevo caldo e volevo rinfrescarmi... e mi sono imbattuta in Ron.»spiego tranquillamente.
«Sei inciampata sul suo...»
«Oh, smettila Potter, so che ti vedi con Cho Chang, quella ragazza bruttina di Corvonero, quindi non dire falsità sul mio conto.»
«Cosa c'entra con chi mi vedo io?»ribatte.«Io non vado in giro a pomiciare nel cuore della notte e nelle docce con un altro ragazzo, oppure non faccio smancerie davanti a tutta la scuola con Malfoy! Io non tradisco le persone... quindi, smettila di comportarti così, perché altrimenti sorge spontaneo chiamarti...»
Non gli lascio il tempo di finire la frase che il segno delle mie cinque dita è sulla sua guancia arrossata.
«Non ti azzardare, ragazzino, tu non sai niente di me, chiaro? Niente!»urlo.
Ragiono su quello che mi ha detto, mentre mi fissa iracondo, tradire qualcuno...
Si riferiva a Malfoy, giusto?
Ma a lui non importa di Malfoy, lo odia, quando mi ha detto quella frase era quasi vendicativo, come se volesse difendere la persona, secondo lui, tradita.
«Non sto tradendo proprio nessuno, Harry, tu non sai nulla!»gli ripeto.
Sembra essersi pentito di ciò che mi ha detto.
Ron è diventato rosso sulle orecchie e non ha smesso di mordersi il labbro per il nervosismo.
«Non abbiamo fatto nulla nella doccia Harry, se non meno di quello che abbiamo fatto di notte e che credo tu sappia. Ma Harry...»si spiega Ron.«...Malfoy è un...lo sai cosa... forse si merita di essere tradito, no?»
«Sì, Malfoy se lo merita...Malfoy.»precisa calcando la voce.
Harry, cosa vuoi dire?
Ci zittiamo tutti e tre, quando un gruppo di ragazzini del primo anno passa.
«Prefetto, intervieni.»
Ron si scaglia contro i ragazzini, riaccompagnandoli in Sala Grande.
Harry ha la stessa espressione di James quando era contrariato e al tempo stesso dispiaciuto.
«S-Scusa...»mormora.
Non sei stato il primo a pensare di chiamarmi in quel modo, tutti lo fanno... e forse da un po' di tempo a questa parte è la verità, ma al momento l'unica arma che possiedo e che scelgo di utilizzare per un risultato del mio piano migliore è la seduzione.
«Almeno me lo stavi dicendo in faccia...»gli poggio una mano sulla spalla e sembra calmarsi.«Harry...non ho potuto fare a meno di... percepire...una sorta di allusione in ciò che hai detto, sbaglio?»
Harry deglutisce, diventando rigido.
«Lascia perdere.»scrolla le spalle.
«Sai che sono stata io a immobilizzarvi ieri, e sai che sono stata io a farti cadere il succo di non-so-cosa addosso, e sai che sono stata io a controllare i movimenti della Granger...»inizio, parlando a bassa voce.«Non posso leggerti nella mente, ma sono una persona molto intuitiva e perspicace, quindi non mentirmi.»
Harry stringe le labbra.
«Lo so, so che sei stata tu a fare tutte quelle cose, l'ho capito, e questo mi ha fatto arrabbiare.»
«Perché?»
«Perché volevo aiutarti, e non ho potuto farlo.»
Anch'io volevo aiutarti in tutti questi anni, volevo aiutare i miei amici a sopravvivere, volevo aiutare tutti a farcela, e non ho potuto farlo.
Ora capiamo entrambi come ci si sente ad essere costretti all'immobilità di fronte ai nostri cari che soffrono.
«Credo di capire.»lo consolo.
«È per questo che sono arrabbiato, sai? Volevo fermarla, volevo che si fermasse. Se sai fare tutti quei trucchi di magia, perché non l'hai fermata tu? Perché non l'hai scaraventata al muro? O controllata?»
«Perché dopo avrebbe fatto peggio, e non posso perdere tempo a combattere con la Umbridge.»
«Perché? Per cos'altro combatti?»
Gli occhi verdi di Harry sprizzano frenesia, lui sa già la risposta, o almeno parte di essa, ormai l'ho capito.
«Potter, Cooper!» Severus ci viene incontro, a grandi passi.
«Professore...»sorrido guardando Severus.
«Cosa ci fate qui? Oggi c'è la partita, e non vorrai fare tardi proprio quando gioca Weasley, Potter, sparisci.»
Harry stringe i pugni e si allontana.
«Lo sai, vero... Sei proprio sgarbato.»faccio notare a Severus.
«Fino a prova contraria sono un suo professore, e anche tuo. Quindi non darmi del tu, a meno che non voglia avere una punizione.»
«Più di quella di ieri? Non credo che tu glielo permetteresti.»
«Sparisci, Cooper, o ti farò passare la mattina a pulire i bagni.»
«E togliere questo piacere a Gazza? Neanche per sogno, ci si vede.»sorrido allontanandomi, verso il corridoio opposto.
Se Harry ha capito qualcosa, vorrà dire che andrò nel dormitorio di Grifondoro, forse trovo qualcosa, ma devo aspettare l'inizio della partita.
Se avesse scoperto tutto...se disgraziatamente avesse scoperto tutto...? Maledizione!

Flashback
In infermeria c'erano solo quattro letti occupati da tre ragazzi e una ragazza.
James riportava qualche ferita al braccio e alla tempia, Remus aveva graffi profondi sul volto e sulle gambe, mentre Sirius era ridotto peggio: riportava una piccola emorragia, a causa degli squarci sull'addome.
Megan, invece, era svenuta dopo l'accaduto, qualche graffio e un taglio sul labbro inferiore rovinavano il suo viso, le sue caviglie, e le sue mani, ma era stato troppo vedere Sirius in quelle condizioni. Era notte fonda ormai, e i ragazzi erano stati portati lì da poche ore.
Il sonnifero che garantisce un sonno senza sogni aveva finito il suo effetto su Megan, che si era svegliata tutta intorpidita, non indossava più il vestito da ballo, ma una veste grigiastra dell'infermeria. Si mise a sedere, guardandosi intorno, anche se era tutto buio, quindi non distinse le figure che giacevano nei letti di fronte.
Accanto a sé vide la sua bacchetta, che le aveva portato Lily in caso di emergenza.
La impugnò e pronunciò "Lumos" e una piccola luce fuoriuscì dalla punta della sua bacchetta.
Si alzò, lamentandosi del fatto che le sue gambe si erano addormentate, poi si trascinò in avanti, facendo luce sugli altri pazienti.
Di fronte a lei c'era James, che stava dormendo mormorando qualcosa, accanto a lui c'era Remus, a cui madama Chips aveva dato lo stesso sonnifero di Megan, per fargli ottenere un sonno sereno.
Alla sinistra di James, c'era Sirius, che aveva un occhio semiaperto.
Meg allontanò subito la luce dalla sua faccia, capendo che probabilmente gli dava fastidio.
«Sei sveglia.»sorrise debolmente lui, facendole segno con una mano di sedersi.
Megan gli prese la mano e la baciò, come una moglie farebbe con suo marito.
«Penso che tu adesso possa perdonarmi.»riprese Sirius aprendo di più gli occhi. Alla ragazza scese qualche lacrima e poi annuì sorridendo amaramente.«Stupido, sei tu che devi perdonarmi.»
«Stenditi qui, e per un attimo dimentichiamo il resto, ti prego.»biascicò Sirius, spostandosi flebilmente da un lato.
Meg si infilò sotto le coperte, senza imbarazzo o altro, stendendosi vicino a Sirius, continuando a tenergli la mano. «Sirius, ho creduto di perderti.»sussurrò Megan al suo orecchio.
«Shh...sono qui, vedi? Mi stai anche tenendo la mano. Non ti lascio.»
«Lo so, tu non mi hai mai lasciata o abbandonata, Falpato... l'ho capito un po' tardi, ma l'ho capito. C'eri tu per me, in qualsiasi situazione.»un'altra lacrima cadde bagnando il cuscino.
«Resterò con te per sempre.»concluse Sirius, girando piano la testa verso Meg, per baciarle la punta del naso.
E i due si assopirono, mano nella mano, dimenticandosi del mondo circostante.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora