Flashback
Megan e Regulus arrivarono al binario, e grazie all'indirizzo fornito da Lily poterono raggiungere l'edificio entro il quale era situato il quartier generale degli auror.
«Come facciamo ad entrare?»domandò Regulus scrutando il palazzo, e mettendo le mani nelle tasche della giacca.
Megan non rispose subito, studiò il portone bianco dell'edificio e ne tastò il legno liscio.
«Meg?! Che ci fai qui?»Lily le arrivò alle spalle, sorridendole e abbracciandola.
Aveva la divisa da auror, con tanto di distintivo, lo stesso di Remus.
«Non dovresti stare qui, Meggie, oh... ciao Regulus.»
Il ragazzo le fece un cenno, stringendo le labbra.
«Mi conosci, e poi ormai siamo qui, il treno non passerà prima delle sette di stasera.»disse innocentemente Meg, e Regulus si affrettò a confermare anche se non era vero.
«Piccola Gold... e piccolo Black, che sorpresa!» James uscì dall'edificio, anche lui in divisa e con un'espressione cordiale sul volto.
«Geno!» Meg non temporeggiò ad abbracciare il suo alieno e poi gli sussurrò: «Almeno tu ci farai entrare, vero?»
James guardò Meg negli occhi, avrebbe voluto accontentarla ma allo stesso tempo non voleva che rischiasse la sua vita.
Lily sospirò e poi annuì a James, per fargli capire che poteva farli entrare.
«Sirius mi ammazzerà, doppiamente per giunta.»ridacchiò James facendo strada ai due nel palazzo.
Per accendervi, Lily aveva fatto aderire il distintivo su un sigillo marrone molto piccolo sulla facciata del portone bianco in legno.
Lo scenario che si parò davanti a Meg e Reg fu abbastanza banale: la centrale degli Auror appariva come una normalissima stazione di polizia babbana, solo più grande del dovuto e con molti gufi che svolazzavano in giro.
«Di solito siamo al ministero, ma per questo tipo di missione il capo, Alastor Moody ci ha spostato qui.»spiegò James mentre Meg era intenta ad osservare gli Auror. La maggior parte di loro era intenta a sistemare pergamene o addirittura artefatti magici che sembravano pericolosi.
Una grande libreria, probabilmente che fungeva da archivio, era posta per separare quel reparto da un altro, come lo studio di qualcuno.
«Qui ci sono i nostri uffici, seguitemi.»Lily sorrise e poi guidò gli ospiti oltre la libreria-archivio.
Gli uffici erano di una tonalità molto più scura rispetto alle pareti del reparto precedente.
Regulus sperava di non incontrare Sirius, avrebbe voluto evitarlo, ma sapeva che non sarebbe stato possibile così per il nervoso prese a fischiare.
«Black junior non ti conviene, il capo oggi è particolarmente irritato.»lo avvertì James.
«Infatti ci ha urlato contro da quando siamo arrivati stamattina.»lo ribeccò Lily«Come si può far tardi per la terza volta di fila?!»
«Devo ricordarti che eravamo impegnati a- ehm...»James arrossì e si grattò il retro della nuca imbarazzato, e così pure Lily.
«Meg. Che cazzo ci fai qui?!»
Meg sussultò, voltandosi di botto.
Non si aspettava che Sirius avrebbe usato quel tono con lei appena rivisti...
Portava la divisa anche lui, ma il completo sul davanti era un po' sbottonato e Meg poté intravedere il petto nudo del ragazzo.
Poi si concentrò suo viso, non l'avesse mai fatto... era fumante di rabbia.
«Ciao Sir.»intervenne Regulus, palesemente infastidito dall'accoglienza che il fratello aveva riservato alla sua ragazza.
«Tornate a scuola adesso.»disse Sirius per tutta risposta, senza nemmeno sorridere.
«Posso parlarti in privato?»chiese Meg, avvicinandosi, con lo stesso tono poco gentile.
Sirius si abbandonò a una risata sarcastica e fece cenno a James, come a volergli dire di portarla via: la cosa a Meg non piacque per nulla.
La ragazza afferrò il polso di Sirius, che smise di ridere all'istante, e con voce autoritaria gli rispose.
«Non osare trattarmi come una bambola di pezza, Black, adesso tu parli con me in privato.»sibilò Meg a pochi centimetri dal suo interlocutore, con sguardo eloquente.
Lily sorrise soddisfatta del fatto che l'amica avesse preteso rispetto e anche James, pur non dandolo a vedere, era della stessa idea.
Regulus aveva il cuore traboccante di gioia, non aveva mai visto suo fratello così mortificato da Meg.
«Come vuoi, Gold.» Sirius alzò un sopracciglio e si liberò il braccio, e insieme a Meg entrò nell'ufficio che condivideva con James.
Ovviamente era tutto simile al dormitorio: disordinato. Infatti vi erano documenti sparsi ovunque, oggetti strani che erano adagiati in modo scoordinato sulle scrivanie... un delirio.
Sirius chiuse la porta alle sue spalle e poi afferrò il polso a Meg.
«Sei stata molto, audace, lo sai?»le sussurrò.
Meg arrossì ma poi si schiarì la voce, si staccò da lui e incrociò le braccia al petto.
«Voglio venire in missione con voi.»
«Diretta. Brava bambina.»ghignò Sirius mettendosi una sigaretta in bocca«Scordatelo, è pericoloso.»
Megan scosse la testa e si avvicinò, prese la sigaretta ancora spenta dalle labbra del ragazzo e se la portò alla bocca.
«Stai bene con quella, ma non ti azzardare a fumarne una.»sussurrò Sirius accarezzandole il volto leggermente.
«Altrimenti che fai? Mi sculacci?»rise Meg.
Sirius si unì alla risata e poi le prese il viso con una mano, avvicinandole di più il volto e togliendole la sigaretta.
«Tu vuoi che lo faccia?»sibilò sulle labbra di Meg la quale diventò bordeaux non reggendo quell'aria da dura che si era data fino a pochi secondi prima.
Sirius sfoderò un altro ghigno divertito, e con il pollice le accarezzò il labbro inferiore.
«È Malocchio a decidere, e lui non ti lascerà venire con noi.»
Meg era ipnotizzata dagli occhi di Sirius, dalle sue labbra e dalla sua voce: si sentiva così piccola e insicura.
Scosse la testa e gli afferrò nuovamente il polso facendogli lasciare la presa sul proprio viso.
«E da quando tu rispetti le regole? Se non glielo diciamo non lo scoprirà mai, no? E poi cos'è la vita senza un po' di rischio?»e detto questo si riprese la sigaretta per poi fare una giravolta nella stanza.
«Bene, tu e mio fratello farete squadra con James.»scrollò le spalle il ragazzo senza smettere di guardare Meg.
«Grazie.»
«Grazie cosa?»
«Grazie, capo.»Meg gli fece un occhiolino e poi si diresse verso la porta.
Sirius sorrise, e la prese per i fianchi mentre la ragazza era ancora girata.
«Scusa per prima... l'accoglienza che ti ho riservato, intendo... beh, come va a scuola?»
Meg arrossì a quel contatto ma non si voltò verso di lui.
«Se mi avessi risposto all'ultima lettera che ti ho scritto lo sapresti!»
«Meg, mi dispiace, ma sono stato tutta la settimana sotto copertura per beccare due mangiamorte. Non potevo mettermi in contatto con nessuno-»
«Ho capito.»Meg sbuffò «Comunque sei perdonato per prima...»
Sirius provò a baciarla, ma Meg lo costrinse a raggiungere gli altri, così da poter illustrare il caso.
«È come la stanza del panico.»osservò Remus prima ancora che Sirius parlasse.
Meg era confusa, e Regulus lo era più di lei.
«La... che cosa?»domandò Meg stringendo gli occhi.
«Stanza del panico.»ripeté Lily porgendo a Meg un libro aperto, lì vi era raffigurata una camera, o meglio, un ripostiglio nero.
Il disegno era inquietante, e Meg si sforzò di decifrarne lo stile.
«Le sfumature cambiano, come se la stanza in prospettiva tendesse a rimpicciolirsi, che significa?»chiese.
«La usano per l'addestramento, è una stanza in cui resti da solo con le tue paure o i tuoi demoni, non si tratta di mollicci, ma di peggio, hai esattamente tre minuti per liberartene altrimenti non passi l'esame. È stata la cosa più difficile da superare.»concluse James malinconico.
Meg deglutì. Significava vedere i suoi amici morti o la stanza piena di inferi?
O peggio essere da sola in mezzo a qualche oceano pericoloso?
«Cosa c'entra con la missione?»si intromise Regulus tirando su col naso.
«Pare che un certo Antonin Dolohov abbia costruito un affare peggiore sempre di questo tipo, per i babbani, nei boschi. A quanto pare ha aggiunto un tocco di classe.»sussurrò quasi Sirius.
«Ossia?»chiese Meg scrutandolo.
«Se non si supera la prova, si muore.»concluse Lily.
Meg abbassò lo sguardo, era davvero rischiosa la missione.
«Esiste qualcosa per disinnescare il meccanismo?» domandò speranzosa.
«C'è una conca d'acqua, sul fondo si trova la chiave per disinnescare quell'affare, il problema però è che in contemporanea qualcuno deve essere all'interno della stanza, altrimenti la chiave non funzionerà.»sospirò Remus.
«Megan, Regulus e James andranno a cercare la chiave. Io, Remus e Lily ci occuperemo della stanza del panico. Sarò io ad entrare mentre voi troverete la chiave. C'è una fessura verso il basso, basta infilare la chiave lì. Avrò tre minuti per uscire.»spiegò Sirius, come se non gli importasse di morire, anzi come se l'idea del rischio gli piacesse da impazzire.
«Io mi tuffo a recuperare la chiave.»sbottò Meg decisa, ma ovviamente...
«Scordatelo.»esordirono tutti in coro.
«Che fiducia...»borbottò la ragazza.«Cosa dovrei fare? Guardare James che si tuffa per poi fargli l'applauso quando riemerge?!»
«Farai la sentinella con Regulus.»
«Oh, che gentile concessione, Sirius...»
«Così mi offendi, mon chèri.»disse Regulus mettendo un finto broncio.
Meg accennò un sorriso e scosse la testa, poi acconsentì di malavoglia.
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Born To Die
FantasyMegan è morta a 17 anni, ed è tornata in vita grazie ad Albus Silente. Non prova emozioni o sentimenti, non avverte odori, sapori, caldo oppure freddo, dolore o piacere. Non le batte il cuore. Sirius Black era il suo ragazzo prima di morire, e Lily...