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Hogwarts (Meg)
Harry e io ci dirigiamo verso lo studio della Umbridge, entrambi estremamente contrariati.
«Cosa credi che farà?»domando.
Lui scrolla le spalle sembra essersi arreso all'idea di ricevere una punizione.
Mi arriccio le punte dei capelli lisci, ricordando quando erano color cioccolato e mossi.
«Sei mai stato qui?»chiedo cercando di incontrare i suoi occhi verdi.
Ma lui evita il mio sguardo, nonostante risponda alla domanda.
«Sì.»
Noto che deglutisce a fatica.
So che sembra strano, ma non sono mai stata qui... o forse non lo ricordo.
Qualche quadro alla parete nota che stiamo passando.
«E com'è di solito l'ufficio?»faccio un lungo sospiro e mi fermo sulla rampa di scale.
«Beh...dipende dal professore. Molti possono avere mollicci e creature del genere, avvicini...»
«Chi diavolo può mai avere un avvicino nel suo ufficio?»
Harry, guardandomi, sfodera una sorta di sorriso sulle labbra, (per quanto si possa sorridere quando si deve andare in punizione).
«Il professor Lupin.»
Trattengo il fiato.
Non può essere.
«Lupin?»mi fermo di nuovo, e dentro di me tento di reprimere la sorpresa.
«Al terzo anno, Remus Lupin.»spiega lui facendo sparire l'accenno di sorriso.
«Remus?»chiedo un'altra volta.
Non devo sembrare strana...
«È il suo nome.»conclude Harry.
«E dove si trova adesso?»domando ancora senza tener conto del fatto che potrei essere scoperta. Per fortuna sono insensibile.
«Ahm...non lo so...»mormora distogliendo lo sguardo.
Sta mentendo.
Perché non è sospettoso? Forse è troppo preoccupato per la punizione?
«Meg, faremo tardi, dobbiamo salire...»
«Certo.»annuisco, prendendogli la mano.
Lui è sorpreso.
«Che c'è? Ti do conforto.»dico sorridendo.
Riesco ad avvertire ciò che prova, ciò che sente, è simile al potere di guarigione che non sapevo di avere. O invece lo sapevo?
«Come ti senti adesso?»domando mantenendo un tono dolce.
«Meglio...cosa-»
È interrotto di nuovo, ma stavolta dalla porta dell'ufficio di Difesa, che viene aperta da uno studente.
Draco.
«Potter.»alza le sopracciglia verso Harry, e mi lancia uno sguardo fulminante: tengo ancora Harry per mano.
«Cosa ci fai qui?»chiedo alzando gli occhi al cielo.
«Stavo venendo da te... volevo informarti che non sei più in punizione.»mi annuncia secco Draco, guardando il mio volto in cagnesco.
«Allora possiamo andare.»mi rivolgo a Harry che pare aver tirato un sospiro di sollievo.
«Potter, tu sei ancora in punizione.»ghigna Draco con un'espressione di trionfo.
Harry lascia la mia mano, ha il volto arrossato e le labbra serrate, come i pugni.
«Buona serata a entrambi.»sentenzia poi entrando nell'ufficio.
Rimango immobile e fisso Draco.
«Se credi che lo lascerò da solo ti sbagli di grosso.»sussurro minacciosa.
«Un "grazie amore mio" sarebbe stato sufficiente.»
«Perché mai dovrei ringraziarti?»incrocio le braccia e stringo gli occhi.
«Forse perché le ho detto io di non punirti, di darti un'altra possibilità.»
Crede davvero che a me importi di ricevere una seconda possibilità dalla Umbridge.
«E come avresti fatto?»
«Mio padre è un grande Sostenitore del
Ministero... diciamo che ha ottimi contatti. È naturale che mi faccia dei favori, beh...ovviamente se tu dovessi mancarle di rispetto una seconda volta...non ti perdonerebbe così facilmente.»
Sono ridotta a ricevere favori dal figlio del mio assassino...
«E poi cosa ti importa di Potter?»domanda sprezzante.
«Non...nulla.»dico sbuffando.
«Perché non andiamo a studiare un po'? Magari dopo...»si avvicina e mi abbraccia.«...stiamo qualche oretta insieme.»
Sono alquanto nauseata... il pensiero che che Harry possa rimanere solo con quella donna mi fa rabbrividire il cervello.
«E per l'amor del cielo non toccare mai più Potter, è stato lui a prenderti la mano, mh?»
«In realtà sono stata io.»ammetto.
«Perché?»mi libera dall'abbraccio ed è arrabbiato.
«Rilassati volevo solo confortarlo.»mi volto e inizio a scendere le scale, e Draco mi segue.
«Confortarlo? Ma dici sul serio?»sbraita.
Mi insegue finché non vado a sbattere contro Piton, alla fine della rampa di scale.
Severus mi scruta senza fare domande di alcun tipo, sembra sorpreso ma riesce a mantenere un'espressione asettica.
«Il preside desidera parlare con lei.»sentenzia lentamente.
Draco mi prende la mano una volta che Piton si è allontanato.
«Non voglio litigare.»sussurra.
«Non dirmi cosa fare, potresti pentirtene, prefetto...»sibilo sfiorandogli il mento con le labbra.
Senza altri indugi mi dirigo da Silente.
Cosa vorrà dalla mia esistenza?
«Cosa intendi fare?»chiede Draco rincorrendomi, ma io, da persona elegante e sofisticata, gli alzo il dito medio.
Detesto (se solo potessi provarlo) che Silente mi mandi a chiamare da terze persone! Comunque, prima di pronunciare la parola d'ordine per il suo ufficio, qualcosa mi sfiora un polpaccio.
«Wendy?»prendo in braccio la mia gatta, e la osservo attentamente.
Sembra ingrassata.
«Non dovresti essere qui, andiamo.»
Passo accanto alla libreria per poi notare la veste di Albus che si intravede da uno scaffale.
«Meg, devo parlarti.»è decisamente nervoso, nonostante si rivolga in modo calmo.
Lascio andare Wendy e incrocio le braccia.
«Di cosa?»
«Dolores Umbridge.»inizia Silente con un volume molto grande sotto il suo braccio, lo trascina fino alla sua scrivania e, con un tonfo, il libro viene adagiato su di essa.
«Oh... io invece ho un'altra cosa da chiederti.»rispondo osservando il grande libro che si apre da solo e inizia ad illuminarsi di rosso.
«Remus Lupin.»dico.
«Credo di avertene già parlato.»
Ignoro ciò che ha appena detto e mi avvicino alla scrivania.
«Voglio vederlo. Adesso.»pretendo guardando gli occhi azzurri del preside.
«Se credi che riuscirai a risalire a... è pericoloso, non puoi farlo, assolutamente no.»scuote il capo ripetutamente.
«Non posso non volerlo incontrare! E se fosse l'ultima e unica persona in grado di farmi sentire qualcosa? Qualcosa del mio passato? Della mia vita. Quella vera!»esclamo.
Silente mi porge un sorriso modesto e si accomoda alla sedia accanto alla mia.
«Sirius è in uno stato di massimo rischio, lo sai... vero?»sussurra.
«Voglio vederli tutti e due. Almeno Remus! Se è così rischioso per Sirius... mi hai detto che è stato rinchiuso ad Azkaban anche se era innocente... hai detto che è in un luogo sicuro, ma hai anche proibito a me di contattarlo. Remus però non è così a rischio, posso vederlo.»sorrido ricordando la gioia che provavo nel parlare dei miei amici.
«Loro credono che tu sia morta. Ricordi?»
Chiudo gli occhi e faccio un respiro.
È come se mille pinze stessero punzecchiando il mio cervello, troppi pensieri, troppi ricordi.
Una delle mie paure più grandi è divenuta realtà.
Sono solo un ricordo, sono morta.
«Bene...io torno in camera, non credo di aver voglia di parlare di Dolores... a domani.»
«Evita di stare troppo vicino a Harry.»mi avverte prima di congedarmi.
Naturalmente io non gli dirò cosa sto facendo per capire cosa mi nasconde Harry.
«Come tu desideri.»sorrido falsamente.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora