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Song: (Flashback)How to save a life (Boyce Avenue)
Flashback
Frank non era uno studente particolarmente brillante, ma si impegnava seriamente durante le lezioni.
La sua più grande passione era seguire i corsi pomeridiani di pronto soccorso per il settimo anno a Hogwarts: gli sarebbe piaciuto diventare uno dei guaritori del San Mungo.
Ora, in quella situazione disperata, poteva mettere in pratica ciò che aveva imparato.
Regulus era disteso, con la testa sul cuscino impolverato, e Sirius che gli teneva la mano.
«Dobbiamo amputare la gamba.»aveva sentenziato Frank.
«Non puoi rimuovere la necrosi?»domandò Sirius speranzoso.
«I nervi sono stati spappolati, neanche Madama Chips può riparare questo danno. Bisogna tagliarla via.»
Regulus guardò suo fratello, con uno sguardo che conoscevano a memoria.
Era lo stesso sguardo che gli rivolgeva Sirius dopo essere stato colpito dalla maledizione "Cruciatus" da sua madre.
Poi Regulus iniziò a ridere scuotendo la testa.
«Che ti prende?»chiese Sirius confuso.
«Ti ricordi? Tre anni fa? Quando mamma ti ha buttato giù dalle scale? Credevo che fossi morto... allora mi sono steso vicino a te e ti ho stretto la mano: siamo rimasti sul pavimento per tutta la sera. E ora siamo qui... quasi nella stessa situazione!
Solo che nessuno di noi aveva perso un arto... invece ora...»riprese a ridere con le lacrime, come se fosse la situazione più esilarante del mondo.
Sirius non sapeva cosa rispondere... ricordava bene quella brutta esperienza... sua madre l'aveva spinto giù dalle scale dopo che l'aveva sorpreso a guardare riviste con ragazze babbane... poi l'aveva fatto alzare e l'aveva immerso nell'acqua gelida per tutta la notte.
Anche Frank scoppiò a ridere, seguito da Sirius.
«Credo sia arrivato il momento di amputarla davvero...»concluse Regulus.
Frank liberò la gamba di Regulus da bende e stecche, poi puntò la bacchetta.
«Recido»esclamò.
Fu così che la gamba destra di Regulus arrivava fino a mezza coscia.
Frank fasciò di nuovo la ferita, per evitare altre perdite di sangue.
Sirius non si era accorto che l'amico stava piangendo.
«Ora dobbiamo portarlo giù.»disse Sirius guardando suo fratello.
Sirius aveva qualcos'altro che l'angosciava... aveva paura per Megan.
Era ancora viva?

Megan era rimasta ad osservare il cadavere della bambina sulla cattedra, ignorando il richiamo della professoressa McGranitt.
«Gold! Ti ordino di seguirmi immediatamente! Non è sicuro qui!»
Megan teneva stretta la mano alla sorella maggiore della vittima: Trish.
«Non posso lasciarle.»
Trish continuava a piangere, la professoressa si impietosì ma rimase della stessa idea.
«La signorina Trish Colin verrà con noi, questo è sicuro, ma ora non possiamo fare più nulla per la piccola. Dobbiamo salvare il salvabile.»
Lily mise una mano sulla spalla di Megan, guardando tristemente il cadavere e Trish.
«Ragazze andiamo, saremo al sicuro lontane di qui.»le incoraggiò.
Megan guardò Trish, poi scosse la testa e le prese la mano.
«Lucy vorrebbe che ti salvassi.»
«Non-la-lascio... dobbiamo rimanere insieme a lei...»singhiozzò la ragazza accarezzando i capelli della sorellina.
Megan fece un cenno alla professoressa e poi a Lily... le due si allontanarono di poco.
«Ascoltami, lo so che non vuoi lasciarla, è la tua famiglia del resto... ma credimi, Lucy vorrebbe saperti al sicuro, lontano dal suo cadavere. Lucy adesso è andata in pace, non soffre più»le parole uscirono a Megan dal cuore, anche lei (in silenzio) stava piangendo per quella perdita.
«Andiamo, dopo torneremo a prenderla, ma adesso tu devi pensare a salvarti.
La professoressa avvertirà i tuoi genitori.»
Fu così che Trish lasciò sua sorella, e insieme a Megan seguì Minerva McGranitt fuori da quella classe maledetta.
«È colpa mia.»disse a un certo punto Megan.
Lily guardò l'amica, e anche la professoressa la osservò.
«Ma se hai fatto tutto quello che potevi! Hai cercato di rianimarla!»intervenne James.
Megan si asciugò una lacrima.
«Non ho fermato l'emorragia in tempo.»
Minerva si fermò di colpo, parandosi di fronte a Megan con uno sguardo di rimprovero e allo stesso tempo ammirazione.
«Questa è una sciocchezza, Gold. Da come ha raccontato Evans, tu hai fatto tutto ciò che potevi. Sei stata brava. Quindi non azzardarti ad addossarti colpe che non ti appartengono, intesi? E adesso sbrighiamoci.»concluse l'insegnante.

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