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Hogwarts
«Kensington Gardens, tempo fa erano i giardini privati di Kensington Palace, uno dei Parchi Reali di Londra. Sorge subito ad ovest di Hyde Park e-»
«Pansy perché me lo stai dicendo?»domanda Harry rimettendosi in fretta la cravatta.
Pansuela è seduta su un banco di una classe vuota, senza camicetta e con una mappa di Londra.
La ragazza si riveste velocemente e aggiusta i capelli di lui restituendogli gli occhiali.
«Sei più carino quando usi la lingua per altro Potter, lo sai? Comunque per il nostro martedì! Ti avevo detto che volevo andarci.»
Harry la guarda sorridente e poi le avvolge la vita stretta con un braccio.
«Come conosci tutte queste cose? Non odiavi i babbani?»
«Beh forse non del tutto, mi ha sempre affascinato tanto la storia, e sopratutto l'architettura, i bei palazzi...»gli occhi di lei si illuminano di un barlume completamente nuovo, Harry non l'ha mai vista così entusiasta.
«Ho fatto delle ricerche, ci dovrebbe essere un semprecato dove prendere il cibo!»
«Supermercato intendi?» dice Harry divertito.
«Quello, sì, e se hai soldi babbani possiamo comprare ciò che ci serve per una giornata intera! E sai che c'è anche un lago con dei cigni stupendi?» Pansy raccoglie la sua borsa e mano nella mano con Harry esce dall'aula.
Pansy si aggiusta la frangetta con le unghie dipinte di nero scacciando il pensiero di ciò che tra qualche settimana dovrà subire, la Pasqua in famiglia con i suoi fratelli, con i quali lei ha un rapporto pessimo.
Harry cerca di tenere il passo ma Pansy cammina sempre veloce, come se fosse avanti anni luce rispetto agli altri, come se già stesse pensando al dopo.
«Dobbiamo solo uscire di qui. Ma tu hai ancora la traccia...»
Harry pare confuso e si ferma.
Pansy sospira e lo tira per la cravatta.
«Fino ai diciassette anni hai una traccia magica, il ministero può rintracciare le tue attività e cazzate varie. Insomma lo sai no?  Non puoi usare la magia.»
«Anche tu giusto?»
Pansy ride di gusto facendo sporgere un po' gli incisivi.
«Tesoro, a dicembre ho compiuto diciassette anni, non sedici.»
Harry arrossisce leggermente e si schiarisce la voce.
«Oh, avevo capito male... ecco perché ti sei iscritta al corso di...»
«Già, beh anche il tuo amico pel di carota, no? Cooper è tanto capace quanto stronza quindi...» Pansy guarda il suo ragazzo e subito si ricompone «Mi ha salvato, lo so.»
Harry accenna un sorriso e insieme continuano a camminare.
«Ho preso della polvere che ci permetterà di sparire.»gli sussurra, girandogli intorno come la più elegante delle rondini in primavera.
«E dove?»
«Segreto.» e di scatto, Pansy gli salta sulle spalle facendosi reggere, dal ragazzo che constata il peso quasi nullo della giovane.
«Pansy ti...»gli sta per uscire spontaneo, ma si rende conto che forse è ancora troppo presto.
Harry non vuole spaventarla con una frase così importante eppure non sa che Pansy desidera da un po' sentirselo dire.
«Pansy ti, cosa?»
«Ti sta bene la minigonna» Harry si pente il secondo dopo aver detto questa frase.
Pansy alza un sopracciglio, un po' delusa e scende dalle sue spalle.
«Bobo eres...»
«Mh?»
Sei stupido Potter, Pansy avrebbe voluto urlagli queste parole ma si limita a trascinarlo nel cortile.
«Pansy, sei sicura che non ci becchino?» Harry perlustra con lo sguardo l'entrata «Meg mi ucciderà, anche Silente e anche-»
«Cooper ucciderà me al massimo, al preside piaci non giriamoci intorno, da quando hai paura di rischiare?»
«Sono osservato lo sai, il ministero e il ritorno di-»
«Ti proteggo io, Potteruccio.»Pansy lo interrompe nuovamente brandendo con fare drammatico la bacchetta.
«Parkinson, non fare la spiritosa oppure... beh non posso essere volgare.»
«Però.... Ci sono parecchie cose che non riesci a dire, mi chiedo se tu ci abbia scritto un dizionario o un manuale per noi comuni maghi.»
«Sarcastica che non sei altro.»
Pansy getta la polvere in terra e i due si smaterializzano a Kensington Gardens.

(Meg)
Ho disegnato.
Dopo tanto tempo ho disegnato di nuovo. Tutto ciò che ho sognato, tutto ciò che mi passava per la mente, come se stessi tessendo il materiale per il grande schermo, come lo chiamano i babbani. Guardo le rose che mi ha portato Draco, sono state la mia unica compagnia per tutta la giornata, insieme al bigliettino.
Ho disegnato tutto su una vecchia agenda di Regulus che ho ritrovato in una delle vecchie scatole.
Ma poi qualcuno ha bussato... Murphy.
Vi è mai capitato di sentirvi un vuoto nel corpo, come se ci fosse un buco nero gigante in cui è inghiottito lo stomaco?
Ovvio che è capitato, capita a tutti, ed è capitato anche a me, dopo anni.
Qualcuno a cui tengo è stato male quando non ero presente, credo sia la prima sensazione brutta, davvero brutta che provo.
Ron è in infermeria, è stato avvelenato mentre io ero al San Mungo, Harry avrà provato sicuramente a dirmelo, a spiegarmi che l'aveva salvato lui dalla bottiglia avvelenata di idromele barricato, ma io l'ho completamente ignorato.
E cosa ci ho guadagnato? Le rose più belle del mondo.
Non è senso di colpa, più che altro sento di non aver dato abbastanza peso a Ron, sento di non essergli stata vicino. Ma sono stata male anch'io per cui, non devo allarmarmi.
È normale sentirsi spaesati quando si riprova qualcosa di così terribile dopo una vita.
Mi fanno perfino male i piedi, non amo Ron, questo è chiaro, eppure ci tengo molto.
Vederlo in quello stato seduto sul letto con le gambe immobili a fissare il vuoto mi ha creato il buco nero gigante.
«Ginger Tonic»mi avvicino legandomi i capelli, gli prendo una mano tentando di stabilire un contatto e lui mi guarda con un mezzo sorriso.
«Mi fanno male le gambe, le ho tutte intorpidite, mi dispiace che tu debba vedermi così.»
Deglutisco forse rumorosamente, cerco di non stritolargli la mano.
«Murphy me l'ha detto, beh devi aspettare qualche giorno prima di camminare bene.» sospiro passandogli un bicchiere con del succo alla menta.
«Merda, sono un idiota, tu come stai?»
«Non lo sei, sei stato male... capita di dimenticare gli altri quando si sta male... Sto bene, era una stupidissima indigestione.»
«Se fosse stato altro non sarei scappato, voglio che tu lo sappia.»mi guarda negli occhi ed è lui a stringermi la mano.
Allude al discorso "figli", ma io non posso più averne.
«Non lo sarà mai altro.»sussurro abbassando un po' lo sguardo.
Ron non dice nulla e sono convinta che abbia capito.
«Sarà stato il pollo.»sdrammatizza imitando la voce di Hagrid.
«In effetti no, è stato un filtro o una pozione, Hemeto mi pare, qualcuno ha voluto farmi un brutto scherzo»mi giro verso il letto di Theodore, l'ultimo della fila «fallendo, ovviamente.»
«Aspetta, hai detto proprio Hemeto?»
«Già, me l'ha spiegato Tonks, perché?» gli sento il polso e con la bacchetta controllo la pressione.
«Perché quella roba sta alla base delle pasticche vomitose di Fred e George.»
«L'avevo intuito.»
«Beh, loro hanno un registro aggiornato di chi acquista cosa, se è stato Nott lo sapranno.»
«E se è stato rubato? Insomma non erano le pasticche era proprio l'ingrediente.»
«È impossibile rubare lì, andiamo... sono Fred e George.»
E mentre parla tenta di muovere la gamba destra ma un crampo gli fa cambiare espressione.
«Meg non guardarmi così, a Harry è andata peggio.»
La il buco nero nel mio stomaco diventa più grande dello spazio.
«Harry... a Harry è andata peggio? Quanto peggio?»mi alzo e mi torturo le mani «Dove sta? Perché non è in infermeria?»respiro in modo irregolare e perlustro ogni centimetro dell'infermeria.
Mentre cammino velocemente prendo una storta, e mi massaggio la caviglia anche se non fa male quasi per niente.
Harry non può essere stato male, perché non ero presente? Mi sono isolata per tutta la serata e poi stamattina. Cosa cazzo è successo in questo frangente? Non è passato mica un mese!
«DOVE CAZZO È?!!»
«SHH MEG! Li farai scoprire!» Ron mi afferra il braccio e mi tira sul letto.
«È in ospedale?»scuoto la testa come se volessi togliermi tutti i pensieri brutti dal cervello.
«È fuori con Pansy, ma sta benissimo, ha avuto un incidente durante gli allenamenti all'alba, si è spaccato la testa-»
«SI È SPACCATO LA TESTA?» mi alzo di nuovo e cerco di abbassare la voce per evitare che qualcuno possa sentirmi.
«L'hanno guarito, Murphy e Malfoy hanno riparato il danno, infatti l'hanno dimesso subito, non è stato grave.»
«Dobbiamo trovarlo! E se ha la nausea? Gli hanno fatto l'incantesimo dell'equilibrio? Merda... un aneurisma?» cammino avanti e indietro facendo rumore con i tacchi e tirandomi il lembo della gonna della divisa.
«Megan, Harry sta bene.»
«Cazzo no! Nessuno sta bene! Sparisco per un giorno! Un fottuto giorno e tu e Harry rischiate la vita!»come una furia mi catapulto fuori.
Devo tentare di calmarmi, sono molto agitata, stranamente.
Voglio capire precisamente cosa gli sia successo e per farlo devo vedere la sua cartella della salute o clinica come dicono i babbani.
Torno nello studio di Murphy e inizio a frugare nei cassetti.
«Cosa cerchi?»
In un sussulto mi giro di scatto e vedo Draco con le mani in tasca che mi osserva con un sorrisetto irritante.
Restò immobile a guardarlo, tutta l'agitazione si allevia ma comunque mi trema la voce.
«Harry si è fatto male, devo capire... tu l'hai-»
«Salvato? No, ho solo assistito Murphy nello svolgimento del suo compito.» Draco si sistema la cravatta «Frattura del cranio lineare, rischio coagulo minimo, io ho solo ricucito, non sono il suo salvatore.»deglutisce come se stesse omettendo dei dettagli.
Lo fisso e prendo la cartella che cercavo.
«Non l'hai solo ricucito vero?»domando guardandogli le mani.
«Potrei aver notato io la frattura, ma davvero, ha fatto tutto Murphy.»si schiarisce la voce «È vietato ciò che stai facendo e io in quanto prefetto dovrei punirti, lo sai piccola?»si avvicina e sussurra l'ultima parola facendomi arrossire.
«È per una buona causa.»preciso, fingendo di non essere nervosa.
Draco mi guarda prima gli occhi e poi le labbra.
«Se lo dici tu, ti sosterrò, anche se si tratta di rubare una semplice cartella della salute.»si avvicina sempre di più, sovrastandomi.
Fino a due secondi fa sono stata talmente travolta dalla preoccupazione da non sentire nemmeno un po' tutto il resto.
Ma ora... beh ora non posso fare a meno di fare una cosa.
Mi avvicino anch'io e poggio la cartella sul tavolo.
«Cooper sei un po' in svantaggio così, lo sai?»la voce di Draco diventa di colpo più bassa quasi roca.
Mi alzo sulle punte e lo bacio senza pensarci, so che è quello che voglio.
Draco mi prende in braccio facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita, poi mi poggia contro la parete mentre ricambia il bacio.
«Ti sono piaciute le rose?»
Mi perdo nei suoi occhi per qualche secondo, e poi sussurro un "sì" sulle sue labbra.
«Cosa c'è tra te e Daphne? Draco devo saperlo...»
«Perché? Così se io sono disponibile lasci Weasley?»
«Io... io vorrei essere sicura...»
Draco ride nervosamente e poi mi mette giù.
«Sicura? Ma davvero? Meg non puoi avere paura dei tuoi sentimenti per sempre, riesci a capirlo? Lo stai prendendo in giro e stai prendendo in giro te stessa. Devi scegliere, perché io ti aspetto, posso aspettarti tutta la vita ma Daphne...»Draco colpisce con forza il legno del tavolo facendomi indietreggiare.
Noto che ha gli occhi lucidi, sembra scosso, e dispiaciuto.
«È la mia promessa sposa.»
Resto zitta, ho dimenticato che nelle famiglie purosangue viene scelto il promesso sposo, ma credevo che fosse un'usanza passata... e sopratutto non obbligatoria.
«Meg, dimmi qualcosa...»
E così lui si sposa con un'altra, dovevo aspettarmelo... io e lui non siamo fatti per stare insieme, non lo saremo mai.
Io ho scelto Ron, per il motivo sbagliato, ma finirà anche con lui, perché io non appartengo a questa epoca, e non posso tornare indietro... io non appartengo a questo mondo, ho un cognome falso, un corpo inutile, i sentimenti a metà.
Dovrei uccidere suo padre, non preoccuparmi se mi aspetterà.
«Io... congratulazioni.» prendo la cartella clinica di Harry e corro fuori reprimendo il bruciore agli occhi.

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