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Meg
«Sirius, perché Harry non ci scrive? È successo qualcosa?»chiedo mentre mi spazzolo i capelli.
Fuori nevica terribilmente, e io non posso non pensare al Natale incombente.
«Non può, Dolores Umbridge ha esteso i controlli alla corrispondenza privata. Molly ha espressamente detto ad Harry e ai ragazzi di non scrivere a nessuno dell'ordine a meno che non siano messaggi estremamente brevi o in codice.»spiega mentre sistema alcuni libri sullo scaffale.
Poso la spazzola sul letto e mi avvicino a lui.
«I ragazzi?»
«Gli amici di Harry, e i figli di Molly, ricordi?»
«Ron...»sussurro.
«Sì, anche lui... tutto bene? Hai una faccia.»domanda prendendomi il viso tra le mani.
«Tu li conosci...conosci Ron e Hermione.»
«Certo, e anche tu suppongo...»mi penetra con lo sguardo, e io mi sento un po' fragile.
Non sa nulla di Ron, o di Draco, non lo saprà mai probabilmente. Loro sono così insignificanti, così piccoli e nulli... lui invece, lui è tutto.
«Ho fame.»
«Hai fame. Dopo cena ti faccio assaggiare una bottiglia di vino.»
«Vino?»
«Puro e semplice, dalle scorte di mia madre.»mette un braccio intorno al mio bacino e mi stringe.«Quanto vorrei vedere la sua faccia mentre profaniamo il suo prezioso vino.»
«Sai... credevo che fosse ancora... viva.»confesso sottovoce.
Sirius si incupisce e mi lascia andare.
«È morta mentre ero in prigione. Ma in realtà è morta nell'istante in cui Regulus non c'era più. Una morte per soffocamento "accidentale", ma sono fortemente convinto che un mostro come lei abbia provveduto a modo suo per andarsene.»
C'è della stanchezza nella sua voce, come se avesse preparato accuratamente questo ragionamento, e avesse calibrato i toni e scelto le parole, così da non incorrere in fraintendimenti, eppure... non c'è nulla di studiato, lui è così: teatrale.
«Suicidio?»
«Mia madre aveva una scorta di veleno di Vedova Nera, hai presente?»
Il mio cuore smette di battere per un secondo.
Io l'ho già sentita questa espressione, è come un sogno che vivo ad occhi aperti senza mai svegliarmi: una donna mi ripete che sono io, sono io la vedova nera.
«Già, e la sua scorta...»
«Non lo so, ma...mio padre le ha sempre criticato l'ordine maniacale del suo piccolo laboratorio; per farla breve avrà ingurgitato tutto il veleno, pur di non lasciare alcuna scorta.»
«Voglio vedere il laboratorio, adesso.»pretendo indurendo il tono di voce.
Sirius mi prende la mano e mi guarda con aria interrogativa.
«Che vuoi farci?»
«Può tornare utile quel veleno, magari quella vecchia megera della Umbridge avrà ciò che merita! E smetterà di incidere a sangue le scritte sulle mani agli studenti!»sbotto.
«Stai parlando di omicidio?»
«Le persone che fanno del male devono pagare»sentenzio irremovibile.
«Vuoi avvelenarla? Vuoi utilizzare il veleno? Accomodati! Sei sulla buona strada per diventare come mia madre.»risponde Sirius alzando la voce.
Si mette a sedere e scuote la testa.
«Tu cosa faresti se avessero ferito tuo figlio? Rimarresti a guardare? Mi sono già esposta per Harry e non esiterò a farlo di nuovo, che ti piaccia o no!»
Sento la rabbia, ed è strano perché è molto difficile arrabbiarsi con Sirius, almeno per me.
«Mio figlio eh...»Sirius mette una mano fra i capelli, come se volesse dire qualcosa ma non trovasse le parole.
«È come se fosse nostro figlio, lo sai...»spiego.«Insomma l'hai detto tu stesso.»
«Quello che non capisci è che non puoi esporti, Meg, tu sei una ragazzina! Io sono adulto e posso farlo!»
«Sei ricercato! E poi io non sono una ragazzina! Dovresti saperlo, o ti sei già dimenticato cos'abbiamo fatto-»
«Lo sei, sei una ragazzina. Almeno per il ministero, rischi molto più di me. Ti prego di stare al tuo posto, risolveremo la questione in un altro modo.»urla lui senza guardarmi negli occhi.
«Facile vero? Restare in camera a farti una scopata e a parlare del niente mentre gli altri rischiano per il nostro Harry. Tu continua pure, ma non con me!»urlo avvicinandomi a lui.
Sirius si alza e dà un pugno all'anta dell'armadio, non batto ciglio.
«Non dirmi queste cose! Ho sofferto la perdita di mio fratello e anche la tua lo stesso anno! Ho trascorso dodici anni in prigione, sono stato accusato di aver tradito il mio migliore amico e la sua famiglia, e di averne ucciso un altro, sono stato scambiato per un mangiamorte, ho patito la fame, la sete e qualsiasi altro genere di stento, sono evaso, sono stato quasi dissennato e sbranato da Remus, e poi ho rischiato di morire di nuovo, ho abbandonato tutto ciò che avevo per Harry, per potergli stare vicino, e tu vieni a dirmi che me ne sto qui con le mani in mano?»
Rimango interdetta, ha ragione: sono stata ingiusta con lui.
«Sirius...mi dispiace...»
«Lascia stare.»esce dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle.
Cosa mi è successo?
Non c'è stato calore nelle mie parole, c'è stata solo rabbia.
Esco anch'io dalla camera, e corro verso le scale, scendo fino ad inciampare e a cadere.
Non sento alcun dolore, però vedo che ho le ginocchia distrutte e il sangue sulla scala.
«Maledizione!»una voce rimbomba per la casa, e due braccia mi tirano su.
«Che diavolo hai combinato?»urla un ragazzo dai capelli rossi molto simile a Ron.
«Tu chi cazzo sei?»domando, vedendo che il sangue ha sporcato le mie scarpe di velluto.
Mentre scruto il viso di questo presunto Weasley, sento dei passi avvicinarsi.
«Charlie! Cosa è successo?»domanda preoccupato un uomo di mezza età stempiato e con gli occhiali che ricadono sul naso. «E lei chi è, signorina? Una spia? Tonks, non è divertente!»dice scuotendo la bacchetta.
L'uomo ha pochi capelli rossicci e somiglia a quello che lui ha chiamato Charlie.
«Arthur Weasley?»sussurro incrociando le braccia.«E tu devi essere Charlie, il secondogenito che aveva l'ossessione per i draghi, o sbaglio?»
Il sangue ha smesso di scorrere e la ferita si sta rimarginando velocemente.
«Continui a non dirci il tuo nome.»osserva Arthur senza posare la bacchetta.
Altri passi, e stavolta è Sirius.
«Meg!»mi abbraccia forte vedendo il sangue scorso.
«Meg?»domanda una donna dai capelli rossi alle spalle di Sirius.

Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora