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Hogwarts (Meg)
«No! Te l'ho detto Herman, non ho intenzione di indossare l'uniforme!»scandisco rivolgendomi alla Granger.
Siamo nella sala comune dei grifondoro, Harry voleva a tutti i costi che ci venissi, è esattamente come la ricordavo. La Sala Comune dei Grifondoro è circolare, ampia e accogliente. È arredata con comode poltrone, pouf e tavolini bassi; inoltre è occupata dall'immenso camino di marmo. Il pavimento è ricoperto da un tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti sono tappezzate di drappi e magnifici arazzi dei colori della mia amata casa. Non manca di certo una biblioteca fornita quasi quanto quella principale.
Credo stia nascendo una sorta di amicizia, è ottimo! Posso proteggerlo meglio se sono vicino a lui.
«Hermione! Non è così difficile da imparare!»strilla lei stringendo il libro tra le mani.
Scuoto la testa e tiro fuori dalla tasca una fiaschetta contenente la vodka babbana.
«Cos'è?»domanda Ron, accigliato.
«Bevi.»gli porgo la fiaschetta e lui mi guarda titubante prima di prenderla.
«Non essere timido, forza.»lo incoraggio.
Ron guarda Harry e Hermione, poi la fiaschetta e alla fine beve.
«Di che sa?»domanda curioso Harry.
«Beh... è forte, e sa di fragola e limone e...»Ron ha il volto arrossato e anche gli occhi non scherzano.
Devo tenere conto del fatto che loro non sono immuni a questa roba.
«Zenzero, ora da' qua!»gli strappo la fiaschietta e butto giù il liquido rimanente; mi pizzica leggermente la gola, ma l'effetto dura talmente poco che ne ho bisogno ancora e ancora.
«I minorenni non possono bere queste cose, sai abbiamo solo quattordici anni!»
«Herman, non fraintendere, ma sei davvero equiparabile a un libro impolverato pieno di ragnatele e tutto stropicciato.»
«Ossia?»
«Disgustosamente classica.»concludo alzandomi dal divanetto di pelle scura.
«Vado a prendere in giro qualcuno della mia casa, non ci si annoia mai ad Hogwarts.»esclamo sorridendo.
«Prova ad indossare l'uniforme!»urla Hermione prima che io sia uscita dalla sala, e io -da brava ragazza quale non sono- alzo il dito medio.

*giorno dopo*
Megan? Meg! Andiamo svegliati, Meg, o ci scopriranno! Dobbiamo tornare al castello, ti prego Meg!
«Arrivo!»biascico mentre mi sveglio.
Mi accorgo che le mie compagne di stanza non ci sono, quindi chi diavolo mi ha chiamata? Forse ho sognato, può essere? Fatto sta che sono molto in ritardo, e non ho idea di cosa indossare oggi, insomma, qualcosa di mozzafiato, come sempre.
«Vediamo...»apro l'armadio e frugo tra i vestiti, fino a quando ne afferro uno, è grigio e arriva al ginocchio.
«Beh, questo è il meglio della sobrietà, almeno per me.»
Lo indosso, e per fare prima decido di materializzarmi in fondo alle scale dell'aula di astronomia.
Sì, lo so! Non è permesso materializzarsi ad Hogwarts, ma essere la "nipote" di Silente ha i suoi vantaggi, anche lui può farlo avendo avuto un permesso speciale dal Ministero.
Il mio passo rimbomba mentre salgo le scale che porta alla classe di divinazione, ho indossato le scarpe più belle che ho, sono color bordeaux e hanno un piccolo rubino sulla punta e il tacco non è molto alto.
«Buongiorno, professoressa.»entro in classe e senza guardarla in faccia la saluto.
Prendo posto accanto a Harry.
«Si chiama Cooman, professoressa Sibilla Cooman.»mi informa. Il nome non mi è nuovo... non sarà mica Sybill... la veggente incompresa della classe 1977?
I banchi non sono tali, sono dei tavolini rotondi, simili a quelli dei bar babbani in cui sono stata, ma più belli e decorati; al centro di essi una sfera di cristallo, una vera.
«Divinazione, quindi?»
Harry annuisce, proprio come faceva suo padre.
"James, non sei un asino! Rispondi a parole, non a gestualità facciale, grazie!"
«Potresti evitare di non guardare negli occhi la gente che ti parla? Non mordo, e in più sono anche la tua compagna di banco.»gli dico sottovoce.
Harry deglutisce e annuisce, di nuovo.
«Allora cari! Cari, cari!»inizia la professoressa, ma non ascolto altro perché sono concentrata ad osservare Draco e appena nota che lo fisso si rivolge alla sua amica, che ho scoperto chiamarsi Pansy.
«Bastardo...»bisbiglio.
«Come hai detto?»ribatte Harry.
«Nulla.»sospiro.
La professoressa è un tipo alquanto sconvolgente e unico... davvero, non ho mai visto una persona così eccentrica! Proprio come lo era da giovane.
L'abbigliamento lascia molto a desiderare, mi chiedo se quella tunica sia sintetica, povera professoressa, evidentemente è così presa dal suo insegnamento che non si rende conto delle facce divertire e stranite dei ragazzi...inclusa me.
«Bene. Iniziamo! Potter mio caro! Sai cosa fare!»
Esattamente...cosa deve fare?
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo e anche preoccupato: vorrei provare quasta emozione, ma posso solo ricordare com'era.
«Meg, metti le mani sulla sfera.»dice Harry e io eseguo.
«Cosa vedi caro? Cosa vedi?»
Harry osserva la sfera concentrato, la scruta accuratamente, proprio come se stesse studiando un batterio e stesse in un laboratorio.
«Niente, non riesco a vedere.»sentenzia poi stringendo le labbra.
La professoressa si avvicina al tavolo e da una pacca sulla spalla a Harry.
Tutti ci guardano incuriositi, e io tolgo le mani dalla sfera.
«Niente? Come niente? Non è possibile!»ride istericamente Sibilla.
«Avanti cara, rimetti le mani.»
Sono confusa, il sistema nervoso non riesce a codificare quanto sta accadendo.
«Allora?»domando un po' seccata, e riscontro che ho di nuovo l'attenzione degli altri.
Sul volto della professoressa si dipinge un'espressione di orrore, terribile a guardarsi.
«Cosa... tu...tu...»
«Cosa ha visto?»domanda Harry voglioso di sapere.
Io la guardo facendo diventar i miei occhi due fessure.
La sfera si illumina verso il centro e la professoressa inizia a farfugliare parole senza senso.
«Ho visto... la mor-»prima che possa finire mi concentro affinché la sfera vada in frantumi, e così avviene, allora Sibilla si interrompe.
I presenti rimangono in silenzio osservando i cocci di vetro sul tavolino.
«Scusi! Ah, il potere della divinazione! Che concetto astrale, ora se non le dispiace ho bisogno di una boccata d'aria.»
Mi alzo e Harry è visibilmente scioccato.
La professoressa non mi risponde e fa semplicemente un cenno con la mano.
Corro lungo il corridoio.
Stava per scoprire tutto!
Una cosa è certa...Niente più divinazione! Niente di questa roba!
O almeno davanti alla classe.
Ho bisogno di cambiarmi, questo vestito mi opprime mentalmente, ci vuole qualcosa di fresco, qualcosa di nuovo.
Ma certo!

Hogwarts
Draco percorre in silenzio il tragitto che lo conduce nella sua camera, è pensieroso; dopo ciò che è successo con Meg durante l'ora di divinazione i suoi nervi sono stati stuzzicati ancora di più.
Non capisce cosa gli stia succedendo in questa settimana. È cambiato qualcosa. È più vulnerabile, nervoso, non riesce più a concentrarsi nelle più piccole cose del suo quotidiano.
Il ragazzo si ferma di colpo sentendo dei rumori provenire dalla sua stanza.
Estrae la bacchetta e apre la porta.
«Ma che cavolo fai qui?»

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora