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Flashback
Leggiadra e felice Meg scese le scale del dormitorio, per unirsi ai festeggiamenti, mano nella mano con Sirius.
I quadri li canzonarono, ma alcuni acclamavano la vincitrice, con una gioia sonora.
I capelli mossi della giovane cercatrice erano sciolti e tenuti pressoché fermi da un cerchietto di fiorellini rossi.
La Sala Grande era addobbata a tema Grifondoro, ovviamente, e la coppa delle case risplendeva aurea al centro del lungo tavolo. Su di essa, dei piccoli leoni incantati danzavano quasi come se si rincorressero in tondo.
James prese Meg in braccio sollevandola per la felicità.
«PICCOLA GOLD! PICCOLA GOLD!»
Sirius scoppiò a ridere, vedendo quella scena.
«JAMES! MI FAI CADERE COSÌ!»
James lasciò la presa e diede un bacio a Lily facendole fare il casque.
Lily sconvolta, arrossì, ma non disdegnò il gesto.
Ariana si avvicinò, con uno sguardo divertito.
«Ho notato che la casa dei Serpeverde non è qui, saranno con la coda tra le gambe immagino.»
Sirius abbassò lo sguardo ma poi rise altrettanto, prendendo un bicchiere di whisky incendiario.
«Mio fratello adora questo tipo di attività, chiuso in camera, ferito nell'orgoglio. Proprio come nostra madre.»
Meg non rise, anzi, sentì un tuffo al cuore.
«Oh, non penso, dopotutto mi ha proteso la mano.»
«Apparenza.» bofonchiò Sirius «Ci insegnano ad essere damerini presuntosi.»
Ariana non disse nulla, dentro di lei aveva pensieri più importanti.
«Vado da lui...a chiamarlo. Magari anche gli altri verranno.»
Sirius si versò un altro bicchiere, dopotutto, parlare di suo fratello gli faceva un po' male.
«Non rimanere delusa, poi.»
«Non bere troppo...»gli prese la mano «Tranquillo, è anche un modo per coinvolgere tutti ad unirsi a noi, come le altre case.»
In parte era vero, ma in parte Meg voleva rivedere Regulus, sentiva che doveva farlo..
L'eccitazione, l'adrenalina per la vittoria, l'avevano messa di buon umore e in pace col mondo. Dentro di sé capii di avere anche la forza di provare un'ultima volta a farlo ragionare, a fargli capire che nonostante fossero per ideali nemici, ci teneva.
Ma avrebbe avuto la stessa forza di lasciarlo andare se lui avesse dimostrato ancora una volta indifferenza o distacco?
La professoressa McGranitt la fermò prima che Gold uscisse dalla sala.
«Gold, dove pensi di andare? TRA POCO C'È IL BRINDISI!» era sovraccarica di energia positiva, e agitava un calice con qualche alcolico.
«Professoressa, vorrei coinvolgere i nostri compagni serpeverde-»
«Oh bene, ma FAI PRESTO!»
Questo cambio di tono di Minerva la spaventava e la divertiva al tempo stesso, poteva far gara a James.

Senza ulteriori indugi scese nel sotterraneo Serpeverde. Per la parola d'ordine non fu un problema, Lumacorno non esitò capendo le intenzioni.
Quel dormitorio era così buio, e angusto, ma qualcosa l'attirava, anzi, l'attraeva.
Subito la pervase un odore molto forte, appena varcò la soglia della sala comune.
Nessuno si accorse di lei, qualcuno le scoccò un'occhiataccia, ma sembravano tutti troppo... allegri...
Forse era la cosa che emanava quell'odore a renderli così. Le luci psichedeliche non aiutavano di certo, prodotte da una sfera specchiata a forma di medusa verde, minacciosa e affascinante al tempo stesso.
La musica era molto forte, ma non era un tipo di musica ballabile, era più sensuale, provocante.
Barty era stravaccato su un divanetto, con un ragazzo accovacciato di fronte a lui.
Non appena capì la situazione Meg arrossì di colpo, distolse lo sguardo ma era troppo tardi.
«Abbiamo la vincitrice.»ghignò Crouch cacciando fuori il fumo da un oggetto simile alla sigaretta.
L'odore proveniva da quel fumo, che tiravano fuori anche altre persone, alcune svenute per giunta.
«Cerco Regulus Black.»disse Meg nervosamente.
Barty rise sonoramente, poi gemette «Questa roba non mi fa sentire niente, cazzo!»spinse con violenza via il ragazzo che per tutta risposta vomitò sul pavimento.
Meg si tappò il naso, inorridita.
«Conosco la strada della camera, non disturbarti.» liquidò la questione, e avanzò.
«Non ti fermo mica.» Barty alzò le mani sudice di chissà cosa e si affogò quasi per ridere, non si scomodò nemmeno ad allacciarsi i pantaloni.
Meg svoltò velocemente verso la camera di Regulus, dovette scavalcare un paio di persone svenute e qualche coppia che si strusciava nei corridoi, ma finalmente arrivò.
Sentiva un vociare dalla porta, e bussare non le sembrò mai così difficile come in quel momento.
Intimorita da un suo sguardo o peggio da un sorriso fasullo.
Bussò, decisa ma non troppo forte.
«Non ora Barty.»la voce di Regulus sembrava un po' affannata, ma Megan non notò molto la differenza.
Bussò di nuovo «Sono...Megan.» disse con una voce fuori dal suo corpo, come se si stesse rivolgendo a un completo estraneo.
Sentì silenzio, un silenzio tombale, provenire da quella stanza.
La porta si aprì.
«Reg... io-»
Regulus aveva la camicia semi-sbottonata, e le labbra umide, per non parlare dei capelli arruffati.
La guardò un po' pietrificato un po' perplesso, poi lasciò che la porta si spalancasse, rivelando la figura seminuda di Vanessa Zabini.
La pelle scura della ragazza faceva risaltare i suoi occhi azzurri, e le ciocche bionde intrecciate ai capelli nerissimi.
Meg osservò la scena per pochi istanti e deglutì, era in imbarazzo.
Fissò Regulus negli occhi cangianti di lui.
«Io... Volevo... volevo... Ehm io-»
I suoi occhi andavano dal letto una volta perfettamente ordinato del ragazzo alla camicetta gettata in terra di Vanessa.
Regulus si accigliò, e chiuse la porta dietro di sé, scusandosi con la ragazza.
«Che succede, non ti senti bene?» domandò a Megan, un po' stordita dall'ambiente.
Pensò a lei e Sirius stretti l'uno all'altra nel letto poco prima, Regulus stava evidentemente facendo lo stesso con quella ragazza.
Beh almeno in tutto quel casino con la famiglia poteva avere una distrazione... Magari si sarebbero sposati e anche lui sarebbe stato felice con Vanessa.
Il pensiero le fece piacere, si augurò che lui potesse avere una vita tutta sua.
La mente le galoppava sempre troppo veloce, forse più della realtà.
«Io... ecco mi chiedevo se volessi partecipare alla festa... con tutti gli altri insomma, ma vedo che sei impegnato.»concluse Megan, balbettando.
Regulus scosse la testa, e la prese dal braccio.
«Non farti strane idee, non siamo più amici. Niente di personale.»
Meg cambiò subito espressione, e l'imbarazzo si tramutò in quel nervosismo sepolto durante la partita, quella rabbia che aveva provato per quell'aria da presuntuoso.
«Hai già i tuoi amici con cui festeggiare. E hai Sirius, io a cosa ti servo esattamente?»sussurrò, con fare provocatorio.
Meg incrociò le braccia, liberandosi, ma non sapeva cosa rispondere.
«Sei... sei suo fratello.»
«Sì, e lui non ha nemmeno giocato, quindi? Dovrei brindare a te?»sogghignò.
La ragazza scosse la testa«Perché fai così? Non è ancora troppo tardi... possiamo sistemare tutto.»
«Non ho nulla da sistemare, io sto benissimo così. Ognuno di noi ha fatto la propria scelta.»
«Le scelte si possono cambiare!»esclamò Megan.
Regulus la guardò intensamente e le mise una mano sulla guancia.
Lei non sembrò sorpresa per il suo gesto, anzi forse lo riconobbe per ciò che era stato durante la loro amicizia.
«Non sempre, ed è meglio per tutti così.»
«Io credo che si abbia sempre una scelta, non c'è niente di più bello che vivere scegliendo di essere felice, non essere ostaggio del dolore, Regulus. Tu meriti di essere finalmente te stesso, se non vuoi esserlo con noi va bene. Ma allora trova un altro modo, io so che dentro di te c'è molto più di questo, l'ho vissuto, l'ho sentito.» la determinazione della grifondoro spaventò Regulus, come un risveglio naturale nella pancia.
«Non è facile, e non è realistico. Discorso tipico di una ragazzina ingenua. Tu hai la tua felicità? Sirius, no? Bene, dimenticami però, e fidati, che magari anch'io lo sarò. Ho Vanessa.»
«Io non parlo solo di quel tipo di felicità, io parlo di quella in te stesso, sei felice con ciò che fai? Con le scelte che compi? Io non credo proprio. Non puoi essere lo stesso ragazzo con cui... con cui mi sono aperta, tu hai visto i miei ricordi, mi sei stato vicino, io... Sono sicura che tu cambierai idea. Io voglio che tu ci sia al nostro matrimonio.»
Il ragazzo si allontanò di qualche passo, e le diede le spalle.
«Se lui ti vuole non devo volerti anche io. Siate felici, e lasciami in pace.»si voltò di nuovo con gli occhi arrossati.
«Ma...»lei abbassò lo sguardo, tentando di non far uscire nemmeno una lacrima.
«Adesso fuori di qui, goditi la tua vittoria, mio fratello e i tuoi amici.»il giovane alzò la voce.
«Sei detestabile, io cerco di parlarti e tu non fai altro che provocarmi. Fai come vuoi, ma se continui così anche la tua Vanessa ti lascerà solo. Perché sarai tu ad allontanarla, come allontani Sirius e come stai allontanando me!»
«Sì, sono uno stronzo, cosa puoi farci? Non puoi cambiarmi, nessuno può. E tu, Gold, non sei da meno. Ora sparisci.»
A quel punto fu impossibile trattenere le lacrime.
«Piangi, non sai far altro. Non abbiamo più nulla da dirci.»
«Sirius aveva ragione. Mi hai deluso.»
Quell'ultima frase strinse in una morsa il cuore di Black.
Meg andò via, senza voltarsi, il ragazzo la seguì con lo sguardo, e sentì l'odore dei capelli morbidi di lei, contornati da quell'incantevole cerchietto a fiori.

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